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Il cordone della sorellina-sorpresa ha salvato Brodie

Bambino Brodie

Ogni bambino, inizia a gattonare e a camminare secondo i suoi tempi: cercare di forzarlo è la cosa più sbagliata che un genitore possa fare. Eppure, Brenda non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che ci fosse qualcosa di strano in suo figlio Brodie.

Il piccolo alzava la testolina, sorrideva, cercava di afferrare tutti gli oggetti curiosi che gli capitavano davanti. A sei mesi, stava cominciando a gattonare in giro per la casa, in cerca di nuove avventure come qualsiasi neonato. Però c’era quel movimento strano che faceva con il lato sinistro del corpo… È normale che un bambino si trascini dietro una gamba, invece di usarla come supporto? E che non muova un braccio?

I medici dell’ospedale locale minimizzavano: capita che i neonati facciano cose strane, quasi assurde per noi adulti. Nonostante le rassicurazioni, però, Brodie continuava a muoversi in maniera strana e aveva smesso di migliorare. Non poteva essere una fase normale dello sviluppo, ormai era chiaro.

Dopo un anno di pellegrinaggi continui da un ospedale all’altro, Brenda ottenne la sua risposta: Brodie soffriva di paralisi cerebrale. Probabilmente aveva avuto un ictus mentre era ancora nel ventre materno, di cui nessuno si era reso conto sul momento. Purtroppo non avrebbe fatto che peggiorare; avrebbe passato la vita sulla sedia a rotelle, incapace di vestirsi e perfino di mangiare da solo.

Forse era colpa del dolore e dello stress, ma anche Brenda aveva cominciato a stare male. Non riusciva a mangiare ed era sempre stanca e irritabile, con una voglia continua di piangere. Dopo qualche settimana, però, le nausee continue cominciarono a sembrarle sospette. Fece un test di gravidanza, per sicurezza, e scoprì di essere di nuovo incinta.

Non era una gravidanza cercata: Brodie le portava via troppa energia anche solo per pensare di fare un altro figlio. Era una gravidanza così inaspettata, che qualcuno potrebbe pensare che il destino ci abbia messo lo zampino.

Chissà, magari fu sempre il destino a far finire quel volantino tra le mani di Brenda che, ormai incinta di diverse settimane, lesse del trial organizzato dal Murdoch Children’s Research Institute. L’istituto di ricerca stava cercando 12 bambini affetti da paralisi cerebrale e di cui fosse disponibile il sangue cordonale, per testare gli effetti delle staminali del cordone.

Quattro mesi dopo la sua nascita, i medici confermarono che la piccola Zoe era un donatore compatibile. Brodie poteva partecipare al trial. C’era una speranza per lui.

Oggi Brodie ha sette anni ed è un bambino normale: corre, salta, si muove e ovviamente litiga con la sorellina. Dopo ogni litigata, però, fanno sempre pace. In fondo Zoe gli ha dato il suo “sangue speciale”: non può tenerle il muso troppo a lungo.

Fonte: nzherald.co.nz

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