Wróć

Il nostro servizio è disponibile

Prenota una consulenza

Contattaci
Perché la curva glicemica è tanto importante in gravidanza

Perché la curva glicemica è tanto importante in gravidanza

21.11.2025

6 min di lettura

La curva glicemica mette ansia a molte donne in gravidanza: non solo l’esame è di per sé sgradevole, ma i risultati possono sconvolgere lo stile di vita della futura mamma. Tutto questo senza considerare il fattore più grave, ovvero i possibili rischi per la salute di puerpera e bambino.

Facciamo chiarezza su cos’è esattamente la curva glicemica, sul perché si fa questo esame e su come leggerne i risultati.

Come cambia la glicemia in gravidanza

Il termine “glicemia” indica la quantità di zucchero (glucosio) che circola nel sangue. In condizioni fisiologiche, il corpo produce un ormone chiamato insulina per regolarne i livelli, affinché le cellule dell’organismo ricevano tutto lo zucchero di cui hanno bisogno. Come tante altre cose, anche questo meccanismo viene scombussolato dalla gravidanza.

Durante la gestazione il corpo ha bisogno di più energie del solito, dato che deve soddisfare le esigenze di ben due organismi, di cui uno in formazione. Per assicurare abbastanza energie al feto, quindi, la placenta produce l’ormone lattogeno placentare (HPL), il cui compito è ridurre la sensibilità all’insulina e aumentare i livelli di glucosio nel sangue.

In condizioni fisiologiche, questa lieve insulino-resistenza causata dalla placenta viene compensata dal pancreas: l’organismo produce più insulina del solito, per assicurare nutrimento al feto e mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue materno. A volte, però, l’equilibrio si rompe.

Man mano che la placenta cresce, aumentano anche i livelli di HPL. Se il pancreas non riesce a produrre abbastanza insulina da compensare il fenomeno, la glicemia si alza troppo e insorge il diabete gestazionale. La curva glicemica serve a controllare questo fenomeno.

I rischi del diabete gestazionale

Qual è il problema, se la glicemia supera una certa soglia? Ce ne sono diversi, sia per la mamma sia per il bambino.

  • Preeclampsia, patologia correlata a un aumento eccessivo della pressione sanguigna materna. Ti rimandiamo all’articolo dedicato a preeclampsia e gestosi per saperne di più.
  • Parto difficile, causato dalla macrosomia fetale.
  • Macrosomia, ovvero la crescita eccessiva del feto. Livelli eccessivi di glucosio stimolano la produzione di insulina del feto, causando lo sviluppo di tessuto adiposo in eccesso. Questo non solo complica il parto, dato che il bambino è più grande della norma (dai 4 kg in su), ma raddoppia le probabilità che sviluppi obesità infantile.
  • Problemi respiratori nel bambino, causati dallo sviluppo incompleto dei polmoni. I ricercatori hanno rilevato una correlazione tra diabete gestazionale e ritardo nello sviluppo polmonare.
  • Ipoglicemia subito dopo il parto. Il bambino ha ancora alti livelli di insulina nel sangue, ma non riceve più la stessa quantità di zuccheri. Questo provoca un calo improvviso del glucosio nel sangue.
  • Morte in utero. Lo sviluppo fetale può rallentare sia per l’eccesso d’insulina sia per la preeclampsia, che riduce l’afflusso di sangue alla placenta. Combinate, le due cose possono portare alla morte in utero.

Per fortuna, il diabete gestazionale si tenere sotto controllo anche grazie alla curva glicemica.

Cos’è l’esame della curva glicemica (OGTT)?

Tra gli esami da fare in gravidanza c’è anche la curva glicemica, uno dei più detestati ma anche uno dei più utili. L’acronimo inglese del test è OGTT (Oral Glucose Tolerance Test, “test orale di tolleranza al glucosio”) e riassume bene in cosa consiste.

L’esame è di per sé semplice: la donna ingoia 75 grammi di glucosio in una volta sola, simulando un pasto abbondante; i medici controllano come cambia la glicemia nell’arco di due ore. In base ai livelli misurati, si può capire se il pancreas sta producendo abbastanza insulina oppure no.

La curva glicemica si effettua nella seconda metà della gestazione, quando la placenta inizia a diventare ingombrante. Se la donna è normopeso, si effettua tra la 24a e la 28a settimana di gestazione; se è sovrappeso, si effettua anche tra la 16a e la 18a settimana.

