Secondo uno studio tedesco, il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche sarebbe ad oggi un'opzione valida contro la leucemia mieloide, nonostante l'espansione degli inibitori delle tirosin chinasi. [...]
Secondo uno studio tedesco, il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche sarebbe ad oggi un’opzione valida contro la leucemia mieloide, nonostante l’espansione degli inibitori delle tirosin chinasi.
I trapianto allogenico di cellule staminali è al momento considerato una terapia di salvataggio, mentre l’uso degli inibitori delle tirosin chinasi è il trattamento standard per i pazienti con leucemia mieloide cronica. Non esistono però studi che confermino la validità di questa tendenza. Si tratta di un procedimento che ha preso piede a seguito dei primi risultati positivi ottenuti in questa maniera, rafforzato da alcuni studi che dimostrerebbero una correlazione tra aumento della mortalità e trapianto.
Una ricerca più recente avrebbe mostrato che i pazienti trattati con gli inibitori delle tirosin chinasi avrebbero in realtà un livello di mortalità pari a quelli sottoposti a trapianto. Lo studio tedesco ha tenuto sotto osservazione 669 pazienti con leucemia mieloide cronica diagnosticata tra il 1997 e il 2004. A 427 di questi è stato assegnato casualmente il trapianto o il trattamento farmacologico.
A dieci anni la probabilità di sopravvivenza tra chi è stato sottoposto a trapianto e chi è stato trattato con gli inibitori delle tirosin chinasi sarebbe simile. Gli elementi di maggiore influenza sarebbero la malattia e il rischio di trapianto. Il tasso di sopravvivenza dei pazienti con basso rischio di trapianto sarebbe infatti risultato molto più alto sia di quello dei pazienti ad alto rischio, sia di quello dei pazienti a basso rischio trattati farmacologicamente. La differenza si annullerebbe una volta che i pazienti sarebbero entrati in crisi blastica.
Secondo i ricercatori, le differenze di risultati rispetto allo studio precedente sarebbero dovute al diverso profilo di rischio di alcuni pazienti.
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