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Test di gravidanza positivo: cosa fare adesso?

Test di gravidanza positivo: cosa fare adesso?

27.06.2025

7 min di lettura

Hai fatto pipì sul bastoncino, hai aspettato ed eccolo: il test di gravidanza è positivo! Cosa fare adesso, se la notizia è gradita?

Per quanto tu ti possa essere preparata all’eventualità, è assolutamente normale sentirti sopraffatta e chiederti come comportarti, quando chiamare il ginecologo, come essere sicura di essere davvero incinta.

In questo articolo vedremo come gestire la lieta novella, per affrontare al meglio le prime settimane di gestazione.

Come capire se il test di gravidanza è positivo

Affinché un test di gravidanza casalingo risulti positivo, deve rilevare livelli sufficientemente alti di beta-HCG (gonadotropina corionica umana) nelle urine. La futura placenta inizia a produrre questo ormone al momento dell’impianto, infatti, per stimolare una serie di cambiamenti che faciliteranno l’andamento della gravidanza. Per questa ragione, viene considerato un marker piuttosto chiaro di gravidanza in corso.

Quasi tutti i test di gravidanza domestici mostrano due linee, in caso di risultato positivo. Una linea è di controllo e indica che il test funziona bene; l’altra è la linea che compare solo in caso di test positivo. Se la linea di controllo non compare, allora il test è da considerarsi danneggiato e da rifare.

Cosa significa se la seconda linea del test è leggera

Non sempre la linea del risultato è bella netta: qualche volta il test ha una seconda linea leggera; il test è da considerarsi comunque positivo. Se vuoi andare sul sicuro, compra un test nuovo e rifallo da capo, magari aspettando un giorno o due. Perché aspettare?

Se ci sono entrambe le linee, il test ha sicuramente rilevato la presenza di HCG. La linea potrebbe essere leggera perché l’ormone è poco concentrato, però, cosa comune nei primissimi giorni di gestazione. Altre volte, invece, una linea sbiadita è sintomo di una gravidanza biochimica, ovvero di un concepimento che si è concluso con un aborto spontaneo precoce.

Per facilitare la lettura dei risultati, si stanno diffondendo i test casalinghi senza linee, che mostrano direttamente la scritta “incinta” o un simbolino. In caso di dubbi, ripeti il test usando uno di questi.

I test casalinghi sono affidabili?

Hai fatto un test di gravidanza domestico ed è risultato inequivocabilmente positivo, con due linee belle spesse: quanto puoi fidarti del risultato? Al giorno d’oggi, molto, dato che l’affidabilità di questi test supera il 99% (ammesso che si seguano le istruzioni).

Ciononostante, anche i test migliori possono sbagliare, seppure raramente.

Falsi positivi

Si definisce “falso positivo” un test che risulta positivo anche senza gravidanze in corso, caso raro ma non impossibile. Capita soprattutto in casi del genere:

  • Farmaci contenenti beta-HCG, che potrebbero falsare il risultato. Sono comuni nei trattamenti per la fertilità.
  • Problemi medici, come cisti ovariche e tumori.
  • Linea di evaporazione. Se si aspetta troppo per controllare il test, l’urina sul test evapora e può lasciare una linea di troppo sul test.
  • Gravidanza biochimica, anche se non è tecnicamente un falso positivo. In casi del genere, la gravidanza ha avuto inizio: ecco perché il test ha individuato la beta-HCG. Purtroppo, l’impianto ha avuto esito negativo e si è verificato un aborto spontaneo.

In tutti questi casi, è difficile che un secondo test dia un altro falso positivo. Se capita, è quasi sempre a causa di una gravidanza biochimica.

Falsi negativi

Si parla di falsi negativi quando sei incinta ma il test di gravidanza non lo rileva, eventualità molto più comune del falso positivo, benché rara. Capita in casi del genere:

  • Test fatto troppo presto, quando i livelli di HCG sono troppo bassi per essere rilevati.
  • Test fatto di sera, quando i livelli di beta-HCG sono naturalmente più bassi. Per sicurezza, meglio rifarlo la mattina appena alzata.
  • Pipì diluita da un eccesso di liquidi, che potrebbero aver abbassato la concentrazione dell’ormone.

