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Dibattito etico

Conservazione delle cellule staminali: il dibattito etico

La ricerca sulle cellule staminali, e in particolare quelle cordonali, è un tema delicato e giovane se lo si misura con l’orologio della scienza. Paesi di tutto il mondo (in prima linea le economie più avanzate come USA, Cina, India e numerosi altri paesi Europei) investono su questo tema ogni anno risorse importanti.

Karl Popper diceva: “Solo il nostro sapere è circoscritto mentre la nostra ignoranza è illimitata. Perciò nel poco che sappiamo possiamo divergere molto ma, nella sconfinata ignoranza, siamo tutti uguali.”

Con particolare riferimento alla conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale nella modalità privata e pubblica sono state raccolte di seguito, senza alcuna pretesa di esaustività, quelle che si ritengono le più importanti riflessioni sul tema in oggetto.

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Il sangue è un tessuto connettivo fluido che si rigenera nel nostro corpo, diversamente il sangue placentare (cordonale) è contenuto esclusivamente nel cordone ombelicale e ha pertanto caratteristiche di unicità nella vita dell’individuo, esattamente come un qualsiasi altro organo non rigenerabile dell’organismo. Questo aspetto dovrebbe aprire considerazioni e riflessioni ampie e profonde in chi si trova a prendere una decisione in merito alla conservazione delle cellule staminali.

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Grazie alla conservazione delle cellule staminali, potrebbe essere possibile in base a fattori di compatibilità l’utilizzo allogenico intra-familiare, con percentuali di compatibilità totale tra fratelli del 25% che decrescono col diminuire del grado di parentela. La donazione all’interno del nucleo familiare è da ritenersi a tutti gli effetti un gesto altrettanto nobile e importante.

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Associare il sangue placentare da cordone ombelicale al sangue periferico dell’individuo adulto (come viene fatto spesso in Italia) sarebbe oltremodo riduttivo. L’utilizzo autologo delle cellule staminali da cordone ombelicale non è oggi circoscritto solamente alle malattie oncologiche come erroneamente viene spesso indicato. Le staminali cordonali sono infatti già state impiegate, nel corso di studi clinici, nel trattamento di malattie croniche e degenerative (come ad esempio il diabete) e anche in malattie renali e neurologiche. In questi ultimi casi solo l’utilizzo autologo è indicato.

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Le caratteristiche di unicità e non rigenerabilità di questo particolare tessuto fluido (sangue placentare da cordone ombelicale) rendono il destino della sua disposizione una scelta intima e privata. Una decisione che non può spettare esclusivamente alla pubblica amministrazione.

Lettera di una famiglia a Umberto Veronesi

Gentile Dott. Umberto Veronesi, Siamo due futuri genitori e le scriviamo per chiederle un consiglio in merito all’effettiva utilità della crioconservazione (attraverso banche private estere) di cellule staminali cordonali per un eventuale trapianto autologo o allogenico (nel caso dei familiari). Inizialmente eravamo convinti fosse un buon investimento per eventuali futuri problemi legati alla salute del nostro bambino. Leggendo le indicazioni sul sito del ministero della salute ci sono venuti alcuni dubbi relativi al senso di questo investimento. Nel sopracitato sito infatti, se non abbiamo compreso in maniera inadeguata, è esplicitato che non c’è nessuna garanzia scientifica in merito alla funzionalità – efficienza – efficacia di cellule staminali cordonali trapiantate sullo stesso donatore: c’è la possibilità che queste cellule staminali non riconoscano le altre come malate perché originate dalla stessa matrice.

Risponde Umberto Veronesi: Cari genitori, la conservazione delle cellule staminali è una scelta molto lungimirante perché dimostra la consapevolezza e la coscienziosità che avete per la salute del proprio figlio. Certamente il ministero sente il dovere di spiegare che dalle cellule staminali, molto promettenti, non ci si può aspettare che risolvano tutti i problemi; ma si dimentica di dire anche che la scienza proprio sulle staminali continua a fare passi da gigante e ciò che non è possibile oggi lo sarà domani, e che questo domani è proprio dietro l’angolo. Quindi io ritengo il vostro un gesto responsabile.

Un affettuoso augurio
Umberto Veronesi

Fonte: www.ok-salute

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