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Cocktail di farmaci promettenti per attivare le cellule staminali a riparare le lesioni spinali

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Cocktail di farmaci promettenti per attivare le cellule staminali a riparare le lesioni spinali

Cocktail di farmaci promettenti per attivare le cellule staminali a riparare le lesioni spinali

Una ricerca nelle primi fasi di sviluppo sui ratti eseguita presso i laboratori dell’Imperial College di Londra ha rivelato che due farmaci già in uso possono riattivare la macchina riparativa richiamando in azione le cellule staminali del midollo.

I due farmaci attualmente in uso per i trapianti di midollo possono essere usati infatti anche per fratture ossee, lesioni spinali e recuperi post-operatori.

Quando una persona ha una lesione il midollo osseo mobilizza cellule staminali per riparare e rigenerare il tessuto. La nuova ricercar pubblicata su Regenerative Medicine che ha coinvolto I ricercatori del Beaumont Health negli Stati Uniti, suggerisce di attivare attraverso I farmaci la risposta del midollo osseo mettendolo in una condizione di “codice rosso” e attivando quindi il rilascio di cellule staminali endogene. In particolare, le cellule che sono messe in circolo e che sono utili ai meccanismi rigenerativi sono le cellule staminali mesenchimali.

“Il corpo ripara se stesso ogni volta. Sappiamo che una frattura ossea si ripara spontaneamente e richiede l’attivazione delle cellule staminali ossee.” dichiara Sara Rankin, Ph.D., autore dello studio svolto dal National Heart and Lung Institute (NHLI) dell’ Imperial College di Londra. “Comunque, quando la lesione è severa ci sono dei limiti nelle capacità reparative e quindi speriamo che, usando questi farmaci, e attivando la mobilizzazione cellulare, possiamo amplificare il meccanismo riparativo e renderlo efficace accelerando il processo di riparazione.”

I due trattamenti in uso sono gli antagonisti CXCR4 usati nei trapianti di midollo e gli agonisti beta-3 adrenergici usati nel controllo della vescica. Nei ratti l’uso combinato dei farmaci ha dato vita a un processo riparativo velocizzando la formazione ossea.

I ricercatori affermano che questo non comporta la generazione di nuovi neuroni. Uno dei due farmaci, però, stimola le cellule adipose a produrre endocannabinoidi endogeni che sembrano avere un ruolo nella mobilizzazione delle cellule staminali.

Ora si ripeterà sull’uomo.

Tariq Fellous, Ph.D., primo ricercatore del gruppo NHLI, ha detto, “Dobbiamo prima verificare l’effetto dei farmaci su volontari sani prima di passare ai pazienti con fratture, ora dobbiamo solo procedure con uno studio clinico sull’uomo”

Andia Redpath, Ph.D., co-autore del NHLI, ha aggiunto che “i medicamenti già esistenti fanno parte dell’arsenale della farmacologia rigenerativa che potrebbe avere un grande potenziale in termini di efficacia e efficienza della cura in una gamma di patologie assai ampia. Attivare le cellule staminali endogene è di certo più economico che ricorrere a protocolli molto più complessi. Il trattamento proposto non ha effetti collaterali e si è dimostrato sicuro.”

Fonte: Imperial College

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