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Cellule staminali per i capelli? Ecco come potremmo usarle

Cellule staminali per i capelli? Ecco come potremmo usarle

01.08.2025

6 min di lettura

La caduta dei capelli è una condizione diffusa, percepita come un problema da milioni di persone. Uomini e donne di tutte le età vivono la perdita dei capelli con vergogna, il che ha un impatto significativo sulla qualità della vita e sull’autostima.

Per anni, le opzioni di trattamento sono state limitate; oggi le cose stanno cambiano, anche grazie alle scoperte nel campo della biologia rigenerativa. Le cellule staminali si stanno rivelando una carta vincente per la cura dei capelli, grazie alla loro proprietà di differenziazione e non solo.

Approfondiamo la cosa.

Il ruolo delle staminali nella caduta dei capelli

Fino a non troppo tempo fa, era opinione come che la perdita dei capelli fosse dovuta solo alla morte delle cellule del bulbo pilifero. Secondo alcuni studi, potrebbe essere vero solo in parte.

Le cellule staminaligiocano un ruolo fondamentale nella crescita dei capelli. Le cellule stanno all’interno dei follicoli piliferi, le piccole insenature a forma di tunnel da cui crescono i capelli, dove danno origine al fusto del capello e alla sua guaina. Quando il follicolo si inattiva e il capello cade, rimane una riserva di cellule staminali pronte a dare vita a una nuovo capello.

Uno studio pubblicato su “Nature Aging” mostra che la caduta dei capelli potrebbe essere causata dalla “fuga” di queste cellule staminali dal bulbo pilifero. Lo studio si basa modelli animali, ma la scoperta è probabilmente applicabile anche all’uomo. Ciò apre nuove opportunità per comprendere e studiare i fattori correlati alla perdita di capelli, tra cui l’invecchiamento.

Obesità e caduta dei capelli

L’invecchiamento è solo una delle possibili cause di “fuga” delle staminali dai follicoli. Uno studio della Tokyo Medical and Dental University (TMDU) ha trovato una correlazione anche con l’obesità.

Che il sovrappeso fosse collegato ad un rischio più grande di alopecia androgenetica era cosa già nota, ma le cause erano poco chiare. I ricercatori hanno quindi messo a confronto i follicoli di due gruppi di cavie: il primo nutrito gruppo nutrito con una dieta standard, il secondo con una dieta ricca di grassi.

I topi obesi, quelli nutriti con dieta ricca di grassi, hanno perso più peli più rapidamente e i loro follicoli piliferi si sono rimpiccioliti. Inoltre Emi K. Nishimura, autrice senior dello studio, spiega che:

“L’espressione genica negli HFSC (cellule staminali di follicoli piliferi, n.d.r.) dei topi nutriti ad alto contenuto di grassi indicava l’attivazione della segnalazione di citochine infiammatorie all’interno degli HFSC”.

Secondo i ricercatori, è stato lo stress ossidativo causata dall’obesità a danneggiare le cellule staminali dei follicoli piliferi. Col tempo queste si sono esaurite, portando alla perdita permanente dei follicoli stessi e dei peli. Lo stesso meccanismo potrebbe verificarsi anche negli esseri umani.

Interessante notare quanto poco basti per attivare questo meccanismo. Secondo lo studio, bastano quattro giorni consecutivi di alimentazione ricca di grassi per aumentare lo stress ossidativo. Rimangono troppo pochi per provocare danni permanenti, ma indicano una chiara correlazione tra eccesso di grassi, infiammazione e caduta dei capelli.

La buona notizia è che, forse, l’attivazione della via di segnalazione della proteina sonic hedgehog (SHH) potrebbe contrastare l’esaurimento delle cellule staminali. Quando causata dall’obesità, quanto meno.

Il ruolo della proteina PDGF

Va detto che non sempre le cause dei danni alle staminali vanno cercati nell’ambiente, anzi. I ricercatori dell’Università di Calgary hanno identificato una proteina chiave per la crescita dei capelli.