In cosa consiste l’esame

  1. Preparazione. Per avere risultati affidabili, bisogna rimanere a digiuno per minimo 8 ore prima dell’esame.
  2. Primo prelievo, per misurare la glicemia a digiuno.
  3. Assunzione del glucosio, 75 grammi sciolti in acqua da bere in massimo 5 minuti.
  4. Attesa a riposo, senza mangiare né fare esercizio.
  5. Primo prelievo dopo 1 ora.
  6. Secondo prelievo dopo 2 ore.

I valori chiave della curva glicemica

I risultati vanno analizzati da un medico, ma ci si può iniziare a fare un’idea controllando i valori dell’esame.

In una gravidanza fisiologica, i valori della curva glicemica dovrebbero essere pressappoco questi.

  1. Glicemia basale: ≥ 92 mg/dL.
  2. A 60 minuti: ≥ 180 mg/dL.
  3. A 120 minuti: ≥ 153 mg/dL.

Se anche uno solo di questi valori è sopra la soglia, si parla di diabete gestazionale. Al di fuori dello stato di gravidanza i valori di base sono leggermente più alti, proprio perché non ci sono gli ormoni prodotti dalla placenta.

Riportare la glicemia nella norma

Se i valori della curva glicemica risultano troppo alti, la prima cosa da fare è agire sullo stile di vita. Ci sono tanti fattori che agiscono sulla glicemia (genetica, età materna, farmaci, ecc.), ma l’alimentazione rimane uno dei più rilevanti. Ecco perché la prima cosa da fare è rivedere la dieta.

I principi fondamentali per mantenere la glicemia entro i limiti sono semplici, almeno sulla carta.

  1. Distribuire i pasti lungo tutta la giornata, dato che il digiuno prolungato provoca squilibri nella glicemia. L’ideale sarebbe consumare 3 pasti leggeri e 2 spuntini nell’arco della giornata.
  2. Preferire i carboidrati complessi, che rilasciano gli zuccheri lentamente e mantengono la glicemia costante. I migliori sono quelli integrali.
  3. Tagliare gli zuccheri semplici, compresi quelli della frutta: aumentano i picchi glicemici.
  4. Aumentare le fibre e le proteine, che riducono la fame e stabilizzano la glicemia.
  5. Fare attività fisica, così da tenere il peso sotto controllo. C’è infatti una correlazione tra peso eccessivo e glicemia alta.

In gran parte dei casi, tanto basta per ridurre i rischi sia per la madre sia per il feto. Se agire sullo stile di vita non basta, il medico può prescrivere iniezioni di insuline come quelle che si usano per il diabete di Tipo 1 e di Tipo 2.

Dopo il parto, il diabete gestazionale scompare nell’arco di 6-12 settimane.

Il monitoraggio dopo la curva glicemica

Se la curva glicemica ha rilevato livelli troppo alti di glucosio nel sangue, devi monitorare la glicemia 2-4 volte al giorno per verificare se ci sono peggioramenti. Lo stick glicemico o glucometro si usa proprio a questo scopo.

Il glucometro è un dispositivo portatile che misura la glicemia capillare a partire da una sola goccia di sangue. Lo si usa:

  • a digiuno;
  • 1 ora dopo i pasti principali;
  • 2 ore dopo i pasti principali.

Per farlo basta lavarsi bene le mani, pungere un polpastrello e versare una goccia di sangue su un’apposita striscia reattiva. I risultati vanno poi segnati e mostrati al medico di riferimento.

Soffro di diabete gestazionale: posso conservare il cordone ombelicale?

Conservare il cordone ombelicale è un grande atto d’amore, ma lo si può fare anche in caso di diabete gestazionale?

L’unico ostacolo alla conservazione del cordone potrebbe essere un eventuale parto difficile o prematuro. Se però tieni la glicemia sotto controllo e il parto procede nei giusti termini, non dovrebbero esserci problemi.

Per ulteriori chiarimenti, contatta il consulente Sorgente: risponderemo a tutte le tue domande senza impegno.

Valuta l'articolo:

Quanto è stato utile questo post?

Cliccate su una stella per valutarla!

Valutazione media 0 / 5. Conteggio dei voti: 0

Nessun voto per ora! Sii il primo a valutare questo post.

(
0
(0)
)

Ti interesseranno anche