Uno studio coordinato dal professor Gianvito Martino rivela le proprietà terapeutiche delle cellule staminali neurali contro la sclerosi multipla. Le cellule di questo tipo producono una proteina-farmaco che combatte la malattia. Per provare l’efficacia dell’approccio, i ricercatori hanno trapiantato bassi dosaggi di staminali in alcuni pazienti. A breve si concluderà il primo ciclo di trattamenti e si avranno i primi risultati.

Secondo lo studio, le cellule staminali neurali rilasciano una proteina poco conosciuta chiamata TGF-beta2. La proteina in questione riduce l’infiammazione nel cervello provocata dalla malattia. Interferisce infatti con l’attivazione del sistema immunitario propria della sclerosi multipla progressiva. Un processo che si è già rivelato efficace sui topi affetti dalla malattia. Bisognerà vedere se lo stesso sarà per l’uomo.

Il San Raffaele sta portando avanti il primo studio clinico del trattamento. Per il momento l’obiettivo è testare la sicurezza del trapianto nel cervello e comprenderlo meglio. Infatti, l’esatto funzionamento di TGF-beta2 è ancora poco chiaro. Si sa che le cellule staminali neurali fungono da cavalli di Troia, che rilasciano le molecole necessarie nei diversi punti del sistema nervoso. Tra queste c’è anche TGF-beta2, appunto.

Se lo studio dovesse avere successo, aprirebbe le porte a un nuovo trattamento contro la sclerosi multipla. Potrebbe persino portare ad elaborare terapie per altre malattie legate al sistema nervoso. Saranno però necessari ancora diversi anni di studio e di ricerche.

Fonte: corriere.it