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Cordone Ombelicale: Tutto Quello che Devi Sapere

gravidanza-cordone ombelicale

Cos’è il cordone ombelicale?

Finché è nel ventre materno, il cordone ombelicale è per il neonato l’unico contatto con il mondo esterno. Tramite questo organo, riceve tutto il nutrimento e l’ossigeno necessari per sopravvivere e svilupparsi. Dopo il parto, la sua funzione si conclude e lo si taglia.

Il più delle volte questo organo, un tempo considerato molto prezioso, finisce nel cumulo dei rifiuti biologici dell’ospedale. Che errore: anche dopo la sua nascita, il cordone avrebbe ancora così tanto da donare a un bambino!

Ecco la ragione di questo articolo: vogliamo raccontarti passo per passo a cosa serve il cordone ombelicale, prima e dopo il parto. Ne approfitteremo per spiegarti cosa farne e perché il sangue cordonale è così prezioso.

Prima di procedere con la lettura dell’articolo, vorremmo chiederti: hai mai sentito parlare di cellule staminali dal cordone ombelicale? Clicca qui per saperne di più!

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A cosa serve il cordone ombelicale?

Il cordone ombelicale serve a gestire lo scambio di sostanze nutrienti e di ossigeno dalla madre fino al bambino, senza che ci sia uno scambio diretto di sangue tra i due.

Per rimanere al sicuro, il feto cresce all’interno di una bolla protettiva, la placenta. La barriera placentare lascia fuori le sostanze dannose presenti nel sangue della madre e seleziona invece le sostanze utili o comunque innocue per il nascituro.

Il cordone ombelicale fa passare queste sostanze oltre la placenta e le fa arrivare al feto.

Quali sono le 3 principali funzioni del cordone ombelicale per il feto

Entriamo nel dettaglio sulle funzioni del cordone ombelicale per il feto.

1) Respiro

Dentro l’utero non c’è aria. Poco male, dato che lo sviluppo dei polmoni si completa intorno alla 35a settimana di gestazione; prima di questo termine, il feto ha bisogno di aiuto per respirare. 

Durante la gestazione, la madre fornisce al feto sangue già ossigenato e pronto per circolare in tutto il piccolo organismo. Allo stesso tempo, il sangue ricco di anidride carbonica passa dal feto alla madre; sarà lei a rilasciare il gas di scarto del piccolo insieme ai propri.

In sostanza, grazie al cordone ombelicale la madre porta ossigeno agli organi e ai tessuti sia per se stessa sia per il feto.

2) Nutrimento

Un tempo si diceva che una donna incinta dovrebbe mangiare per due. Non è vero – mangiare troppo è dannoso sia per la madre sia per il bambino. Di contro però bisogna pensare che il fabbisogno calorico della donna aumenta davvero durante la gestazione. Parte delle sostanze nutritive passano infatti al bambino tramite il cordone, dopo essere state (almeno in parte) filtrate dalla placenta.

3) Eliminazione delle scorie

Infine, il cordone ombelicale serve per eliminare le scorie prodotte dal feto. Non solo l’anidride carbonica di cui si è parlato nella sezione “Respiro”, ma anche i prodotti di scarto del sistema fetale.

Da cosa è composto il cordone ombelicale

Il cordone ombelicale è composto da tre vasi sanguigni:

  • una vena ombelicale, che porta il sangue ricco di nutrienti ed ossigeno al feto;
  • due arterie ombelicali, che portano le sostanze di scarto dal feto alla madre affinché le smaltisca.

Per tenere i tre vasi sanguigni distanziati e protetti, il cordone contiene anche una sostanza chiamata “gelatina di Wharton”. La sua funzione è attutire i colpi e gli scossoni di tutti i giorni, nonché quelli che si verificano durante il travaglio.

Dopo il parto, le fibre della gelatina si contraggono a causa del cambio di temperatura e della perdita di liquidi. Così facendo si chiudono intorno ai tre vasi sanguigni e bloccano lo scambio di sangue tra il bambino e la placenta nel giro di pochi minuti.

Dove è attaccato il cordone ombelicale alla mamma?

Salvo patologie, alla fine della gestazione il cordone ombelicale è lungo tra i 35 cm e i 70 cm. A cosa è attaccato il cordone ombelicale? Da un lato il cordone è attaccato alla parete addominale del feto: la vena si collega al cuore, mentre le arterie circondano la vescica.

