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Qual è la funzione del midollo osseo

Qual è la funzione del midollo osseo

17.10.2025

7 min di lettura

Benché sia instancabile e importante quanto il cuore o il cervello, il midollo osseo è un organo relativamente sconosciuto tra i non addetti ai lavori. Si sa che può essere trapiantato. Si sa che a volte si ammala, specie tra i più giovani. Eppure, poche persone sanno come funziona e a cosa serve.

Senza midollo, il nostro organismo collasserebbe del giro di uno o due mesi: niente nuovi globuli rossi per trasportare l’ossigeno; niente sistema immunitario per proteggerci dalle infezioni; niente piastrine per chiudere le tante piccole lesioni che accumuliamo ogni giorno.

In questo articolo approfondiremo le funzioni di un organo spesso sottovalutato, eppure vitale. Una vera e propria fabbrica di vita nascosta nelle nostre ossa.

Cos’è il midollo osseo

Molte persone confondono midollo osseo e midollo spinale, a causa del nome simile. In realtà, sono due strutture completamente diverse.

Il midollo spinale è un fascio di tessuto nervoso dentro la colonna vertebrale, con il compito di trasmettere i segnali del cervello al resto del corpo.

Il midollo osseo è un tessuto spugnoso che riempie le cavità interne delle ossa, morbido e irrorato da un gran numero di vasi sanguigni, costituito da due tipi principali di cellule:

  • Cellule staminali emopoietiche, le componenti principali del cosiddetto “midollo rosso”. Il loro compito è produrre le cellule che costituiscono il sangue, dai globuli rossi fino ai linfociti.
  • Cellule stromali del midollo osseo, la cui funzione è fornire supporto e protezione alle cellule staminali ematopoietiche. Inoltre, sono tra le componenti principali del cosiddetto “midollo giallo”, insieme al tessuto adiposo.

La proporzione tra midollo rosso e midollo giallo cambia nel corso degli anni: alla nascita, il midollo osseo riempie tutte le cavità delle ossa. Man mano che invecchiamo, parte del midollo rosso si trasforma in midollo giallo – la cosiddetta “riconversione midollare” – e l’organismo inizia a produrre meno sangue.

La riconversione midollare è un processo fisiologico tipico della vecchiaia, ma può anche essere sintomo di patologie gravi.

Dove si trova

Il midollo osseo si trova all’interno delle ossa, nel canale midollare, ma non è distribuito uniformemente e la sua localizzazione cambia in base all’età. Negli adulti, il midollo rosso si trova principalmente nelle ossa piatte e nelle estremità delle ossa lunghe.

In caso di bisogno, i luoghi dov’è più facile estrarre il midollo osseo rosso sono:

  • le creste iliache, ovvero le ossa del bacino;
  • lo sterno;
  • le vertebre;
  • le estremità o “epifisi” di femore ed omero.

Il midollo giallo, invece, si trova soprattutto nella parte centrale delle ossa lunghe.

Funzioni del midollo osseo

Il midollo osseo ha principalmente due funzioni all’interno dell’organismo: l’emopoiesi, ovvero la produzione di cellule del sangue, e la difesa immunitaria.

Il midollo rosso contiene una scorta di cellule staminali ematopoietiche, cellule indifferenziate che fungono da punto di partenza per tutte le cellule che compongono il sangue. Le staminali ematopoietiche si possono differenziare in:

  • globuli rossi, le cellule che trasportano l’ossigeno in tutto l’organismo;
  • piastrine, le cellule che riparano i vasi sanguigni facendo coagulare il sangue;
  • globuli bianchi, le cellule alla base del sistema immunitario.

La produzione di globuli bianchi rende il midollo osseo un attore essenziale nella risposta immunitaria dell’organismo. In caso di infezione, il midollo aumenta la produzione di globuli bianchi necessari per affrontare la minaccia. Quando il midollo smette di produrre globuli bianchi, il corpo rimane privo di protezione, vulnerabile anche alle infezioni più insignificanti.

Le principali malattie del midollo osseo

Le malattie del midollo osseo sono legate principalmente alle due funzioni viste sopra: produzione eccessiva, insufficiente o anomala di cellule del sangue e del sistema immunitario. Queste tre situazioni possono dare origine a un ampio ventaglio di malattie, alcune tutt’ora incurabili se non addirittura mortali.

Le malattie del midollo più note sono sicuramente le patologie oncologiche, come leucemia e linfoma. In casi del genere, il midollo produce enormi quantità di cellule malate, finendo per ostacolare la funzionalità di tutto l’organismo. Altri disturbi del midollo osseo includono la fibrosi del midollo osseo, in cui l’organismo inizia a produrre tessuto cicatriziale fibroso che sostituisce il tessuto emopoietico.

