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Stanziati fondi per test sull’uso di cellule staminali contro la Sla

Stanziati fondi per test sull’uso di cellule staminali contro la Sla

26.11.2015

2 min di lettura

o.Il metodo utilizzato in questo trattamento contro la Sla è stato ideato da Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’Istituto Casa Sollievo della Sofferenza. La tecnica prevede l’utilizzo di cellule cerebrali prelevate da feti che sono stati abortiti in modo spontaneo (pertanto questo prelievo è considerato privo di problemi etici), e che vengono successivamente fatte sviluppare in laboratori certificati.

Con la legge di Stabilità il Governo italiano ha stanziato tre milioni di euro per avviare test clinici sull’utilizzo delle cellule staminali contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica, primo progetto al mondo di questo tipo.

Il metodo utilizzato in questo trattamento contro la Sla è stato ideato da Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’Istituto Casa Sollievo della Sofferenza. La tecnica prevede l’utilizzo di cellule cerebrali prelevate da feti che sono stati abortiti in modo spontaneo (pertanto questo prelievo è considerato privo di problemi etici), e che vengono successivamente fatte sviluppare in laboratori certificati.

Il dott. Vescovi ha recentemente presentato i risultati della fase 1 della sperimentazione di questa terapia su 18 pazienti, che è risultata priva di effetti collaterali. In questo primo test si è potuto inoltre osservare un leggero miglioramento delle condizioni dei pazienti. La disponibilità dei fondi messi a disposizione dal Governo (1 milione nel 2017 e 2 nel 2018) può rendere possibile l’avvio della fase 2 del test sulla terapia con cellule staminali cerebrali contro la Sla, che coinvolgerà 60-80 pazienti e che dovrebbe prendere il via nella seconda metà del 2016.

Il metodo elaborato per questa terapia sperimentale contro la Sla potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica anche per altre malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla. Al momento il team di ricerca di Vescovi è in attesa dell’autorizzazione per avviare la sperimentazione di fase 1 anche per questa malattia.

Fonte: ansa.it

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