Dopo la pancia, il seno è la parte del corpo che attraversa i cambiamenti più evidenti in gravidanza. Non solo diventa più grande, ma subisce modificazioni radicali a livello di struttura e sensibilità. Lo scopo di tutto questo è uno: prepararsi all’allattamento, il suo ruolo principale dopo il parto.
Cosa puoi aspettarti esattamente? Quando iniziano i cambiamenti e quali sono quelli più comuni? Scopriamo insieme tutte le trasformazioni del seno in gravidanza, dalle prime settimane di gestazione fino al post-parto, e come affrontare al meglio ogni fase.
I primi segnali: il seno come sintomo di gravidanza
I cambiamenti al seno sono tra i primissimi sintomi di una gravidanza in corso; una buona fetta di donne li nota ancora prima del ritardo nel ciclo mestruale, anche se potrebbero scambiarli per i comuni sintomi premestruali. Confusione più che giustificabile, dato che le cause sono le stesse.
Perché molte donne sentono il seno gonfio e pesante, subito prima delle mestruazioni? Per la stessa ragione per cui avviene nelle prime settimane di gravidanza: a causa di un aumento dell’ormone progesterone.
A causa degli ormoni, il tessuto ghiandolare e adiposo inizia a cambiare in vista dell’allattamento. I capezzoli diventano più sensibili e morbidi. Le dimensioni aumentano quasi subito; a fine gravidanza, gran parte delle donne è aumentata di una taglia e mezzo di reggiseno.
Tutti questi cambiamenti potrebbero provocare anche qualche fastidio, purtroppo.
Quando iniziano i fastidi a capezzoli e seno?
Se si parla di fastidi tipici, il dolore e la maggiore sensibilità ai capezzoli sono tra i sintomi più comuni a inizio gravidanza; a volte, possono manifestarsi addirittura nei primi giorni dopo il concepimento, quando la donna non è nemmeno consapevole di essere incinta.
Proprio come durante la sindrome premestruale, l’aumento dei livelli di progesterone rende i capezzoli più sensibili al tatto a causa di un maggiore afflusso di sangue. Spesso basta toccarli appena per sentire dolore; a volte non serve nemmeno toccarli, ma basta la frizione con i vestiti per provocare un dolore costante.
Per fortuna, la sensibilità estrema dei capezzoli inizia e finisce nelle prime settimane di gestazione: man mano che l’organismo si abitua ai cambiamenti ormonali, il fastidio si attenua fino a scomparire del tutto o quasi.
Come distinguere il seno da gravidanza da quello da SPM?
Come già detto, i fastidi al seno da gravidanza assomigliano fin troppo a quelli causati dalla sindrome premestruale. Anche per questo motivo, è facile scambiare gli uni per gli altri e viceversa. Tuttavia, i fastidi al seno causati dalla gravidanza possono presentare alcune differenze chiave.
Rispetto al seno da SPM, spesso il seno da gravidanza ha:
- capezzoli dalle areole più scure e grandi;
- vene molto evidenti, a causa del maggiore volume di sangue;
- sensibilità estremamente marcata;
- protuberanze intorno ai capezzoli, chiamate tubercoli di Montgomery.
Non è detto, però, che i sintomi si presentino tutti o in maniera sufficientemente evidente. Anzi, capitano gravidanze senza sintomi dall’inizio alla fine, se non l’assenza di mestruazioni. In questi casi, diventa impossibile distinguere l’inizio di una gravidanza dalla SPM.
Come cambia il seno mese per mese
In gravidanza, il seno (e il corpo in generale) cambia di settimana in settimana. Concentriamoci sui principali cambiamenti del seno.
Primo trimestre
Il primo trimestre può essere quello più traumatico, sul fronte dei cambiamenti: gli sbalzi ormonali modificano non solo la circolazione sanguigna, ma anche il modo in cui percepiamo i sapori e la sensibilità della pelle. È qui che il seno inizia a gonfiarsi, di solito.
- Aumento di volume. Il seno inizia a crescere fin dalla seconda settimana di gestazione, anche se l’entità del fenomeno cambia da donna a donna. In alcuni casi, il seno rimane quasi identico fino al terzo trimestre, per “esplodere” nelle ultime settimane. In altri casi, bisogna cambiare i reggiseni fin da subito.
- Cambiamenti nei capezzoli. I capezzoli tendono a diventare più grandi, scuri e sensibili. Anche l’areola può diventare più scura e aumentare di dimensioni; la causa sta sia nell’aumento dell’afflusso di sangue sia nell’aumento dei livelli di progesterone ed estrogeni.
- Comparsa dei tubercoli di Montgomery. Sull’areola compaiono dei piccoli rigonfiamenti o bollicine bianche chiamate “tubercoli di Montgomery”. Si tratta di ghiandole sebacee che producono una secrezione idratante, per proteggere e lubrificare i capezzoli durante l’allattamento.
- Vene in evidenza. A causa dell’aumento della circolazione sanguigna, le vene del seno possono diventare più visibili.
- Prurito al seno. L’aumento improvviso del seno e il maggiore afflusso di sangue stirano la pelle, rendendola più sensibile e provocando un fastidioso prurito.
