Un po’ di futuro in più
Iniezione intranasale di cellule staminali blocca la progressione dei danni cerebrali in 10 neonati
È fin troppo facile fare male a un neonato, seppure involontariamente. Piccoli e fragili come sono, basta un niente per distruggere il meraviglioso futuro che noi genitori avevamo immaginato per loro. Lo sa fin troppo bene chi ha un bimbo affetto da paralisi cerebrale.
In Italia, ogni anno circa 2–3 bambini ogni 1.000 nati vivi sviluppano paralisi cerebrale infantile, una condizione che può comportare difficoltà motorie, cognitive e di linguaggio, influenzando significativamente la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie. (font: https://www.fondazioneariel.it/it/faq/che-incidenza-ha-la-paralisi-cerebrale-infantile)
Un attimo senza ossigeno, un coagulo imprevisto, e il danno è fatto.
I ricercatori studiano da anni come sfruttare le cellule staminali mesenchimali contro i danni cerebrali neonatali, in particolare quelle derivate dal tessuto del cordone ombelicale. Nei modelli animali, si sono già ottenuti ottimi risultati: riduzione della perdita di tessuto cerebrale e recupero di parte delle funzioni motorie. Sugli esseri umani, invece?
È qui che entra in gioco lo studio olandese PASSIoN.
I ricercatori hanno individuato dieci bimbi che avevano subito un ictus ischemico arterioso perinatale. Purtroppo, il tessuto cerebrale danneggiato era ormai perso per sempre, ma non era quello l’obiettivo dei medici: loro stavano cercando un modo per salvare il resto di quei piccoli cervelli, per evitare che il danno si allargasse.
Entro sette giorni dall’ictus, i medici hanno versato poche gocce di liquido nei nasini dei bimbi. Non un semplice lavaggio nasale, badate bene: un farmaco a base di cellule staminali mesenchimali, pensato per raggiungere il cervello e tamponare il danno.
Il team di ricerca ha seguito i bambini per due anni, sottoponendoli a test e analisi regolari. I risultati sono stati straordinari.
Tutti i bambini, dal primo all’ultimo, avevano l’80% di probabilità di sviluppare una forma grave di paralisi cerebrale: disabilità neurologiche, problemi comportamentali, difficoltà fisiche e cognitive. Eppure non è stato così.
La terapia ipotermica rimane lo standard di cura, ma non è efficace in tutti i casi. La terapia con cellule staminali mesenchimali potrebbe rappresentare un’opzione aggiuntiva per migliorare gli esiti nei bambini in cui l’ipotermia non basta, colmando così un gap terapeutico.
Sui dieci bambini, due hanno sviluppato una forma lieve di paralisi cerebrale. Il 20% del gruppo, contro il 50-70% dei bambini colpiti da ictus perinatale. Quanto agli altri otto bambini, stanno per la gran parte bene: uno di loro ha un lieve ritardo, mentre due hanno qualche difficoltà di linguaggio e un altro ha problemi di insonnia.

L’ictus ha lasciato delle cicatrici profonde su questi bambini, è vero, ma ciò non toglie che avranno vite autonome e per la gran parte normali. Molto più di quanto può affermare il succitato 50-70% di bambini colpiti dallo stesso fenomeno.
Non è la perfezione, ma rimane un grande risultato ed è per questo che è importante conservare il cordone ombelicale: è il carburante per tanti altri “miracoli” del genere.
Fonte: insideprecisionmedicine.com
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