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I gastruloidi come risposta allo studio di molti meccanismi cellulari

“Alcune fra le domande più affascinanti della biologia sono fondamentali per capire i meccanismi alla base delle malattie e aiutare a sviluppare strategie preventive e terapeutiche”, osserva Gabriella Minchiotti, cordonatrice sullo studio dei gastruloidi, organoidi formati da cellule staminali.

“Come si sviluppa un embrione molto complesso a partire da un iniziale aggregato di cellule molto simili tra loro? Perché in alcuni casi lo sviluppo embrionale si interrompe o si altera portando a condizioni patologiche? Quali farmaci, condizioni nutrizionali/metaboliche, interferiscono con il corretto sviluppo di un embrione?”: queste sono alcune delle domande a cui i ricercatori stanno cercando di trovare una risposta.

I gastruloidi potrebbero essere la chiave per fare luce su alcuni di questi interrogativi e aprire delle prospettive inedite per la ricerca biomedica.

“I gastruloidi sono organoidi embrionali e costituiscono un eccellente sistema modello, sia per studiare lo sviluppo di tessuti in condizioni normali o patologiche, sia per identificare geni, nutrienti (aminoacidi, lipidi, zuccheri), e condizioni fisicochimiche (temperatura, pressione di ossigeno) che garantiscono un corretto sviluppo embrionale”, spiega Minchiotti.

“Il nostro team ha dimostrato che non tutte le cellule staminali embrionali di topo sono in grado di formare gastruloidi e che la loro competenza dipende dallo stato di pluripotenza. Mentre le cellule staminali più immature (naïve) sono in grado di generarne, quelle in uno stadio più avanzato (primed) formano aggregati cellulari che non riescono a svilupparsi correttamente”, ha aggiunto l’esperta.

Oltre a lei, anche Eduardo Patriarca ha coordinato gli studiosi che hanno preso parte alla ricerca. Il buon esito dello studio è stato possibile anche grazie alla collaborazione di Alfonso Martinez-Arias dell’Università di Cambridge.

“Definire funzionalmente una cellula staminale richiede, a oggi, l’utilizzo di modelli animali, i nostri studi suggeriscono che l’efficienza di formazione di un gastruloide, è un valido modello “in vitro” per definire lo stato di pluripotenza di una cellula staminale, chiarisce Minchiotti.

“Inoltre, la particolare configurazione e l’efficienza del metodo messo a punto dai ricercatori per generare gastruloidi, fa di questa metodologia una piattaforma ottimale per screening genetici e farmacologici sia per studi di ricerca di base che applicata”, conclude l’esperta.

Fonte: Stem Cells Report

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