Un team di ricercatori dell’Università di New York ha svelato i meccanismi cellulari che controllano il passaggio da cellule staminali a motoneuroni. Gli scienziati hanno analizzato i cambiamenti che si verificano nelle cellule nel corso del processo di riprogrammazione. In questo modo, hanno scoperto che intervengono un gran numero di cambiamenti multipli, tra loro indipendenti. Lo studio aiuterà la ricerca su malattie come l’ASL e l’atrofia spinale muscolare. Consentirà inoltre di migliorare le tecniche per ottenere motoneuroni in vitro, a partire da cellule staminali.

Le tecniche di riprogrammazione delle cellule staminali servono per rimpiazzare cellule danneggiate o mancanti. Gli scienziati usano le cellule staminali per ottenere le cellule che mancano, il che rende molto importante trovare metodi di conversione sempre più efficienti. Infatti, la programmazione standard è spesso inefficiente e non riesce a riprodurre la complessità molecolare del processo. Un problema che rende difficile applicare la tecnologia in ambito clinico.

Lo studio mostra come riprogrammare le cellule staminali embrionali in motoneuroni mediante tre fattori di trascrizione. L’operazione richiede due giorni, ha un tasso di successo del 90% e i ricercatori ne hanno analizzato tutte le fasi. In particolare, hanno osservato come i fattori di trascrizione collegati al genoma cambiano nell’espressione dei geni. Hanno inoltre preso nota delle modificazioni apportate alla cromatina nel corso della riprogrammazione.

I dati raccolti consentono di comprendere meglio le fasi che portano dalla cellula staminale al motoneurone. Con le tecniche standard di riprogrammazione si sostituisce l’espressione genica di una cellula con una nuova, senza stadi intermedi. Al di là della generale inefficienza del metodo, questo fa perdere un gran numero di informazioni preziose. Il presente studio, invece, ha svelato molti processi di sorprendente complessità la cui comprensione renderà in futuro più facile manipolare i motoneuroni.

Fonte: medicalxpress.com