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L'inaspettata importanza dell'autofagia per le cellule staminali

L’inaspettata importanza dell’autofagia per le cellule staminali

15.03.2017

2 min di lettura

Gli scienziati usano i lombrichi come modelli per studiare i meccanismi che controllano le cellule staminali. Sono infatti organismi semplici, che mostrano in una versione semplificata come queste cellule si moltiplicano e si bilanciano. Di recente i ricercatori del Queens C[...]

Gli scienziati usano i lombrichi come modelli per studiare i meccanismi che controllano le cellule staminali. Sono infatti organismi semplici, che mostrano in una versione semplificata come queste cellule si moltiplicano e si bilanciano. Di recente i ricercatori del Queens College hanno scoperto la funzione dell’autofagia nella proliferazione delle cellule staminali germinali. Una scoperta che potrebbe essere determinante per comprendere lo sviluppo dei tumori negli esseri umani.

L’autofagia è un meccanismo comune a tutti gli organismi multicellulari. Consente alle cellule di distruggere le componenti cellulari difettose e di riutilizzarle. Secondo lo studio della dottoressa Alicia Melendez, l’autofagia sarebbe importante anche per la proliferazione dei progenitori delle cellule staminali. Lo studio mostrerebbe infatti una concentrazione del processo nelle cellule circostanti le cellule staminali in fase di proliferazione.

I ricercatori hanno scoperto che un’attività ridotta o eccessiva della proteina dell’autofagia BEC-1 danneggia la proliferazione delle cellule germinali. Ciò significa che l’autofagia deve essere molto controllata per garantire l’omeostasi delle cellule staminali germinali. Implica inoltre che i tessuti circostanti alla zona di interesse determino la riuscita o meno della crescita delle cellule staminali.

La proteina Beclin-1 è il corrispondente umano di BEC-1 nei lombrichi. Altri studi hanno già mostrato che risulta cancellata nel 75% dei cancri umani. Il corretto funzionamento dell’autofagia nelle cellule staminali potrebbe quindi essere determinante nella prevenzione del cancro. La scoperta apre le porte allo sviluppo di una nuova tipologia di farmaci antitumorali.

Fonte: phys.org

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