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Cervelli in miniatura composti da cellule staminali pluripotenti

Una ricerca appena pubblicata su Cell Stem Cell riguarda mini cervelli appena messi a punto dai ricercatori dell’università della California a San Diego, secondo cui questi organoidi composti da cellule staminali pluripotenti e un milione di volte più piccoli del nostro cervello, si sono dimostrati per la prima volta in grado di stabilire connessioni tra loro che ricordano quelle dei cervelli umani in via di sviluppo. Lo studio quindi aiutare la comunità scientifica a comprendere meglio le fasi dello sviluppo del cervello e far luce su alcuni disturbi neurologici, come autismo, epilessia e schizofrenia. I mini cervelli sono stati messi a punto partendo da cellule staminali pluripotenti, cioè in grado di differenziarsi in diversi tessuti. Successivamente, le staminali sono riuscite a svilupparsi in vari tipi di cellule cerebrali, dando vita a una struttura tridimensionale molto simile a quella di un cervello umano ancora immaturo.

Ogni mini cervello, precisano i ricercatori, è cresciuto fino a circa mezzo centimetro di diametro per un periodo di 10 mesi. Servendosi di piccoli elettrodi per monitorare costantemente l’attività elettrica, i ricercatori hanno scoperto che già dal secondo mese gli organoidi producevano onde cerebrali deboli e sporadiche. Con il passare del tempo, mentre i mini-cervelli continuavano a crescere, queste onde cerebrali sono diventate sempre più complesse e regolari, dimostrando quindi che le singole cellule cerebrali stavano iniziando a comunicare tra loro.

I mini cervelli, concludono i ricercatori, sono ancora molto rudimentali ed è impossibile che abbiano una coscienza o possano svolgere attività mentali complesse. “Potrebbe essere che in futuro arriveremo a qualcosa di molto vicino ai segnali che controllano comportamenti, pensieri o memorie”, spiega Alysson Muotri, autore della ricerca. “Come scienziato, voglio avvicinarmi sempre di più al cervello umano perché potremo aiutare i pazienti e offrire loro una migliore qualità della vita”.

Fonte: Cell Stem Cell e Wired

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