Per diagnosticare con certezza queste condizioni, si ricorre a una biopsia del midollo osseo: i medici prelevano un campione di midollo e lo analizzano. I risultati dell’esame istologico arrivano quasi sempre entro 15 giorni; anche meno, se si sospetta una malattia particolarmente grave che richiede un intervento immediato.

I trapianti di midollo

Quando il midollo osseo del paziente è malato o danneggiato, una soluzione limite consiste nel sostituirlo del tutto tramite trapianto. Ciò consente di eliminare il problema alla radice, fornendo all’organismo una nuova fonte sana di cellule ematopoietiche.

Il trapianto è la terapia d’elezione per molte forme di leucemia resistenti alle altre terapie; lo si usa anche per malattie ereditarie come la talassemia o le aplasie midollari. In ogni caso, viene sempre considerata una soluzione limite e intrinsecamente rischiosa.

Il primo rischio consiste proprio nella fase di preparazione del paziente, il condizionamento. Per fare spazio al midollo sano, bisogna distruggere quello malato tramite alte dosi di chemioterapia. Così facendo, però, si lascia la persona priva di sistema immunitario e vulnerabile anche al più piccolo raffreddore.

Superata questa fase, bisogna infondere un campione di cellule staminali ematopoietiche che rigenerino il midollo. È qui che sorge il secondo grosso rischio: la compatibilità tra paziente ed eventuale donatore.

Il grande problema della compatibilità

Come visto in un articolo dedicato, esistono trapianti autologhi e allogenici: i primi usano cellule del paziente stesso, raccolte in precedenza; i secondi usano cellule di un donatore. Il trapianto autologo non è sempre fattibile, ma per eseguire un trapianto allogenico serve trovare un donatore compatibile.

La compatibilità midollo osseo si basa sul sistema HLA, ovvero sull’analisi degli antigeni leucocitari umani. Questi antigeni sono proteine che si trovano su tutte le cellule del nostro corpo e che cambiano da persona a persona. Il nostro organismo le usa per distinguere le proprie cellule da quelle provenienti dall’esterno.

Affinché un trapianto abbia successo, è essenziale che l’organismo riconosca le nuove cellule staminali come proprie. Di conseguenza, è importante che paziente e donatore abbiano antigeni leucocitari molto simili, onde evitare che l’organismo ospite rigetti le cellule nuove. Più marcata è questa somiglianza, minore è il rischio di rigetto.

Per questa ragione, prima di un trapianto è necessario eseguire la tipizzazione del midollo osseo, ovvero l’analisi genetica che determina quanti HLA hanno in comune paziente e donatore.

Tra genitori e figli la compatibilità è quasi sempre del 50% circa, quindi abbastanza bassa. Tra fratelli, invece, c’è 1 probabilità su 4 che la compatibilità sia del 100%. Ecco perché è più frequente vedere trapianti tra fratelli che tra genitori e figli.

Meglio il midollo osseo o le staminali del cordone?

Le staminali ematopoietiche necessarie per un trapianto non provengono solo dal midollo osseo. Si possono prelevare anche dal sangue periferico, benché siano meno concentrate. Soprattutto, si possono estrarre dal sangue del cordone ombelicale.

Il cordone ombelicale è un vero e proprio concentrato di cellule staminali: mentre il sangue contiene alti livelli di cellule staminali ematopoietiche (le stesse che costituiscono il midollo rosso), la gelatina di Wharton è ricca di cellule staminali mesenchimali. A differenza delle staminali presenti in un corpo adulto, però, queste sono ancora immature.

Dato che le staminali del cordone sono più immature di quelle presenti nel midollo osseo, presentano una immunogenicità ridotta. In sostanza, affinché ci sia compatibilità tra paziente e donatore servono meno antigeni leucocitari simili, il che semplifica i trapianti allogenici.

Dato che serve una compatibilità minore, trapiantare le staminali del cordone ombelicale è meno rischioso che trapiantare il midollo osseo. Là dove possibile, è quasi sempre preferibile usare il sangue cordonale: a fronte di un attecchimento più lento delle cellule, si hanno meno rischi e si possono usare anche per parenti o amici non del tutto compatibili.

Ora o mai più

Purtroppo, le staminali del cordone sono anche più difficili da reperire, dato che vanno raccolte necessariamente al momento del parto. Non per nulla, realtà come Sorgente si occupano della raccolta e conservazione del cordone ombelicale.

Se vuoi avere un piccolo tesoro di salute da usare al bisogno, contattaci senza impegno.

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