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Effetto della durata della crioconservazione e dell'origine del sangue cordonale sul trapianto

Effetto della durata della crioconservazione e dell’origine del sangue cordonale sul trapianto

10.05.2015

1 min di lettura

Globalmente, di anno in anno aumenta il numero di campioni di sangue cordonale crioconservati e, a fronte di ciò, si assiste ad un sempre maggiore scambio internazionale di unità di sangue cordonale per trapianto. In questo studio è stato verifi[...]

Globalmente, di anno in anno aumenta il numero di campioni di sangue cordonale crioconservati e, a fronte di ciò, si assiste ad un sempre maggiore scambio internazionale di unità di sangue cordonale per trapianto. In questo studio è stato verificato se parametri quali durata della crioconservazione e trasporto internazionale dei campioni di sangue influenzano l’esito del trapianto. Lo studio è stato condotto valutando il recupero ematologico di 127 pazienti affetti da patologie oncoematologiche e sottoposti a trapianto di una singola unità di sangue cordonale. Dei 127 campioni utilizzati, 42 sono stati conservati per un lungo periodo (5 – 11,8 anni) mentre 44 provenivano da pesi distanti dal ricevente. I risultati ottenuti indicano che la vitalità delle cellule nucleate dei campioni scongelati, così come il tasso di attecchimento dei neutrofili, non è alterata nè dalla durata della crioconservazione nè dal trasporto. Come riportato dagli Autori, l’unico parametro correlato, prima dello scongelamento, ad un miglior attecchimento dei neutrofili è risultato essere il numero di cellule CD34+.
Fonte: Bone Marrow Transplant.

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