Dalle cellule staminali del cordone ombelicale alle cellule progenitrici endoteliali

Un team del Peking Union Medical College ha usato cellule staminali del cordone ombelicale per ottenere cellule progenitrici endoteliali. I ricercatori hanno poi usato le cellule progenitrici così ottenute nel trattamento dell’ischemia e dell’emofilia A. Le progenitrici endoteliali sono infatti in grado di produrre fattore VIII e di riparare i danni vascolari. Queste caratteristiche rende la scoperta del nuovo metodo ricco di possibili applicazioni terapeutiche.

Gli scienziati hanno isolato le cellule staminali del cordone ombelicale. Dopodiché le hanno messo per 21 giorni in un sistema di coltura in due fasi. Hanno così ottenuto delle cellule aderenti, caratterizzate mediante citometria a flusso e immunofluorescenza. La citometria a flusso è una tecnica laser che consente il rilevamento, il conteggio e la separazione delle cellule. L’immunofluorescenza sfrutta invece anticorpi resi fluorescenti per rilevare la presenza di antigeni o anticorpi.

Per valutare il potenziale di proliferazione delle singole cellule e la loro capacità di creare nuovi vasi sanguigni, i ricercatori hanno usato esami clonogenici e di formazione dei canali. A questo punto hanno trapiantato le migliori in modelli animali, mediante un’iniezione nella vena porta. Le cavie riportavano tutte lesioni all’endotelio dei sinusoidi epatici, ovvero le pareti interne dei capillari del fegato. Dopo il trapianto, le cellule progenitrici endoteliali sono migrate nel fegato, dove si sono integrate con il tessuto preesistente e hanno ricostituito parte di quello mancante.

Fonte: biomedcentral.com