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Finalmente l’Italia si mette in gioco con le cellule staminali mesenchimali per la terapia contro COVID-19

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Finalmente l’Italia si mette in gioco con le cellule staminali mesenchimali per la terapia contro COVID-19

Le Cell Factory di Firenze, Milano, Modena, Monza e Roma, oltre a quella di Vicenza, e altrettanti centri clinici, coordinata dal professor Massimo Dominici dell’Università di Modena e Reggio Emilia hanno sottoposto all’AIFA un protocollo clinico per l’uso delle cellule mesenchimali contro l’infiammazione prodotta dall’infezione da COVID-19. Una Cell Factory è un’officina farmaceutica in cui si producono cellule e/o tessuti da impiegare a scopo terapeutico.

Si chiamano, infatti, prodotti medicinali di terapia avanzata (ATMP).

La legislazione europea e italiana prevede che possano essere utilizzate in clinica solamente le cellule prodotte da Cell Factory autorizzate dall’Agenzia italiana del farmaco. Nel nostro Paese ne sono state autorizzate poco più di dieci, la maggior parte pubbliche.

Il 13 aprile scorso la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato uno studio multicentrico di fase 2/3 che prevede di arruolare circa 400 pazienti affetti da ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome) indotta da Covid-19, in cui il prodotto di terapia cellulare è industriale e a base di MSC.

L’Italia ora, ha deciso di intervenire e è stato trattato a Vicenza il primo paziente COVID-19 positivo con le cellule mesenchimali.  I primi risultati clinici sembrano essere incoraggianti.

L’ARDS indotta da COVID-19 è un fenomeno nuovo a noi sconosciuto perché induce una cascata molecolare infiammatoria molto acuta. I dati clinici con forme di ARDS più deboli finora erano stati controversi ma le pubblicazioni scientifiche cinesi e poi l’apertura di studi clinici negli Stati Uniti su COVID-19 sembrano affermare che effettivamente le cellule mesenchimali siano in grado di frenare l’infiammazione.

La fonte di cellule mesenchimali ideale sembra essere il tessuto cordonale perché:

  1. Il cordone ombelicale è una fonte elevata di cellule staminali mesenchimali
  2. Le cellule staminali mesenchimali derivanti dal tessuto del cordone ombelicale si moltiplicano molto più velocemente di quelle di altre fonti. Poiché il coronavirus provoca una condizione patologica sistemica, c’è bisogno di milioni di cellule per dare un’efficacia clinica. Per questo avere una fonte che dà un maggiore numero di cellule, come il cordone ombelicale, la fa preferire alle altre.
  3. Il tessuto del cordone ombelicale e le cellule in esso contenute vengono prelevati in maniera non invasiva.
  4. Le cellule staminali mesenchimali hanno delle caratteristiche immunologiche che gli permettono di esser trapiantate anche da un paziente diverso dal donatore e non generare rigetto.

Un bel traguardo per i gruppi di ricerca italiani che finalmente sembrano avere l’appoggio da parte di AIFA nel produrre dei risultati clinici in ambito di medicina rigenerativa a una velocità in linea con i paesi più avanzati del mondo.

"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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