Un team dell'Ospedale Universitario Nagoya ha studiato gli effetti delle cellule staminali del cordone sui danni cerebrali ipossi-ischemici. Hanno condotto i primi test su modelli murini neonati, marcando le cellule con una proteina fluorescente. In questo modo hanno scopert[...]
Un team dell’Ospedale Universitario Nagoya ha studiato gli effetti delle cellule staminali del cordone sui danni cerebrali ipossi-ischemici. Hanno condotto i primi test su modelli murini neonati, marcando le cellule con una proteina fluorescente. In questo modo hanno scoperto che il sangue cordonale stimola una risposta endogena nel tessuto danneggiato. La scoperta potrebbe aiutare a sviluppare nuovi trattamenti per i bambini colpiti da ipossia cerebrale prima e dopo il parto.
Sempre più studi suggeriscono l’efficacia delle cellule staminali del cordone ombelicale contro i danni cerebrali ipossi-ischemici. Rimane però poco chiaro quali meccanismi rendano possibili tali miglioramenti. I ricercatori giapponesi hanno quindi deciso di studiare l’azione di queste cellule mediante un’analisi stereologica.
Gli scienziati hanno iniettato le cellule nel liquido peritoneale di ratti neonati, tutti affetti da lesioni cerebrali da assenza di ossigeno. Per rendere l’operazione più agevole, le hanno marchiate legandole a una proteina fluorescente.
Tre settimane dopo il trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale, il volume del cervello era maggiore. Le cellule nell’ippocampo avevano cominciato a proliferare e la risposta infiammatoria si era attenuata. I ricercatori hanno inoltre misurato un miglioramento nelle funzioni motorie delle cavie così trattate. Ciononostante, le cellule fluorescenti rimaste erano quasi scomparse dopo soli 9 giorni.
Secondo gli autori dello studio, i benefici derivanti dalle cellule staminali del cordone sarebbero legati a una risposta endogena. Le cellule non sostituirebbero i neuroni morti differenziandosi, ma stimolerebbero i tessuti ad autoripararsi. La scoperta apre nuove porte all’uso del sangue cordonale nel trattamenti dei danni cerebrali ipossi-ischemici.
Fonte: nature.com
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