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Storie a lieto fine

Storie a lieto fine

Le storie che vogliamo raccontarvi sono la migliore testimonianza del nostro contributo per la vita. L’utilizzo delle cellule staminali cordonali nelle terapie è iniziato nel 1989. Da allora sono stati effettuati circa 45.000 trapianti di cellule staminali cordonali e il loro numero è in continua crescita. I laboratori del Gruppo Famicord, di cui fa parte anche Sorgente, si sono occupati della fornitura dei campioni di cellule staminali per diversi trattamenti ad esito positivo. Ecco alcuni casi a lieto fine!

Historie naszych pacjentów

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    Storia di Olek

    Fin dalla nascita Olek è stato un bambino di salute cagionevole, infatti si ammalava molto spesso e aveva frequenti infezioni.

    Al compimento di un anno e mezzo i genitori hanno notato un grande ingrossamento sul collo e hanno sottoposto il figlio a un’operazione con la quale, a seguito di analisi istopatologiche, hanno capito che Olek soffriva della malattia granulomatosa cronica (CGD).

    Questa malattia è una immunodeficienza primitiva rara caratterizzata da suscettibilità alle infezioni batteriche e micotiche gravi. Quando hanno appreso che la malattia risultava essere inguaribile, i genitori di Olek si sono sentiti veramente impotenti.

    I medici hanno suggerito subito alla famiglia la necessità di un trapianto di cellule staminali, in quanto qualsiasi infezione avrebbe potuto portare il bambino alla morte.
    I genitori hanno così deciso di conservare le cellule staminali ematopoietiche cordonali del fratellino più piccolo. Questa decisione ha sancito l’inizio di una nuova vita per Olek.

    Infatti il bambino è stato sottoposto a un trattamento standard con cellule staminali cordonali per la cura della malattia granulomatosa cronica e questo gli ha salvato la vita.
    Inoltre il trapianto del sangue cordonale del fratellino, oltre che salvargli la vita, ha fatto si che Olek guarisse anche dalla celiachia. Il piccolo non potrà mai dimenticare il sapore del panino che gli ha preparato la nonna quando i medici hanno confermato la sua guarigione.

    Le cellule staminali del sangue cordonale di Olek sono conservate presso la biobanca di FamiCord Group, di cui fa parte Sorgente.

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      Katarzyna

      Mamma di Olek

    • olek

      Olek

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    Storia di Olivia

    Olivia è una bambina a cui, dopo soli tre mesi dalla nascita, è stata diagnosticata l’idrocefalia.

    Si tratta di una malattia dovuta a un accumulo di liquido cerebrospinale nei ventricoli cerebrali che ne aumenta il volume e causa anche un incremento della pressione intracranica.

    Per un anno i genitori di Olivia hanno cercato un medico disponibile a operare la loro amata figlia e solo quando la piccola ha compiuto 18 mesi hanno trovato un medico disposto a sottoporre la bimba a trattamenti di embolizzazione in una clinica in Germania.

    Purtroppo però l’intervento non è andato come sperato: a seguito del primo trattamento di embolizzazione la situazione è peggiorata, Olivia non riusciva più a muoversi, era immobile nel suo lettino, le sue pupille non reagivano ed era molto debole. Inoltre, dopo ulteriori accertamenti, le era stata diagnosticata anche l’epilessia.

    A seguito di questa ultima diagnosi, il trattamento di embolizzazione è stato sospeso, gettando i genitori nello sconforto, perché avevano perso l’unica speranza di curare la loro bimba.  La speranza si è riaccesa però quando hanno saputo che potevano utilizzare le cellule staminali di Olivia stessa, che cautamente avevano conservato al momento del parto.

    Già dopo pochi giorni dalla prima applicazione di cellule staminali, in Olivia si sono potuti osservare dei miglioramenti e dopo la terza applicazione Olivia ha detto la sua prima parola.

    All’età di due anni e mezzo Olivia ha cominciato a frequentare l’asilo nido nonostante avesse ancora difficoltà a parlare ma, dopo la quinta applicazione di cellule staminali, Olivia ha avuto un miglioramento spettacolare e ha cominciato a dire frasi intere.

    Immaginate l’emozione della mamma di Olivia quando la sua piccola ha pronunciato per la prima volta la parola “mamma”.

    Le cellule staminali del sangue cordonale di Olivia sono conservate presso la biobanca di FamiCord Group, di cui fa parte Sorgente.

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      Marta

      Mamma di Olivia

    • olivia

      Olivia

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    Storia di Ada

    Ada è nata il 5 febbraio 2017 e alla nascita sembrava una bambina sana.