Dal lato opposto, si collega al disco placentare, pressappoco al centro. Capita però che si inserisca su un lato o sul margine della placenta, nella cosiddetta configurazione “a racchetta”. In rari casi, prima di collegarsi alla placenta passa per le membrane ovulari.

gravidanza e cordone ombelicale

Perché si taglia il cordone ombelicale?

La pratica della Lotus Birth consiste nel lasciare il cordone attaccato con tutta la placenta, finché non si secca e non si stacca da solo. In questo modo il bambino dovrebbe ricevere tutto il sangue contenuto nella placenta e nel cordone, senza sprechi.

In realtà la Lotus Birth è inutile, dato che, nel caso di parti normali, il cordone ombelicale smette di pulsare nel giro di 3 minuti; nel caso di parti in acqua, 5 minuti. Non ha quindi senso lasciare il neonato attaccato alla sua placenta. Anzi, è addirittura pericoloso.

Quando il sangue smette di scorrere dentro cordone e placenta, questi diventano a tutti gli effetti tessuti morti. E come tutti i tessuti morti, cominciano a decomporsi nel giro di poco tempo. Il cordone va quindi tagliato per evitare che trasmetta infezioni al bambino, talvolta perfino gravi o mortali.

Quando tagliare il cordone ombelicale

Il cordone ombelicale non cade da solo, ma viene reciso al momento della nascita. Come molte altre pratiche di medicina alternativa, anche la Lotus Birth ha un fondo di verità. Tagliare il cordone ombelicale leggermente dopo il parto, 1-3 minuti dopo la nascita ha davvero degli effetti positivi sul neonato. In questo lasso di tempo, parte del sangue rimasto nella placenta fluisce nel piccolo e gli garantisce un apporto maggiore di ferro.

La pratica si chiama clampaggio tardivo ed è consigliata persino dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. I neonati che ricevono questo extra di sangue, infatti, sono soggetti a un rischio minore di anemia fetale. Inoltre, pare che il clampaggio tardivo favorisca il passaggio alla respirazione polmonare; quest’ultimo punto è particolarmente rilevante per i neonati prematuri.

Come medicare e curare il cordone ombelicale

Indipendentemente da quando si taglia il cordone, ne rimarrà sempre un moncone attaccato al pancino del bambino. Di solito è lungo 3-5 centimetri e bisogna stare attenti a come curare il cordone ombelicale. Va medicato finché non si stacca da solo; evita di tirarlo o di cercare di accorciarlo.

Per evitare che il cordone ombelicale del bambino faccia infezione, bisogna medicarlo due volte al giorno in questo modo:

  1. Lava le mani con acqua e sapone per almeno 40 secondi.
  2. Rimuovi la medicazione vecchia.
  3. Lava il moncone con un po’ di sapone liquido, se è sporco. Usa la soluzione fisiologica per sciacquarlo e asciugalo bene.
  4. Disinfetta il moncone e l’ombelico con acqua ossigenata. Evita di usare alcol o mercurio cromo, salvo diverse indicazioni del pediatra: irritano la pelle e ritardano il distacco.
  5. Asciuga bene sia il cordone sia l’area circostante.
  6. Copri la zona con garze sterili.

Per curare il cordone ombelicale, la manutenzione va portata avanti finché il moncone non si stacca da solo. Dopodiché, la ferita va disinfettata fino alla completa cicatrizzazione.

cellule staminali cordonali

Cordone ombelicale: come gestire il neonato durante bagnetto e cambio del pannolino

Il moncone del cordone ombelicale va tenuto il più possibile all’asciutto, per evitare eventuali infezioni. Per questa ragione, il neonato non può fare il bagnetto fino alla caduta del moncone ombelicale.

Fino a quel momento, il bambino va lavato con spugnature; al massimo lo si può passare sotto l’acqua corrente, facendo attenzione a non bagnare la zona dell’ombelico. Una volta che la ferita si sarà cicatrizzata, si potrà passare al bagnetto.

Il problema maggiore è però durante il cambio del pannolino. Feci e urine possono infatti sporcare il moncone e fare così infezione. Inoltre, durante il cambio del pannolino c’è sempre il rischio di tirare il cordone ombelicale o di schiacciarlo.

