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Il significato antropologico della placenta

La placenta è un organo multifunzionale che provvede ai bisogni del feto in utero. Dopo che il neonato è nato, la placenta, non è più necessaria. Diverse culture ne fanno un simbolo. Altre la considerano un rifiuto biologico quando è ricca di vita, di cellule che possono avere un effetto terapeutico anche a distanza di anni.

Nel 2010 due antropologi, Daniel Benyshek e Sahron Young hanno studiato i rituali inerenti alla placenta e hanno scoperto che esistono 179 modi diversi di venerarla.

I rituali riguardano 109 comunità diverse che ne fanno oggetto di culto, dal seppellimento, all’incenerimento, al posizionamento in posizioni specifiche o all’ingestione stessa.

Molte credenze pensano che la placenta sia qualcosa di molto intimo per il neonato. Gli antichi egizi pensavano fosse il segreto stesso del neonato o il suo angelo custode. In Cambogia, la placenta è considerata l’anima del neonato e quindi viene seppellita con un giardino di piante acuminate che la proteggono dagli spiriti diabolici. Alcune culture pensano che la placenta possa essere predittiva per le qualità mentali e le abilità del neonato o che il maneggiamento della stessa possa influire sulla salute della mamma e del bambino.

Alcuni rituali prevedono un lavaggio in un liquido speciale poi un imballaggio nelle piante. In Turchia, la placenta viene seppellita nel giardino della moschea se desiderano che il figlio/a sia devoto altrimenti la seppelliscono nella stalla se il figlio/a deve occuparsi del gregge.

In Malesia, la placenta viene preparata con sale e tamarindo e poi viene nascosta tra libri e penne sotto la casa dove abiterà il bambino/a.

In Ucraina, al contrario, la placenta non deve essere assolutamente messa nelle vicinanze del bambino perché la mamma potrebbe avere problemi di fertilità.

I Mong credono che la placenta sia collegata spiritualmente con il bambino per tutta la vita. Quando muoiono la placenta viene riunita alla persona per aiutarla a ritrovare i suoi spiriti antenati.

I Maori, usano per la placenta la parola “WHENUA” e credono che la placenta rappresenti la connessione tra la mamma e il bambino.

In Indonesia, la placenta tra i nativi viene messa in una noce di cocco e appesa a un albero nel giardino del villaggio perché cosi possa proteggere il bambino/a da malattie.

Anche se alcuni di questi rituali possono ricordare una certa superstizione, il rispetto che dimostrano per un organo fondamentale per i novi mesi di gravidanza è di certo superiore a ciò che il mondo occidentale interpreta nella maggior parte dei casi.

Un invito quindi a avere una visione spirituale si, ma anche scientifica e terapeutica, di ciò che consente per 9 mesi di agire come polmone, fegato, rene del feto.

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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