Come puoi vedere, sono eventualità piuttosto comuni. Se il test è risultato negativo nonostante ci siano i sintomi precoci di una gravidanza, quindi, è meglio ripetere il test casalingo o fare un esame del sangue.

Al contrario dei test domestici, gli esami del sangue dicono esattamente quali sono i livelli di HCG nell’organismo. In questo modo è possibile non solo accertare la gravidanza, ma anche capire come sta procedendo la gestazione.

Quali controlli fare dopo il test

Appena si scopre di essere incinta, la prima cosa da fare è contattare medico di base e ginecologo. In base alla data dell’ultimo ciclo, il ginecologo calcola la possibile data gestazionale e fissa la prima visita più o meno per la 7a settimana. Prima di questa data, infatti, è difficile analizzare la situazione; in molti casi, non si vede niente nell’ecografia.

Prima della prima visita ginecologica, è comunque possibile valutare:

  • lo stato di salute della puerpera (carenze da correggere, malattie pregresse per le quali modificare la terapia, problemi di ipertensione da tenere d’occhio);
  • la storia clinica e l’andamento di eventuali gestazioni passate;
  • lo stile di vita, così da consigliare eventuali cambiamenti da fare in termini di alimentazione e abitudini. In caso di obesità grave o di grave malnutrizione, potrebbe essere necessaria una dieta ad hoc compatibile con lo stato di gravidanza.

La prima visita serve specificatamente per accertare che ci sia una gravidanza in corso, invece, e per controllare le condizioni del sacco gestazionale. In questa occasione, il ginecologo discute il piano per le visite future e prescrive una serie di esami da fare.

Abbiamo dedicato un articolo specificatamente agli esami da fare in gravidanza. Riassumendo, i principali sono:

  • fattore Rh;
  • emocromo;
  • screening per eventuali infezioni;
  • pap-test, se passati 2 anni o più dall’ultimo fatto.

Cosa fare nelle primissime settimane

In attesa dei risultati degli esami e della visita ginecologica, la futura mamma può comunque iniziare a introdurre dei cambiamenti nella propria vita. Le primissime settimane di gestazione sono infatti le più delicate, quelle durante le quali fare più attenzione a tutto ciò che potrebbe ostacolare lo sviluppo dell’embrione.

  • Assumere acido folico. Anzi, bisognerebbe iniziare ad assumere l’integratore ben 3 mesi prima del concepimento, se la gravidanza è programmata. L’acido folico è infatti cruciale per prevenire difetti del tubo neurale (come la spina bifida), che si formano nelle prime settimane di gravidanza.
  • Adottare uno stile di vita sano, quindi correggere l’alimentazione e introdurre un pochino di esercizio fisico, compatibilmente con il grado di allenamento. Le passeggiate vanno benissimo.
  • Ridurre la caffeina: massimo 200 mg al giorno.
  • Eliminare alcol e fumo, che ostacolano lo sviluppo dell’embrione ed aumentano il rischio di difetti congeniti. Nonostante le dicerie, non esiste un quantitativo sicuro di alcol o di sigarette in gravidanza: nicotina ed etanolo attraversano la placenta e l’embrione non ha i mezzi per smaltirli, nemmeno in piccole quantità.
  • Fare attenzione ai cibi rischiosi in gravidanza, come frutta e verdura non lavati bene e carne cruda. La toxoplasmosi è particolarmente pericolosa se contrattata tra la 5a e la 13a settimana di gestazione: è questo il periodo in cui si concentrano i rischi di aborto spontaneo e di malformazioni.
  • Rivedere eventuali terapie farmacologiche in corso e, in generale, fare attenzione ai farmaci che si prendono.
  • Se si fa un lavoro a rischio (a contatto con sostanze chimiche, che prevede lunghe ore in piedi, ecc.), il datore di lavoro ha l’obbligo di spostare la lavoratrice a mansioni sicure. Se non possibile, sono previsti congedi di maternità anticipati.
  • Iniziare a informarsi sulla conservazione del cordone ombelicale.

In realtà, l’ultimo punto lo si può rimandare ancora per qualche mese, volendo: il termine ultimo per decidere è l’ottavo mese. Perché correre, però? Molto meglio iniziare a informarsi subito!

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