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Lesioni al midollo spinale: due nuove risposte dalla medicina

Due gruppi di ricerca, uno svizzero e uno israeliano, sono riusciti a riparare completamente delle lesioni al midollo spinale e ripristinare la funzione motoria a seguito di paralisi.

Il primo studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, è stato condotto dagli scienziati dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia (EPFL) e del Centro ospedaliero universitario del Vaud a Losanna, che hanno valutato l’efficacia del loro approccio su tre pazienti umani con paralisi sensomotoria completa. Il team, guidato dagli scienziati Grégoire Courtine e Jocelyne Bloch, ha elaborato un sistema di stimolazione elettrica del midollo spinale tramite piastre a elettrodi progettate per il trattamento mirato delle lesioni. Tale metodo secondo gli esperti consente di raggiungere tutti i nervi del midollo spinale associati ai movimenti delle gambe e del tronco. L’uso della stimolazione elettrica del midollo spinale, infatti, era stato già impiegato precedentemente, attraverso neurotecnologie originariamente progettate per il trattamento del dolore, ma la maggior parte di questi dispositivi non era adatta a stimolare la totalità delle cellule nervose coinvolte nella deambulazione.

Gli scienziati svizzeri hanno coinvolto tre uomini di età compresa tra 29 e 41 anni, con paralisi sensomotoria completa, che sono stati sottoposti al trattamento. La piastra ideata dai ricercatori consente di personalizzare il posizionamento degli elettrodi per ciascun paziente, ottimizzando la possibilità di recupero delle funzioni motorie. Secondo i test condotti dal gruppo di ricerca, in tutti i partecipanti la funzione motoria è stata ripristinata entro poche ore dal trattamento. La neuroriabilitazione, commentano gli studiosi, ha aiutato i pazienti a eseguire una serie di attività motorie, come camminare, andare in bicicletta e nuotare. “Sebbene i tre partecipanti fossero in grado di camminare autonomamente – scrivono gli autori – è importante sottolineare che non hanno riacquistato la completa naturalezza dei movimenti. Dopo cinque mesi di riabilitazione, tuttavia, i nostri pazienti erano in grado di compiere azioni precedentemente impossibili, il che costituisce un risultato davvero significativo”.

“I primi passi sono stati davvero incredibili – commenta Michel Roccati, uno dei tre pazienti ad aver ricevuto il trattamento – è stato come un sogno. Ho seguito un allenamento piuttosto intenso negli ultimi mesi, mi sono posto una serie di obiettivi da raggiungere. Ora riesco a salire e scendere le scale senza troppa difficoltà. Spero di poter percorrere qualche chilometro a piedi entro la primavera”. Michel, nato e cresciuto in Italia, è rimasto paralizzato lo scorso dicembre a causa di un incidente con la motocicletta. Questo lavoro, commentano gli autori, potrebbe cambiare significativamente la vita dei pazienti come Michel e restituire le capacità motorie a milioni di persone.

 

Il secondo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, è stato condotto dagli scienziati del Sagol Center for Regenerative Biotechnology, presso l’Università di Tel Aviv. Il gruppo di ricerca, guidato da Tal Dvir, ha realizzato degli impianti personalizzati di tessuti funzionali partendo da materiali biologici. Testati su modelli murini, questi tessuti funzionali sono stati in grado di ripristinare la capacità di deambulazione in caso di paralisi. I ricercatori hanno prelevato dei campioni di tessuto da alcuni topolini, selezionando animali caratterizzati da paralisi acuta, cioè in corso da poco tempo, e cronica, ovvero manifestatasi per periodi più lunghi. Gli scienziati hanno alterato i campioni tramite un processo in grado di riprodurre lo sviluppo del midollo spinale che si verifica durante la frase embrionale. Stando ai risultati del team, questo approccio ha portato a un recupero della funzione deambulatoria nell’80 per cento degli animali con paralisi cronica e nel 100 per cento dei modelli caratterizzati da paralisi acuta. “L’obiettivo per i prossimi lavori – affermano gli autori – è quello di progettare impianti personalizzati del midollo spinale per riparare i tessuti umani danneggiati da lesioni. Questo approccio riduce il rischio di rigetto”.

“La nostra tecnologia – commenta Dvir – si basa sul prelievo di tessuto adiposo della pancia dal paziente. Questo campione è costituito da cellule e da una matrice extracellulare, che vengono separate e isolate. L’ingegneria genetica riprogramma le cellule e le porta in uno stato che ricorda quello delle cellule staminali embrionali. Da qui abbiamo prodotto un idrogel personalizzato, che poi permette lo sviluppo di impianti tridimensionali di reti contenenti motoneuroni”. Questi incoraggianti risultati potrebbero rivelarsi davvero importanti per le persone colpite da paralisi motoria dovuta a lesione spinale. “Il nostro lavoro – conclude Dvir – rappresenta un motivo di speranza per milioni di pazienti, costretti in sedia a rotelle a causa di queste problematiche. Speriamo di raggiungere la fase di sperimentazione clinica sull’uomo entro i prossimi anni, in modo da compiere un passo avanti davvero entusiasmante in un campo molto importante della medicina rigenerativa”.

Fonte: tratto da “Il Fatto Quotidiano”

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