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Leucemia: meno complicazioni post trapianto con il sangue cordonale

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Il sangue cordonale induce con minor frequenza rispetto al midollo osseo la GvHD, la malattia del trapianto contro l’ospite. Lo rivela uno studio della University of Colorado Cancer Center. I ricercatori hanno comparato le condizioni di pazienti leucemici che hanno subito un trapianto tra il 2009 e il 2014. A 3 anni dal trapianto, il 44% di chi ha ricevuto cellule staminali del midollo osseo soffriva di gravi complicazioni. Invece, solo l’8% di chi ha ricevuto sangue cordonale ha manifestato questi problemi.

Lo studio ha comparato 51 pazienti trattati con sangue cordonale e 57 pazienti trattati con midollo osseo. I ricercatori hanno seguito queste persone per tre anni, verificandone le condizioni di salute. Quanti hanno subito un trapianto di sangue cordonale sono stati meno soggetti alla malattia del trapianto contro l’ospite rispetto a quanti hanno ricevuto il midollo osseo. Inoltre hanno interrotto l’assunzione di immunosoppressori in media 268 giorni dopo il trapianto. Molti di quanti hanno subito il trapianto di midollo, invece, sono stati costretti a prenderli oltre i tre anni di follow up dello studio.

Il trattamento più diffuso contro i tumori del sangue è il trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Le cellule si ricavano di solito dal midollo osseo di un donatore compatibile, che può essere un familiare o un estraneo. Esistono tecniche che permettono di effettuare il trapianto anche con solo il 50% di compatibilità, ma più ci si avvicina al 100% meno rischi di complicazioni ci sono. Ecco perché la soluzione migliore sarebbe in questo caso trovare un familiare compatibile.

Oltre al midollo osseo, un’altra fonte di cellule staminali ematopoietiche è il cordone ombelicale. Poiché si parla di cellule ancora immature dal punto di vista immunologico, queste cellule non solo producono con minor frequenza complicanze post trapianto ma richiedono condizioni di compatibilità meno stringenti rispetto ad altre fonti cellulari. Purtroppo ogni anno migliaia di cordoni ombelicali finiscono nei rifiuti speciali, sprecando così un’importante risorsa terapeutica.

Fonte: sciencedaily.com

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