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Al lavoro in gravidanza: cosa si può fare e cosa no?

Andare al lavoro in gravidanza è possibile e anche consigliato, in gran parte dei casi. Mantenersi attiva nel corpo e nella mente aiuta a vivere la gestazione in modo più sano, senza lasciarsi trascinare dalle inevitabili preoccupazioni e dalla sedentarietà. È anche vero, però, che una futura mamma non può né mantenere i ritmi precedenti né portare avanti attività pericolose. Vediamo quindi cosa si può o non si può fare.

Quali attività evitare in gravidanza

Durante la gestazione e nei mesi successivi al parto, la lavoratrice deve evitare attività pericolose e faticose. In particolare, vanno evitati tutti i lavori di questo tipo:

  • attività su scale ed impalcature, che la mettano a rischio di cadute;
  • movimentazione manuale di carichi pesanti, quindi lavori in magazzino e simili;
  • uso di macchine che trasmettono vibrazioni ad alta intensità, dannose per il feto;
  • contatto diretto con agenti chimici e biologici;
  • contatto diretto con radiazioni ionizzanti;
  • permanenza in luoghi poco salubri, polverosi o rumorosi;
  • posizione in piedi o affaticante per lunghi periodi.

Il datore di lavoro è tenuto a esentare la lavoratrice da tutte le attività di questo tipo, sia durante la gestazione sia nei mesi successivi. Se possibile, lo può fare modificando la sua mansione per il tempo necessario. Altrimenti, si può concordare un’astensione anticipata dal lavoro.

Lavorare in piedi fa male?

Un fattore di rischio è passare più di metà del tempo in piedi. Uno studio pubblicato su Occupational and Enviromental Medicine mostra gli effetti negativi di questi lavori in gravidanza. A quanto sembra, stare per troppo tempo in piedi potrebbe rallentare lo sviluppo intrauterino del feto.

I ricercatori hanno studiato i casi di 4.680 future mamme, analizzandone i livelli di stress fisico e psicologico e le attività lavorative. Sforzi fisici blandi non paiono avere effetti negativi sul feto, al contrario dello stress e dello sforzo prolungato dato dallo stare in piedi.

Le partecipanti che stavano in piedi per 8 ore al giorno hanno dato alla luce bambini più piccoli. In media, i bambini pesavano 2 etti in meno e avevano una circonferenza cranica 1 cm più piccola. Ciononostante, risultavano comunque sani. Lo stesso fenomeno si è riscontrato tra le donne che avevano lavorato più delle 40 ore settimanali canoniche.

Fino a quando si può andare al lavoro?

Se il lavoro non prevede attività che mettono a rischio la salute della futura mamma, si può lavorare fino al 7° mese senza problemi. Per evitare un arrivederci troppo brusco, può accordarsi con il datore di lavoro per una riduzione progressiva delle ore. In questo modo il datore di lavoro ha tempo per organizzarsi e la futura mamma può lavorare in sicurezza.

 

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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