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Dai suini, rigenerazione ossea per l’uomo

Dai suini, rigenerazione ossea per l’uomo

17.11.2020

2 min di lettura

Dalle cellule staminali dei suini è ora possibile ottenere ossa sostitutive, articolazioni comprese, il che potrebbe rivoluzionare le terapie di sostituzione dell’osso mascellare e, in futuro, di altre strutture complesse. È il risultato, descritto sulla rivista Science Translational Medicine, raggiunto dagli esperti della Columbia University di New York e della Louisiana State University, che inizieranno prossimamente una sperimentazione clinica su pazienti umani.

Il team afferma che il lavoro nasce dall’esigenza di ampliare le possibilità di intervento di alcune branche della medicina in cui le opzioni di sostituzione sono piuttosto scarse. “Quando un paziente ha bisogno di una mascella sostitutiva – aggiunge Sidney Eisig, presidente di odontoiatria ospedaliera presso la Columbia University e coautore dell’articolo – gli innesti da altre parti del corpo possono essere poco pratici, è difficile ricreare la forma corretta, in parte perché le mascelle, a differenza della maggior parte delle ossa, sono curve”.

Il team ha selezionato la mascella di un maiale per l’esperimento per via dell’affinità strutturale con le ossa umane. Le cellule staminali sono state derivate dal grasso dei maiali, estratto grazie liposuzione, mentre la forma dell’osso è stata acquisita grazie a un modello computerizzato.

“Abbiamo utilizzato ossa di mucca come impalcatura – spiega Vunjak-Novakovic – e dopo cinque settimane abbiamo ottenuto la mascella sostitutiva. I maiali a cui è stata impiantata la struttura hanno ripreso subito a mangiare. È stato molto incoraggiante”.

A distanza di sei mesi, abbiamo osservato che l’impalcatura era stata perfettamente assorbita dall’organismo dei suini, indistinguibile dallo stato originale. “La prossima sperimentazione coinvolgerà sei pazienti con morso aperto – afferma Eisig – cercheremo di sostituire le loro mascelle con le ossa ingegnerizzate per consentire loro di chiudere la bocca”.

“Abbiamo aspettato decenni per un progresso come questo – conclude – siamo ancora all’inizio, ma è molto eccitante. Sono davvero contento di poter vedere lo sviluppo di questa tecnologia”.

Fonte: AGI

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