Per favorire la guarigione, ad ogni cambio controlla che il moncone sia pulito. Quando metti il pannolino nuovo, piega il bordo sotto il moncone per evitare di schiacciarlo.

neonato sangue cordonale

Cattivo odore del cordone: cosa fare 

Il moncone cordonale dovrebbe essere inodore e diventare sempre più asciutto. Se il moncone puzza o è addirittura sporco di pus, c’è un’infezione in corso. Dato che il cordone ombelicale fa male, il neonato tende anche a piangere ogni volta che lo pulisci o cambi il pannolino.

Non è il caso di farti prendere dal panico, consulta subito il pediatra.

Contatta il pediatra anche nei seguenti casi.

  1. La pelle intorno all’ombelico è rossa e gonfia.
  2. Dopo 14 giorni, il moncone non è ancora caduto.
  3. Dopo 14 giorni dalla caduta del moncone, l’ombelico non si è cicatrizzato.
  4. C’è una pallina rosata e umida sul fondo dell’ombelico. Si tratta di un granuloma ombelicale e lo si toglie col nitrato di argento, ma deve essere analizzato dal pediatra.
  5. Sanguinamento continuo. Un po’ di sangue quando cade il moncone è normale, ma dovrebbe fermarsi subito.

Quando cade il cordone ombelicale

Il moncone ombelicale si mummifica e cade nel giro di 7-14 giorni al massimo. L’uso dell’alcol, un tempo consigliato, può ritardare la caduta. Per accelerare l’essiccazione, invece, è utile lasciare il bambino con il pancino scoperto. Se il tempo lo permette, ovvio.

Dopo la caduta, l’ombelico si dovrebbe cicatrizzare in circa 2 giorni.

Come conservare cordone ombelicale caduto

In alcune culture il pezzo di cordone ombelicale caduto è un ricordo da conservare. Essendo però tessuto morto, c’è sempre il rischio che emani cattivo odore. 

Per ritardare la decomposizione del moncone, procedi in questo modo.

  1. Pulisci il moncone caduto con alcol ed elimina eventuali incrostazioni di sangue.
  2. Posizionalo in un posto asciutto e lontano dal sole diretto.
  3. Applica sale marino, rosmarino e lavanda sul moncone.
  4. Dopo 6 giorni, dovrebbe essere essiccato. Conservalo in un panno o in una scatolina ricordo.

Cosa significa sangue cordonale?

Il moncone ombelicale è solo un ricordo. La conservazione del sangue cordonale è invece qualcosa di importante, supportata dalla scienza medica. Perché si dà tanto peso a questo sangue? Perché è inestimabile, ecco perché.

Il sangue cordonale è il sangue che dopo il parto rimane dentro il cordone ombelicale e dentro la placenta. Al contrario di tutto l’altro sangue, contiene una grande quantità di cellule staminali, ovvero di cellule ancora indifferenziate.

Cosa contiene il sangue cordonale?

Il sangue cordonale contiene soprattutto cellule staminali emopoietiche, le cellule pluripotenti dalle quali si possono produrre tutte le cellule del sangue. Con le cellule emopoietiche si possono ottenere globuli rossi, piastrine, globuli bianchi di tutti i tipi. Inoltre le cellule contenute nel sangue cordonale sono ancora giovani, intatte e non compromesse dall’invecchiamento. 

Oltre alle cellule staminali emopoietiche, quelle presenti in maggiore quantità, il sangue cordonale contiene anche:

  • cellule staminali mesenchimali, che possono differenziarsi in cellule dei muscoli, delle ossa e del sistema nervoso;
  • cellule progenitrici endoteliali, che producono i tessuti che rivestono cuore e vasi sanguigni.

Si è inoltre scoperto che il sangue cordonale contiene sì tutti gli elementi del sangue comune, ma in proporzioni diverse. Ci sono più linfociti T NK, importanti per il riconoscimento e la distruzione delle cellule tumorali, mentre i semplici linfociti T sono di meno.

Per saperne di più sui tipi di cellule staminali, ti rimandiamo alla pagina dedicata. 

Conservazione del sangue cordonale: perché è importante

Le applicazioni terapeutiche viste sopra dovrebbero darci un’idea di quanto sia importante conservare il sangue cordonale.  Le cellule al suo interno sono utilizzabili per decine di terapie diverse, dalla cura di tumori al trattamento di lesioni neurologiche. D’altra parte, è vero che le staminali emopoietiche ci sono anche negli individui adulti; ad esempio, possiamo raccoglierle dal midollo spinale.

