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Patologie della gravidanza: quando è necessario il ricovero

gravidanza e malattie

Talvolta per le donne incinte emergono delle patologie della gravidanza che possono mettere a rischio la salute sia della mamma sia del bambino.

Gli esami da fare mese per mese consentono di individuare una buona parte di queste malattie, in modo da intervenire il prima possibile con le terapie migliori. Quali sono però queste patologie? Si possono sempre prevenire o curare?

Cosa significa gravidanza patologica

Si definisce “patologica” una gravidanza nella quale madre e/o bambino sono a rischio. Le cause possono essere molteplici e spaziano dalle malattie genetiche del feto alle malattie endocrine della madre. Il comune denominatore è appunto la presenza di una patologia che mette a rischio il buon esito della gestazione. Questa può essere sia provocata dalla gravidanza sia pregressa.

La gravidanza patologica si contrappone alla gravidanza fisiologica. Quest’ultima è la gravidanza regolare, nella quale sia la madre sia il bambino stanno bene e non corrono rischi noti. Per fortuna, il 90% delle gestazioni portate avanti rientra nella categoria.

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Malattie pericolose in gravidanza: facciamo chiarezza

Secondo il rapporto Itoss “Sorveglianza della Mortalità Materna”, tra il 2006 e il 2012, in Italia sono morte 277 donne per cause legate alla gestazione. Il 53% di queste sono decedute per complicazioni avvenute durante il parto, molte delle quali a propria volta causate da malattie che diventano molto più pericolose in gravidanza. Vediamo l’elenco di quelle più comuni:

Ipertensione

In maniera diretta e indiretta, l’ipertensione è la principale causa di morte per parto. Su 277 donne, infatti, ben 38 sono morte per disturbi ipertensivi della gravidanza, come ictus o infarto. 

L’ipertensione rappresenta però anche un rischio indiretto, dato che provoca una riduzione dei fattori della coagulazione e aumenta il rischio di emorragie. Emorragie che hanno ucciso 58 delle 277 donne di cui sopra.

Oltre che rappresentare un pericolo per la madre, l’ipertensione può rivelarsi dannosa anche per il feto. Dato che i vasi sanguigni si restringono, la placenta riceve meno sangue, meno nutrimento e meno ossigeno. Ciò provoca un rallentamento dello sviluppo e, in alcuni casi, perfino il distacco della placenta.

Diabete gestazionale

Il diabete gestazionale rappresenta è una patologia relativamente comune in gravidanza: interessa circa il 7% delle gestazioni è può rappresentare un pericolo per mamma e bambino. Le donne che ne soffrono sono più soggette a ipertensione, con tutti i rischi visti sopra. I bambini sono maggiormente soggetti a problemi respiratori, obesità e diabete di tipo 2 in età adulta.

I soggetti più a rischio sono le donne molto sovrappeso (IMC sopra il 30) e con una predisposizione genetica al diabete, individuabile con test genetici ed esaminando la storia familiare. Per fortuna lo si può quasi sempre prevenire seguendo una dieta sana e facendo un moderato esercizio fisico.

Malattie endocrine

Le malattie endocrine colpiscono le ghiandole che rilasciano gli ormoni direttamente nel sangue, in modo da controllare anche gli organi più distanti. Quella più conosciuta e problematica è la tiroide, le cui disfunzioni sono note come ipotiroidismo (livelli ormonali bassi) e ipertiroidismo (livelli ormonali alti). Avere problemi di tiroide in gravidanza è fonte di rischio per il nascituro e per la mamma.

In gravidanza, un malfunzionamento della tiroide aumenta il rischio di problemi cardiovascolari nella madre. Per quanto riguarda il feto, ipotiroidismo e ipertiroidismo aumentano il rischio di morte perinatale e di basso livello di intelligenza.

Patologie mediche neurologiche

Le malattie neurologiche sono tutte quelle patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale. In alcuni casi possono essere causate dalla gravidanza stessa. 

Nelle donne a rischio, l’aumento di progesterone e di estrogeni può modificare l’afflusso di sangue nei tessuti cerebrali. Talvolta ciò intacca l’attività bioelettrica cerebrale, causando crisi epilettiche ed ischemie. Altre volte, i cambiamenti provocano la formazione di trombi che bloccano uno o più vasi sanguigni nel cervello.

