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La tecnica della “neurocosmesi” per migliorare le funzioni cerebrali

08.07.2014

2 min di lettura

Si chiama “neurocosmesi” ed è una tecnica piuttosto discussa: secondo quanto emerso al VI Congresso internazionale sul cervelletto, presso la Fondazione Santa Lucia, a Roma, questa tecnica – che consiste nell’indossare una cuffia preclablata con due elettrodi che stimolano le funzioni cerebrali – non è invasiva, e potrebbe di gran lunga migliorare le prestazioni del cervello.

La scoperta è tutta italiana: nel corso del convegno, in cui sono state descritte le potenzialità della tecnica  che stimola il cervelletto per mezzo di correnti indirette, si è parlato dei possibili effetti della neurocosmesi che, per il momento, è stata applicata solo su persone sane. Tuttavia, secondo quanto espresso dal  professor Alberto Priori, docente di neurologia dell’Università di Milano e neurologo del Policlinico, non è escluso che la neurocosmesi possa rivelarsi un metodo non invasivo per trattare alcune patologie, come il Parkinson, ictus e schizofrenia.

Al momento lo studio di questa tecnica applicata a queste patologie è in fase di sperimentazione, ma qualora i risultati si rivelassero positivi, ci sarebbe un enorme vantaggio per le persone affette da queste patologie, le quali potrebbero sostituire l’uso di farmaci e di sostanze piene di effetti collaterali con una tecnica soft e non invasiva.

Si spera inoltre che i maggiori risultati in fatto di rigenerazione dei neuroni persi possano arrivare dal trattamento con le cellule staminali.

Fonte: ansa.it

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