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L'elettro-agopuntura risveglia le cellule staminali e riduce il dolore

L’elettro-agopuntura risveglia le cellule staminali e riduce il dolore

20.03.2017

2 min di lettura

Uno studio dell'Università dell'Indiana dimostra come l'elettro-agopuntura aiuta la riparazione dei tessuti. Secondo gli autori, la pratica stimola il cervello a rilasciare cellule staminali. Il processo facilita la rigenerazione dei tessuti danneggiati e diminuisce i[...]

Uno studio dell’Università dell’Indiana dimostra come l’elettro-agopuntura aiuta la riparazione dei tessuti. Secondo gli autori, la pratica stimola il cervello a rilasciare cellule staminali. Il processo facilita la rigenerazione dei tessuti danneggiati e diminuisce il dolore provocato dalle ferite.

L’elettro-agopuntura è una forma di agopuntura che aggiunge piccole scosse elettriche alla pratica tradizionale. Il team di 40 scienziati ha ipotizzato che questa variante abbia degli effetti che vanno oltre la mera suggestione. Per provarlo hanno effettuato test di laboratorio su diversi modelli animali e, nelle ultime fasi, anche sull’uomo. In questo modo hanno seguito gli stimoli dati dell’elettro-agopuntura dalla pelle fino al cervello.

I test hanno rivelato che gli stimoli elettrici incentivano il rilascio di cellule staminali mesenchimali nella circolazione sanguigna. Lo stimolo dell’agopuntura agisce infatti sui sentieri neuroanatomici che connettono i punti di stimolo nel braccio al midollo spinale e al cervello. Toccano in particolare l’ipotalamo, la zona del cervello che controlla il sistema nervoso e le funzioni corporee involontarie. Il risultato è che nel giro di 2 ore il cervello dà l’ordine di mettere in circolo una quantità maggiore di cellule staminali.

I ricercatori hanno scoperto che il trattamento dà ottimi risultati contro il dolore. L’elettro-agopuntura aumenta la presenza di collagene, che promuove il rilascio di sostanze antinfiammatorie. Questo accelera la guarigione delle ferite e diminuisce il dolore. Si tratta di una scoperta applicabile sia in ambito veterinario che clinico, specie nel contesto di trattamenti più ampi.

Fonte: news.medicine.iu.edu

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