    I suoi genitori però si sono accorti molto presto che la piccola utilizzava in maniera perfetta la mano sinistra, mentre tendeva a non usare mai destra: le sue dita erano rigide e il braccio destro si limitava a sostenere le attività del braccio sinistro.

    I genitori si sono naturalmente allarmati e hanno iniziato a sottoporre la figlia a visite mediche per cercare di capire cosa stesse succedendo. A seguito di un’ecografia, sono stati informati che la parte sinistra del cervello di Ada era meno sviluppata e risultava quindi più piccola.

    La prima diagnosi è stata tumore al cervello. Immediatamente Ada è stata ricoverata all’Ospedale Pediatrico di Varsavia dove, dopo accertamenti, i genitori hanno ricevuto la notizia che non si trattava di un tumore al cervello, ma di una grave ischemia.

    Fortunatamente, prima del parto, i genitori di Ada avevano preso in considerazione la conservazione del sangue cordonale e, valutando i pro e i contro, avevano pensato che si trattasse di una specie di polizza sulla vita che si poteva stipulare soltanto al momento della nascita. Una scelta che si è rivelata cruciale per il futuro di Ada: i genitori, infatti, hanno iniziato a informarsi su eventuali terapie in cui si utilizzavano le cellule staminali e sono venuti a conoscenza di alcune applicazioni sperimentali con il sangue cordonale presso la Duke University, il Centro con più esperienza al mondo nel trattamento sperimentale delle malattie neurologiche con l’utilizzo di sangue cordonale.

    Ada è stata accettata per il trattamento sperimentale e i suoi genitori sono finalmente speranzosi di donare alla figlia un futuro migliore anche perché, senza la speranza di un trattamento con le cellule staminali, l’unica cura possibile per Ada sarebbe stata una riabilitazione lunga ed estenuante senza certezza di un miglioramento significativo. Un gesto piccolo e semplice, come scegliere di conservare il sangue del cordone ombelicale, sta facendo una grandissima differenza nella vita di Ada.

    Le cellule staminali del sangue cordonale di Ada sono conservate presso la biobanca di FamiCord Group, di cui fa parte Sorgente.

    • mamma-di-ada

      Beata

      Mamma di Ada

    • ada

      Ada

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    Storia di Allan

    Magdalena Lignar, mamma di Allan, ricorda che quando ha saputo di aspettare due gemelli ha avuto da una parte una grande paura e dall’altra una grande felicità, perché aveva sempre desiderato avere una famiglia numerosa. La gravidanza è proseguita senza complicazioni anche se i bambini sono nati al settimo mese di gestazione.

    Trascorsi sette mesi dalla nascita, Allan, uno dei gemellini, ha iniziato ad avere atteggiamenti strani: era sempre nervoso, aggressivo e autolesionista.

    Dopo un consulto medico, i genitori di Allan hanno ricevuto la diagnosi di autismo infantile e per loro è stato un enorme shock. La mamma era ovviamente disperata perché non sapeva come aiutare suo figlio e le si stringeva il cuore mentre guardava Allan soffrire, evitare i suoi abbracci e non rispondere alle sue attenzioni.

    La storia di questa famiglia è cambiata una sera, quando Magdalena si è imbattuta in un filmato della CNN sul caso di una bambina dodicenne affetta da autismo e sottoposta al trattamento sperimentale con le cellule staminali cordonali. Il documentario raccontava di come la bambina avesse avuto un beneficio incredibile da questa applicazione, così Magdalena ha pensato che il trattamento poteva essere una speranza anche per suo figlio Allan.

    Quando rimase incinta del suo terzo figlio, Magdalena decise di conservare le cellule staminali cordonali del neonato, con la speranza di poter aiutare Allan.

    E così, grazie alla compatibilità al 100% del sangue cordonale del fratellino, Allan ha iniziato la terapia. La prima applicazione del sangue cordonale è stata effettuata a luglio del 2017, mentre la seconda ad agosto.

    I genitori di Allan hanno subito notato un miglioramento significativo: fino a quel momento il loro piccolo li aveva sempre ignorati, rifiutando qualsiasi contatto e rimanendo spesso girato di spalle. Dopo il trattamento ha iniziato ad avvicinarli, a prenderli per mano e addirittura ad abbracciarli.

    Per loro è stato un miracolo, non c’era felicità più grande di vedere Allan chiedere il bacio della buonanotte per poter addormentarsi sereno. Aver avuto la fortuna di scoprire, quasi per caso, le enormi potenzialità delle cellule staminali ha dato ad Allan e alla sua famiglia un futuro migliore.

    Le cellule staminali del sangue cordonale di Allan sono conservate presso la biobanca di FamiCord Group, di cui fa parte Sorgente.

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      Magdalena

      Mamma di Allan

    • allan

      Allan

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