La proteina si chiama PDGF ed è un fattore di crescita derivato dalle piastrine. Nel caso specifico, è la proteina di segnalazione che guida l’azione delle cellule staminali all’interno dei follicoli. Oltre a questo, è la proteina che richiama i globuli bianchi nei pressi di una ferita, nonché uno dei fattori che stimola la riproduzione cellulare.

Quando la proteina PDGF manca, le cellule staminali dentro i follicoli non riescono più a rigenerarsi e diminuiscono, fino a sparire. Questo porta a una progressiva diminuzione dei capelli, ma non solo: l’assenza di PDGF (e quindi delle staminali) provoca un rallentamento delle capacità generali rigenerarsi, per cui le ferite e le bruciature guariscono più lentamente.

Modulare la proteina PDGF aiuterebbe sì a prevenire la calvizie, ma anche a rallentare i segni dell’invecchiamento, ad accelerare la guarigione delle ustioni e ad evitare la formazione di cicatrici.

Terapie a base di cellule staminali per la ricrescita dei capelli

Per il momento, le sole cellule staminali non possono curare la calvizie. Le tante scoperte fatte, però, hanno aiutato ad elaborare terapie di supporto contro la perdita di capelli. Il plasma ricco di piastrine (PRP) è una delle più efficaci.

L’utilizzo del Plasma Ricco di Piastrine prevede l’ottimizzazione del plasma ottenuto dai pazienti, ricco di cellule staminali, e la sua reintroduzione nel cuoio capelluto tramite micro-iniezioni. In questo modo si stimola la crescita cellulare dei follicoli, rinforzando i capelli presenti e ritardandone la caduta.

Per il momento, il trattamento è efficace solo su follicoli indeboliti ma ancora vivi; molti lo consigliano in concomitanza con un eventuale trapianto, per stimolare l’attecchimento dei follicoli nuovi. Tra l’altro, l’uso di certi farmaci e il tabagismo possono ridurne efficacia.

Staminali contro l’alopecia areata?

Una variante del trattamento succitato è in fase di elaborazione per contrastare l’alopecia areata. Questa patologia autoimmune colpisce i follicoli capillari, provocando la caduta di capelli in aree sparse del cuoio capelluto.

Ad oggi, i trattamenti contro l’alopecia areata si limitano a regimi immunomodulatori o immunosoppressivi, con tutte le controindicazioni del caso. Ecco perché è così importante cercare delle alternative poco invasive; le staminali aiutano a fare proprio questo.

Abbiamo a disposizione diversi studi dedicati all’uso delle staminali contro l’alopecia areata, tutti incoraggianti. In uno di questi, i ricercatori hanno coltivato cellule mononucleate raccolte dal sangue dei pazienti stessi con staminali cordonali, per “educarle” prima di rimetterle in circolo. I risultati sono stati buoni.

Il trattamento pare aver ripristinato la produzione delle citochine Th1/Th2/Th3 nel sangue periferico dei pazienti, aiutando a ridurre l’infiammazione causata dalla malattia. Inoltre, le cellule hanno stimolato lo sviluppo dei follicoli e, soprattutto, hanno creato un anello protettivo attorno ai follicoli più nuovi e delicati.

Un futuro con più capelli?

L’uso delle cellule staminali nella cura dei capelli può sembrare frivolo, se confrontato a terapie contro il cancro o contro l’Alzheimer. Ciononostante, anche questa è medicina rigenerativa e anche questo ci aiuta a comprendere meglio come funziona il nostro organismo.

Molti degli studi cui abbiamo accennato potrebbero applicarsi non solo alla calvizie, ma anche all’artrosi o alla cura delle ustioni. Inoltre, molte persone vivono con dolore la perdita di capelli: trovare un modo per contrastarla li aiuterebbe a vivere meglio, sia con se stessi sia con gli altri.

Se vuoi conoscere meglio i tanti possibili utilizzi delle staminali, contatta Sorgente: da anni ci impegniamo per divulgare il valore delle staminali del cordone ombelicale, un tesoro che potrebbe fare tanto. E non solo per i capelli.

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