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Cellule staminali cordonali e terapie per COVID-19, facciamo il punto.

Nel 2019 si sono contati 159 studi clinici sulle cellule staminali mesenchimali, nel 2020 siamo arrivati a 300. In passato, gli studi clinici sulle terapie cellulari riguardavano soprattutto patologie e condizioni neurologiche. Come ci si sarebbe potuto aspettare, nell’ultimo anno le cose sono cambiate: circa l’80% dell’incremento è dovuto a studi inerenti alla terapia contro il COVID, in particolare contro la polmonite interstiziale.

Il sistema immunitario dei pazienti di COVID-19 produce una quantità anomala di fattori infiammatori, causando così una sovrapproduzione di citochine e di cellule immunitarie. La tempesta di citochine danneggia i tessuti polmonari e, nei casi peggiori, porta alla morte del paziente. Secondo gli studi, le cellule staminali mesenchimali possono sia prevenire la tempesta di citochine sia ripararne i danni.

Circa il 72% degli studi sulla terapia cellulare, quando applicata al COVID-19, consistono in metodologie per il trapianto di cellule staminali mesenchimali nei pazienti. A questi si affiancano gli studi incentrati invece sulla metodologia CAR-T, che prevedono anche una modificazione genetica delle cellule usate.

Gli studi internazionali

Save the Cord Foundation ha ospitato il Prof. Camillo Ricordi, Direttore del Diabetes Research Institute and Cell Transplant Center dell’Università di Miami, che ha tenuto un seminario in diretta streaming rivolto a tutti gli specialisti con aggiornamenti sul suo protocollo di studio che lega l’uso delle cellule staminali da tessuto cordonale alla terapia per Covid-19

I risultati del lavoro sono stati pubblicati su Translational Medicine: le infusioni di cellule mesenchimali staminali derivate dal cordone ombelicale si sono dimostrate sicure e senza effetti collaterali per i pazienti trattati. Tra i casi più gravi la sopravvivenza è stata del 91% nei pazienti trattati con cellule staminali, contro il 42% del gruppo di controllo. Anche le guarigioni senza serie complicanze sono state molto più significative. Il tempo di cura è risultato più breve: oltre il 60% è uscito dall’ospedale in due settimane, contro permanenze di oltre un mese nei soggetti sopravvissuti del gruppo controllo. Guardando il sottogruppo dei pazienti sotto gli 85 anni, la sopravvivenza è del 100 per cento con due iniezioni di staminali. L’effetto della cura si vede in una o due settimane. 

Dopo una semplice iniezione endovenosa, queste cellule arrivano direttamente nel polmone e il 90% resta intrappolato. L’effetto di queste cellule è antinfiammatorio e di regolazione del sistema immunitario. Hanno anche un’azione anti-citochine, le molecole proteiche prodotte dal sistema immunitario che sono associate all’immunotrombosi nei casi gravi. Inoltre, promuovono la rigenerazione dei tessuti.

Nello specifico il prof. Ricordi ha messo in evidenza che le cellule mesenchimali bloccano l’azione del TNF (Tumour Necrosis Factor) grazie all’azione di un recettore presente che ne sottrae l’efficacia. Il TNF è un fattore pro-infiammatorio che si scatena dopo infezione da Sars-Cov2.

L’efficienza è incredibile, se pensiamo che da un singolo cordone ombelicale si possono produrre oltre 10mila dosi terapeutiche. Il trial internazionale ha riguardato inizialmente Nord America e Cina. Ora è diffuso in tutto il mondo.

Gli studi clinici entreranno nella Fase 3 dopo l’approvazione dell’FDA in Nord America ma ciò che risulta chiaro oramai è che queste cellule possono essere combinate ad altre terapie massimizzandone l’efficacia.

Anche in Italia, grazie al coordinamento dell’Università di Modena, è possibile questa terapia presso diversi ospedali come il Niguarda e il San Raffaele a Milano, come Monza e Bergamo, ma anche Roma, Palermo e altri.

 

La ricerca in Italia

Lo studio italiano Rescat ha l’obiettivo di inibire l’infiammazione provocata dalla polmonite da COVID-19 usando le cellule staminali mesenchimali. Pur non essendo il primo studio in assoluto che applica questa metodologia ai pazienti affetti dal virus, è il primo italiano a farlo. Inoltre, Rescat fa qualcosa in più rispetto agli altri studi.

La sua particolarità sta nel confrontare gli effetti della terapia anche in base alla provenienza delle staminali usate. I ricercatori stanno quindi verificando quali sono le staminali mesenchimali più efficaci, il tutto in un’unica sperimentazione controllata. In particolare, stanno mettendo a confronto le staminali del midollo osseo con quelle del tessuto adiposo e del sangue cordonale.

Lo studio è coordinato dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria Modena, con la collaborazione delle Università di Modena e di Reggio Emilia. Sono coinvolti anche ospedali e centri di ricerca sparsi in tutto il Nord Italia, dall’Ospedale San Gerardo di Monza all’Ospedale Careggi di Firenze.

 

L’impegno di FamiCord

Circa il 50% degli studi di cui abbiamo parlato sopra prevede l’uso di cellule neonatali, cui realtà come FamiCord hanno contribuito in modo importante.

Il Gruppo FamiCord ha fornito cellule staminali neonatali per studi spagnoli, svedesi, portoghesi e polacchi. Le cellule sono usate per trattare le fibrosi polmonari provocate dal COVID-19, oltre che per arginare la sindrome respiratoria acuta provocata dal virus. Il gruppo è in prima linea per sostenere la ricerca e collaborare con gli istituti dei diversi paesi coinvolti. Tra gli altri, FamiCord collabora con il Karolinska Institut, un centro di ricerca svedese, riconosciuto come un’eccellenza a livello mondiale.

Circa il 24% degli studi sono già in fase 2 o 3 di sperimentazione, il che dimostra quanto stia andando veloce la ricerca.

Com’è possibile che gli studi stiano andando così in fretta? In parte è merito di una certa necessaria urgenza, non c’è dubbio. Bisogna però considerare anche la natura dei diversi tipi di studio: mentre i trattamenti delle condizioni polmonari si focalizzano sulle diverse modalità di infusione delle cellule mesenchimali, nell’immunoterapia con CAR si agisce anche sui geni delle cellule staminali.

In definitiva, la scienza si sta muovendo a passo veloce contro il COVID-19 e usando tutti i mezzi a sua disposizione. Le cellule staminali mesenchimali sono forse una delle risorse potenzialmente più preziose.

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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