Due ricercatori italiani – Fabio Triolo e Valerio La Francesca – hanno impiantato per la prima volta un esofago ottenuto grazie alle cellule staminali. Il trapianto dell’organo bio-artificiale è avvenuto circa 3 mesi fa e il paziente sembra stare bene. Questo primo successo apre la porta a nuovi interventi del genere.

L’esofago impiantato è la combinazione di una matrice sintetica e di cellule staminali. I ricercatori hanno usato un’impalcatura a forma di esofago e realizzata con materiale sintetico biocompatibile. L’hanno ricoperta del tutto con cellule staminali espanse, ottenute dal tessuto adiposo del paziente stesso. Il tutto è stato impiantato all’interno dell’organismo, così da sostituire parte dell’organo originale.

Il paziente era un uomo statunitense di 75 anni, affetto da un tumore a polmoni, cuore ed esofago. I medici hanno eliminato la parte dell’esofago interessata dal tumore e l’hanno sostituita con l’organo bio-artificiale. I segnali cellulari del nuovo organo hanno stimolato la crescita delle cellule esofagee del paziente. In questo modo le cellule dell’organismo hanno coperto la superficie della struttura, che verrà rimossa.

La nuova tecnologia potrebbe salvare la vita alle 456 mila persone cui ogni anno viene diagnosticato un tumore dell’esofago. Potrebbe inoltre dare una speranza ai neonati che nascono con patologie che compromettono le funzioni dell’esofago. La terapia più diffusa oggi prevede l’utilizzo di porzioni di stomaco e intestino per ricostruire l’organo. È però un approccio rischioso, che richiede l’elaborazione di alternative più sicure.

Ci vorrà ancora tempo per perfezionare la tecnica e sarà necessario testare l’esofago bio-artificiale su altri pazienti. È comunque un passo in avanti importante, che un potrebbe portare anche alla creazione di altri organi. La strada è però ancora lunga.

Fonte: repubblica.it