Il più delle volte, però, la causa della gravidanza patologica sta in condizioni pregresse. Le donne che soffrono di malattie come epilessia o sclerosi multipla possono rimanere incinte, ma vengono considerate soggetti a rischio. Ginecologo e neurologo devono tenerle costantemente monitorate e, qualora si dovesse presentare una complicazione, devono essere ricoverate.

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Gravidanza e malattie autoimmuni: i rischi

Le malattie autoimmuni sono 5 volte più frequenti nelle donne che negli uomini, comportando un aumento dei rischi in gravidanza. Nelle malattie di questo tipo, infatti, sono presenti anticorpi anomali che danneggiano l’organismo stesso. I rischi legati alle malattie autoimmuni in gravidanza sono notevoli –  durante la gestazione infatti, questi anticorpi possono attraversare la placenta e danneggiare anche il feto.

Le malattie autoimmuni più diffuse in gravidanza sono:

  • Lupus eritematoso sistemico. Il lupus è una malattia infiammatoria cronica, che in gravidanza può provocare preeclampsia, ritardo nella crescita fetale, difetti cardiaci congeniti nel bambino.
  • Artrite reumatoide. L’artrite danneggia le articolazioni. Pur essendo di solito innocua per il feto, questa malattia autoimmune rende il parto difficoltoso e aumenta i rischi per la madre.
  • Sindrome di Sjögren. Non si conoscono le cause di questa malattia, ma si sa che provoca secchezza oculare e orale. In gravidanza, la paziente va monitorata costantemente. La malattia aumenta il rischio di malattie cardiovascolari nel bambino.
  • Sindrome da “Anticorpi Anti-fosfolipidi”. Gli anticorpi della paziente attaccano le proteine legate ai fosfolipidi, il che aumenta il rischio di trombosi e aborto spontaneo in gravidanza.
  • Trombocitopenia immunitaria. L’organismo sviluppa un anticorpo che attacca le piastrine, provocando piccoli sanguinamenti. Si tratta di una patologia autoimmune con una prognosi solitamente positiva, che però spesso si aggrava in gravidanza. Aumenta il rischio di emorragie interne sia nella madre sia nel bambino.
  • Miastenia grave. Il sistema immunitario attacca i recettori che controllano i segnali che viaggiano dal cervello al sistema nervoso periferico. In gravidanza, alcune donne hanno bisogno della ventilazione assistita e una forma transitoria della malattia può colpire il bambino.

Malattie infettive in gravidanza

Le malattie pericolose in gravidanza più comuni sono però quelle infettive, ovvero causate dall’interazione con organismi estranei. Per alcune di queste esistono dei vaccini, mentre per altre si può solo prestare molta attenzione.

Toxoplasmosi

È la patologia pericolosa in gravidanza per eccellenza, tant’è che l’abbiamo già incontrata in altri articoli. La toxoplasmosi è la ragione per cui bisogna lavare e disinfettare frutta e verdura, prima di mangiarle crude: per eliminare eventuali tracce di sporco, dentro le quali si potrebbe nascondere il toxoplasma.

Negli adulti, la toxoplasmosi è quasi sempre asintomatica: molti di noi l’hanno avuta senza rendersene conto. Se contratta nelle prime fasi della gestazione, però, provoca gravi danni neurologici nell’embrione.

Rosolia

Il vaccino della rosolia è obbligatorio a partire dal 2017, quindi le problematiche legate a questa malattia entro qualche anno dovrebbero scomparire. Per il momento, però, ci sono ancora donne che non sono state vaccinate e che non hanno mai contratto la malattia.

Come nel caso della toxoplasmosi, la rosolia è quasi del tutto innocua negli adulti. Se contratta nelle prime fasi della gravidanza, aumenta in modo esponenziale il rischio di aborto spontaneo e di danni congeniti nel bambino.

Infezione da citomegalovirus

Si tratta di una forma di herpes comune e spesso asintomatica: in Italia, circa l’80% degli adulti l’ha contratto almeno una volta e ha quindi sviluppato gli anticorpi.

Se il virus si riattiva durante la gestazione, non ci sono problemi: la madre trasmette i propri anticorpi al bambino e lo protegge. Il citomegalovirus è pericoloso qualora sia un’infezione di tipo primario: in questo caso, l’organismo materno non ha anticorpi per proteggere il feto. Senza anticorpi a fermarla, l’infezione aumenta il rischio di aborto spontaneo e di danni neurologici congeniti.

