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Cellule staminali a confronto: dai bambini agli ultracentenari, cosa cambia

Un team di ricercatori ha riprogrammato le cellule di una donna di 114 anni ottenendo cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC). È la prima volta che si creano cellule staminali derivate da centenari. Gli ultra centenari sono quelle persone che vivono più di 110 anni e che risultano straordinarie sotto diversi punti di vista. Sembrano essere resistenti a varie malattie neurodegenerative o che sono caratteristiche della vecchiaia, come l’Alzheimer, il cancro e le malattie cardiache. Attualmente non si sa come facciano queste persone a superare i 110 anni di età senza andare incontro a patologie del genere.

Nello studio, pubblicato su Biochemical and Biophysical Research Communications, vengono descritte le modalità con le quali i ricercatori del Sanford Burnham Prebys, un istituto di ricerca californiano, e dell’AgeX Therapeutics, un’azienda biotecnologica, hanno riprogrammato le cellule del sangue di tre persone: una donna di 114 anni, un individuo di 43 anni in buona salute e un bambino di otto anni con progeria. Quest’ultima è una condizione che provoca un insolito e rapido invecchiamento nella fase giovanile e infantile.

Le cellule del sangue sono poi state trasformate in cellule staminali mesenchimali, un tipo di cellula che è alla base della generazione dei tessuti strutturali del corpo, in primis ossa, grasso e cartilagine.
I ricercatori scoprivano che le cellule della ultracentenaria si trasformavano facilmente così come le cellule del campione sano e del bambino di otto anni con progeria.

Lo stesso si poteva dire anche dei telomeri, i “cappucci” protettivi del DNA che di solito si restringono con l’età, che venivano ripristinati abbastanza facilmente. L’unica differenza è che i telomeri della ultracentenaria venivano ripristinati meno frequentemente rispetto a quelli degli altri campioni, cosa che indica che un invecchiamento estremo può avere degli effetti duraturi che debbono essere valicati per un ripristino più efficiente dell’invecchiamento delle cellule.

Ore ricercatori hanno intenzione di confrontare le cellule muscolari derivate dalle iPSC dei tre campioni per scoprire se ci sono geni o processi molecolari particolari per gli ultracentenari. Informazioni del genere potrebbero essere utili per sviluppare farmaci che emulino i modelli delle cellule della ultracentenaria. “Perché gli ultracentenari invecchiano così lentamente?” dice Evan Y. Snyder, uno degli autori dello studio. “Ora siamo pronti a rispondere a questa domanda in un modo che nessuno è mai stato in grado di fare prima.”

 

Fonte: Induced pluripotency and spontaneous reversal of cellular aging in supercentenarian donor cells – ScienceDirect (IA) (DOI: 10.1016/j.bbrc.2020.02.092)

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