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La carenza di vitamina A danneggia le cellule staminali del sangue

Un team del German Cancer Research Center ha scoperto che la vitamina A ha un ruolo fondamentale nel funzionamento delle cellule staminali del midollo. La sua mancanza provoca una diminuzione nel numero delle cellule staminali adulte, con effetti negativi sul sistema immunitario.

Le cellule specializzate hanno un ciclo vitale di pochi giorni. Man mano che muoiono, l’organo ne produce delle nuove e le sostituisce. Le cellule di rimpiazzo nascono dalle cellule staminali adulte, che si dividono in continuazione. Questo vale per tutte le cellule staminali adulte, tranne quelle del midollo osseo. Le cellule staminali del midollo osseo rimangono dormienti, tranne in caso di infezione virale o batterica, perdita cospicua di sangue, chemioterapia. Una volta che l’emergenza è rientrata, si riaddormentano.

Fino a questo momento il meccanismo dietro al letargo delle cellule del midollo era poco chiaro. Gli autori dello studio hanno identificato l’acido retinoico, un metabolita della vitamina A, come un fattore cruciale nel processo. Se la sostanza è assente, le cellule staminali attive sono incapaci di tornare nello stato dormiente. Maturano invece in cellule del sangue specializzate e l’organismo non le può più usare come riserva.

I ricercatori hanno eliminato la vitamina A dalla dieta delle cavie e ne hanno analizzato il midollo osseo. Le cellule staminali dormienti avevano un marcatore verde fluorescente. Il progressivo spegnimento delle cellule ha reso evidente la diminuzione della riserva di cellule staminali indifferenziate. Ciò prova che la vitamina A ha un impatto diretto sulle cellule staminali del sangue e sul sistema immunitario.

La scoperta potrebbe influenzare anche la lotta contro il cancro. Le cellule tumorali possono restare in uno stato di letargo, come le cellule staminali sani. Quando sono dormienti il loro metabolismo si spegne e diventano resistenti alla chemioterapia. Si potrebbe quindi usare la vitamina A per risvegliarle e renderle più vulnerabili ai trattamenti.

Fonte: dkfz.de/en

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