Varicella

Il vaccino contro la varicella esiste, ma non è obbligatorio e non lo si può fare in gravidanza. Se una donna non l’ha mai contratta, dovrebbe evitare il più possibile il contatto con bambini in età scolare, quanto meno nel primo trimestre.

Se contratta nei primi tre mesi di gestazione, la varicella provoca lesioni cerebrali e atrofia muscolare nell’1,2% dei casi. Per fortuna i numeri sono bassi (la madre trasmette l’infezione al bambino solo nel 17% dei casi), ma è comunque meglio prestare attenzione.

Cause del parto prematuro e come prevenirlo

Alcune delle patologie viste sopra, come il diabete gestazionale o l’ipertensione, hanno il parto prematuro tra le possibili conseguenze. Nonostante le tecnologie odierne abbiano ridotto moltissimo i rischi legati a questa situazione, nascere prima della 37a settimana rimane un grosso problema per il neonato.

Prima della 37a settimana, il bambino è ancora troppo piccolo e i suoi polmoni sono incapaci di funzionare in autonomia. Più il parto è precoce, minori sono le probabilità di sopravvivenza e maggiori sono i rischi di danni permanenti, specie a livello neurologico.

Ancora oggi, muore quasi il 14% dei bambini che pesano meno di 1,5 kg alla nascita. Negli anni ‘70 moriva il 60% di questi bambini. C’è stato un netto miglioramento in queste statistiche, ma rimane fondamentale prevenire il parto pretermine intervenendo fin da subito sulle cause. Ecco le 5 principali cause:

  1. Età materna, contro la quale si può fare poco: dopo i 35 anni, aumentano le probabilità di partorire prima del termine.
  2. Ipertensione, che ha tra le conseguenze il distacco della placenta e il parto prematuro.
  3. Stress e affaticamento eccessivo.
  4. Stile di vita poco sano: alimentazione eccessiva, consumo di alcol, fumo.
  5. Diabete gestazionale, spesso connesso a uno stile di vita poco sano.

La prevenzione del parto pretermine passa quindi da uno stile di vita sano, con poco stress, tante verdure e un moderato esercizio fisico. Nel caso si sospetti una familiarità, magari in base a parti precedenti, è bene parlarne con il proprio ginecologo per tenere la situazione monitorata.

Quando bisogna anticipare il parto

L’ideale è che il bambino nasca oltre la 37a settimana e prima della 42a. Qualora le patologie rendano rischioso aspettare l’andamento naturale della gravidanza, si esegue il ricovero programmato per indurre il parto o per eseguire un taglio cesareo elettivo.

Si interviene con l’induzione della gravidanza se:

  • i tempi della gestazione rischiano di superare le 42 settimane;
  • la placenta è deteriorata o si è staccata;
  • il liquido amniotico è poco o infetto;
  • il bambino è troppo grande, rispetto all’epoca gestazionale.

Il taglio cesareo è invece necessario qualora il parto naturale sia troppo rischioso per madre e bambino, come:

  • parto podalico, se le manovre ostetriche per far girare il bambino non hanno funzionato;
  • gravidanza gemellare;
  • madre sieropositiva, affetta da Epatite B o da altre malattie infettive;
  • placenta previa;
  • patologie materne pregresse che rendono rischioso il parto naturale, come alcune forme di artrite;
  • peso fetale che supera i 4 kg.

patologie in gravidanza come comportarsi

Quali sono i casi in cui è necessario il ricovero

Di solito, il ricovero programmato dura pochi giorni. Qualche volta, però, madre e figlio hanno bisogno di cure continuative sia prima che dopo il parto. In casi del genere, i medici devono tenere sotto controllo la paziente anche per due o tre settimane, per accertarsi che non ci siano complicazioni. 

Alcuni ospedali si sono dotati di un reparto specifico, quello di Patologia della Gravidanza. Al suo interno sono ospitate donne affette da:

  • forme gravi di diabete
  • malattie renali
  • cardiopatie
  • malattie autoimmuni
  • epilessia
  • asma

Data la natura dei problemi affrontati, lo staff di questi reparti è costituito da medici con diverse specializzazioni. Oltre ai ginecologi e ai neonatologi, qui troviamo dai cardiologi ai neurologici. Spesso inoltre sono presenti anche psicologi per aiutare le mamme ad affrontare l’ansia.

In casi del genere, la madre può valutare insieme ai medici anche la possibilità di conservare il cordone ombelicale del bambino: in caso di emergenza, rappresenterebbe una sicurezza in più.

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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