Secondo trimestre
Nel secondo trimestre, le cose vanno quasi sempre un po’ meglio: il corpo si è abituato ai cambiamenti ormonali e il grosso dei cambiamenti è già avvenuto. In ogni caso, il seno continua a crescere e a modificarsi, anche se in modo meno repentino.
Alcune delle modifiche viste sopra, i capezzoli scuri e i tubercoli di Montgomery, diventano ancora più accentuate. Il cambiamento più rilevante è la perdita di colostro dai capezzoli, ovvero il primo latte. Non capita a tutte le donne, ma è piuttosto frequente ed è causato della comparsa di nuovi dotti e alveoli.
Il colostro può avere una consistenza densa, un po’ appiccicosa, e un colore che varia dal trasparente al giallastro. Se vedi del colostro secco sui capezzoli, rimuovilo tamponandolo delicatamente con un po’ di acqua tiepida.
Terzo trimestre
Il terzo trimestre è il culmine della preparazione al parto e a ciò che viene dopo.
A causa dell’aumento del volume e della circolazione sanguigna, il seno può diventare pesante e persino dolorante, specie nelle ultime settimane. Potresti avvertire anche delle fitte, dovute all’espansione dei dotti lattiferi.
Sempre a causa dell’espansione dei dotti lattiferi, potresti notare un aumento nella produzione di colostro.
Cosa sono le bolle sul capezzolo?
Se noti piccole bolle bianche o giallastre sul capezzolo, ci sono diverse possibilità.
- Tubercoli di Montgomery, le succitate ghiandole che lubrificano il seno. Sono del tutto innocui e, anzi, aiutano nell’allattamento.
- Perle di latte, ovvero bollicine bianche causate dall’ostruzione dei dotti lattiferi. Si possono verificare a fine gravidanza, ma sono comuni soprattutto durante l’allattamento. Al contrario dei tubercoli, le perle di latte sono piuttosto fastidiose. Per eliminarle, è meglio chiedere consiglio al proprio medico.
- Vescicole causate dalla suzione del bambino, se stai già allattando. In quel caso, la cosa migliore è chiedere consiglio a una ostetrica per correggere l’attaccamento al seno.
Alleviare il fastidio al seno durante la gravidanza
Sapere che i fastidi al seno sono normali non li rende meno fastidiosi. Per fortuna, esistono diverse strategie per gestirli e ridurne l’intensità, il tutto in maniera 100% naturale. Vediamo come.
Cambia biancheria intima
Il più delle volte, basta fornire al seno il giusto supporto e minimizzare lo sfregamento per ottenere un po’ sollievo. Ecco perché è fondamentale cambiare reggiseno fin dall’inizio della gestazione.
I reggiseni da gravidanza sono progettati per sostenere il seno senza comprimerlo, grazie a coppe sagomate ma morbide. Punta su modelli senza ferretti e senza cuciture, realizzati in tessuti naturali e traspiranti come il cotone: ridurranno il rischio di irritazioni.
Il bello dei reggiseni premaman è che sono abbastanza comodi da poterli tenere anche di notte, specie quelli con le spalline larghe e sagomate. In questo modo il seno ha un supporto continuo ed è protetto dai cambi di posizione.
Camicie e top dovrebbero seguire lo stesso principio dei reggiseni: poche cuciture, tessuti naturali, design comodo. Evita i vestiti stretti e costrittivi, come abiti bodycon o corpetti. Piuttosto, orientati su bluse morbide o abiti in maglina, che aderiscono al corpo senza farvi pressione.
Idratati dentro e fuori
L’idratazione gioca un ruolo cruciale nel contrastare i fastidi al seno. Bere tanto aiuta a ridurre la ritenzione idrica, che contribuisce al gonfiore e al senso di pesantezza. Inoltre, mantiene la pelle elastica e riduce sia la tensione sia il prurito.
Oltre che bere tanto, ricordati di evitare (o almeno ridurre!) tutti questi cibi che favoriscono l’accumulo di liquidi: sale, grassi, bevande zuccherate e caffeina. Non solo fanno male alla salute, ma peggiorano il senso di gonfiore al seno.
Per completare il tutto, ricorda di mantenere la pelle idratata con oli da massaggio naturali. Occhio a non esagerare con i massaggi, però: potrebbero stimolare la montata lattea e peggiorare il fastidio al seno.
Fai impacchi al seno
Gli impacchi tiepidi o freddi alleviano eventuali infiammazioni e riducono il gonfiore, dando immediato sollievo.
Come cambia il seno dopo il parto
La montata lattea inizia a pieno regime solo 2-4 giorni dopo il parto; se hai partorito con cesareo, potrebbe servire più tempo. In questa fase, il seno diventa ancora pesante a causa dell’aumento di sangue in circolo e del latte. Qualche volta, tutta questa pienezza provoca fastidio o addirittura dolore, ma dovrebbe svanire in pochi giorni.
Il seno rimane pesante per circa 3 mesi, dopodiché inizia ad alleggerirsi e diventa anche più piccolo. Non stai producendo meno latte, ma perdendo parte del tessuto adiposo del seno. Entro i 15 mesi del bambino, il seno dovrebbe essere tornato alle dimensioni di prima della gravidanza. Qualche volta, diventa addirittura un poco più piccolo.
Non temere, però: finito di allattare, il seno dovrebbe recuperare tessuto adiposo e tornare alla misura precedente.
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