Un team di ricercatori della Griffith University, in Australia, hanno analizzato circa 1000 proteine presenti nelle cellule staminali di pazienti affetti da schizofrenia. È emerso che il tasso di sintesi proteica sarebbe minore rispetto alle persone sane. Questa scoperta potrebbe portare ad approcciare in modo nuovo le terapie farmacologiche per i disordini psichiatrici.
Uno studio collegato, portato avanti anch’esso dal Dottor Alan Mackay-Sim, esamina cellule staminali pluripotenti indotte, generate da cellule della pelle di persone con schizofrenia. Questo studio arriva però a una conclusione completamente diversa: le cellule staminali dei pazienti schizofrenici produrrebbero proteine molto più velocemente.
Una contraddizione? Solo in apparenza, secondo Mackay-Sim: in realtà i due studi si supporterebbero a vicenda, mostrando che la regolazione della sintesi proteica è leggermente disturbata nelle persone affette da schizofrenia. A seconda dello stadio della malattia e del tipo di cellule staminali, il tasso di sintesi proteica cambierebbe. Ciò provocherebbe non solo molti dei modi in cui lo sviluppo del cervello e le sue funzioni vengono alterate dalla malattia, ma starebbe anche alla base dell’insorgere della malattia.
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