In mancanza di alternative, le staminali adulte sono un’opzione terapeutica di tutto rispetto. Rispetto alle staminali del cordone ombelicale sono però meno versatili e, in alcuni casi, anche più pericolose.

Affinché delle cellule staminali adulte abbiano effetto, devono essere il più possibile simili a quelle della persona che le riceverà; su 10 antigeni testati, almeno 8 devono essere compatibili. Se sono di meno, è probabile che il ricevente abbia un rigetto. Nelle cellule staminali del cordone bastano invece 4 antigeni compatibili, quindi è molto più improbabile che ci sia un rigetto.

Conservare il cordone ombelicale consente di avere una scorta di cellule staminali sempre a portata di mano.

Laboratorio PBKM

Cosa si può fare con il cordone ombelicale

Ma come conservare il cordone ombelicale caduto? In Italia gran parte dei cordoni – circa 95% – viene buttato e, con loro, tutte le inestimabili cellule staminali che contengono. Eppure si possono fare diverse cose con il cordone ombelicale.

  1. Clampaggio tardivo (oltre il minuto). Il clampaggio tardivo dà benefici anche dopo un solo minuto; ciononostante, puoi aspettare fino a 3 minuti prima di far tagliare il cordone.
  2. Donazione del sangue cordonale. Gli operatori sanitari prelevano il sangue cordonale e lo mandano ad analizzare. Se rispetta determinati parametri, viene conservato in una banca pubblica. Qui rimane a disposizione di chiunque ne abbia bisogno.
  3. Conservazione personale del sangue cordonale. Oggi si può conservare il cordone in una struttura privata, una banca del sangue cordonale.
  4. Conservazione del sangue e del tessuto cordonale. Nonostante il grosso delle cellule staminali sia nel sangue, è possibile conservare anche il tessuto del cordone. La gelatina di Wharton è infatti ricca di cellule mesenchimali.

Una nota sul clampaggio tardivo: finché ci si mantiene entro il minuto, il clampaggio tardivo è compatibile con la conservazione di sangue e tessuto cordonale.

Le principali funzioni del cordone ombelicale per curare malattie

Tumori del sangue

Dato che contiene molte cellule staminali emopoietiche, il sangue del cordone ombelicale si usa soprattutto nella terapia di tumori del sangue e di malattie del sistema immunitario. Prima si elimina il sistema immunitario o il midollo osseo malato, di solito mediante sessioni di chemioterapia. Dopodiché si trapiantano le cellule staminali che ricostruiscono un sistema sano.

L’efficacia di questo tipo specifico di terapia è ormai nota. Purtroppo rimane sempre il problema di trovare donatori compatibili, specie quando non si è conservato il cordone del paziente.

Malattie ereditarie

Il trapianto di cellule emopoietiche viene usato anche per il trattamento di patologie ereditarie (soprattutto disturbi dell’emopoiesi), di disturbi del metabolismo.

Negli ultimi anni, i ricercatori stanno studiando come usare le staminali del cordone anche in altri ambiti, oltre quelli tradizionali come l’ematologico e l’oncologico. Le staminali mesenchimali presenti nel sangue cordonale possono essere sfruttate per rigenerare i tessuti. Ad esempio, le terapie contro i danni cerebrali perinatali stanno dando ottimi risultati. La storia di Ada è solo un esempio.

Secondo il Ministero della Salute, ad oggi le cellule staminali sono utilizzabili per il trattamento di oltre 80 malattie; il numero è però destinato a crescere.

Donare o conservare?

Il primo tuo primo pensiero potrebbe essere quello di donare questo organo così prezioso. Purtroppo, rischi che la tua generosità vada persa: solo una percentuale minima dei cordoni donati viene effettivamente conservata. In parte è colpa di criteri di selezione fin troppo stringenti, in parte della mancanza di una infrastruttura pubblica sufficiente.

Se scegli di conservare il cordone, invece, hai la sicurezza che non andrà perso. Benché le banche private salvaguardino in tutto e per tutto la bontà dei campioni raccolti, hanno criteri meno rigidi di quelle pubbliche. Questo perché il campione verrà eventualmente usato all’interno della famiglia, il che richiede standard di compatibilità meno stringenti.

Desideri che il cordone ombelicale di tuo figlio sia davvero di aiuto, anche dopo il parto? Contatta Sorgente per un servizio completo di raccolta e conservazione.

Speriamo non ti debba mai servire ma, se così fosse, avrai dato la vita a tuo figlio una seconda volta.

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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