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Preeclampsia o gestosi in gravidanza: un nemico subdolo

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La preeclampsia, detta anche gestosi, è una delle patologie più pericolose e subdole in gravidanza. Molti dei suoi sintomi si confondono con i disagi tipici della gravidanza, rendendo difficile diagnosticarla nelle primissime fasi. È inoltre una delle prime cause di mortalità perinatale, sia per la madre sia per il bambino.

Dati i rischi ad essa connessi, vediamo cos’è la preeclampsia nello specifico e come riconoscerla. O, meglio ancora, come evitarla.

Preeclampsia o gestosi: cos’è?

La preeclampsia è una patologia tipica della gravidanza e si caratterizza per:

  • pressione arteriosa alta, ≥140/90 mmHg;
  • presenza di proteine nelle urine ≥0,3 g/24 ore.

Colpisce il 5-8% delle donne incinte e si manifesta soprattutto dopo la 20a settimana di gestazione. Se si interviene con una terapia ad hoc, la preeclampsia si risolve spontaneamente entro 12 settimane dal parto. È però fondamentale monitorare la malattia con costanza, onde evitare conseguenze negative per mamma e bambino.

In caso di diagnosi di preeclampsia gravidica, è necessario effettuare esami di laboratorio con cadenza regolare, nonché seguire una dieta specifica per contenere l’aumento della pressione arteriosa. Solo così è possibile evitare le tante conseguenze negative tipiche della malattia.

Le gambe gonfie e l’eccessivo aumento di peso sono le conseguenze più conosciute. Nei casi peggiori, però, la gestosi può provocare danni interni e rendere necessario il ricovero in ospedale.

Le cause della gestosi

Ad oggi, non conosciamo per certo tutte le cause della gestosi. La malattia potrebbe essere causata da alcune disfunzioni nella formazione della placenta; inoltre, sappiamo per certo che lo stile di vita e l’età materna aumentano o riducono il rischio di ammalarsi.

Errata placentizzazione

Pare che la causa principale della preeclampsia sia uno sviluppo errato dei vasi sanguigni che avvolgono la placenta. Nelle prime fasi della gravidanza, infatti, il progesterone stimola la dilatazione dei vasi sanguigni e la vascolarizzazione di addome e genitali. Per ragioni non del tutto note, a volte questo processo non va come dovrebbe.

I vasi sanguigni che avvolgono la placenta rimangono più stretti di quanto sarebbe necessario, di conseguenza riescono a far fluire poco sangue al loro interno. Per fornire in ogni caso ossigeno e nutrienti al feto, quindi, l’organismo è costretto a uno sforzo superiore che provoca l’innalzamento della pressione.

Purtroppo, non è ben chiaro perché i vasi sanguigni non riescano a svilupparsi appieno. Si ipotizza che sia colpa di una disfunzione congenita che provocherebbe il rilascio di profibrina, sostanza che causerebbe a propria volta:

  • vasocostrizione delle arterie;
  • danni ai capillari;
  • alterazioni a danno di organi molto vascolarizzati, tra i quali la placenta.

Predisposizione

Le donne che soffrono di ipertensione prima della gravidanza hanno più probabilità di ammalarsi, dato che soffrono di pressione alta fin dall’inizio della gestazione. Altri soggetti predisposti sono le donne che:

  • hanno sofferto di gestosi in passato;
  • hanno parenti stretti che hanno sofferto di gestosi, il che aumenta le probabilità di avere una predisposizione genetica.

Gravidanza gemellare

La gravidanza gemellare è sempre una gravidanza a rischio, dato che mette l’organismo materno sotto un enorme stress. Tra le diverse complicazioni possibili c’è anche la gestosi, estremamente comune tra le donne che aspettano due o più figli. La presenza di due feti, infatti, aumenta la quantità di sangue necessario per nutrire entrambi.

Età materna

Un’età materna alta (sopra i 35 anni) o bassa (sotto i 14 anni) aumenta il rischio di complicazioni. Nel primo caso, è più probabile che la futura mamma soffra di patologie pregresse che potrebbero portare alla preeclampsia. Nel secondo caso, invece, l’organismo si sta ancora sviluppando e non è ancora pronto per portare a termine una gestazione.

Stile di vita poco sano

Mangiare troppo salato aumenta il rischio di pressione alta e, così facendo, anche di preeclampsia. Tutta colpa del sodio contenuto al suo interno, che richiama acqua nel sangue e ne aumenta il volume, aumentando così anche la pressione nei vasi sanguigni.

Oltre che l’eccesso di sale, anche la sedentarietà e il fumo aumentano le probabilità di soffrire di preeclampsia. Per questo motivo, possiamo dire che condurre uno stile di vita poco sano aumenta il rischio di preeclampsia gravidica.

Obesità o sovrappeso grave

È provato che l’obesità aumenta di 3 volte il rischio di gestosi. Non sappiamo per certo in che modo obesità e preeclampsia siano collegati, ma sappiamo che lo sono. In particolare, il grasso viscerale predispone alla preeclampsia molto più che il grasso superficiale.

Si ipotizza che il tessuto grasso aumenti lo stress ossidativo ai danni dell’organismo tramite la produzione di citosine in eccesso. Le infiammazioni continue causate dallo stress ossidativo potrebbero minare alle funzionalità delle arterie, con tutte le conseguenze viste sopra.

Diabete

Il diabete è una delle malattie più pericolose in gravidanza, nonché una delle possibili cause della gestosi. La malattia aumenta infatti il rischio di patologie cardiovascolari e di pressione alta, alzando così il rischio di preeclampsia. La glicemia troppo alta stimola infatti la costrizione dei vasi sanguigni.

Malattie renali ed epatiche

Le malattie renali ed epatiche sono sia causa sia effetto di preeclampsia: la pressione troppo alta danneggia gli organi più vascolarizzati, come i reni e il fegato; allo stesso tempo, un danno ai reni può causare una scarsa produzione di ormoni renina-angiotensina, che si traduce in una mancata vasodilatazione.

Sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS)

Si tratta di una malattia autoimmune che provoca alterazioni cardiovascolari. In gravidanza, aumenta il rischio di insufficienza utero-feto-placentare e di preeclampsia.

Tipologie di gestosi

Nel corso degli anni, sono stati usati diversi criteri per distinguere le diverse tipologie di gestosi.

Classificazione per gravità

Si tratta del metodo più classico, quello che distingue i diversi tipi di preeclampsia in base a quanto sono gravi. Le due categorie sono le seguenti.

  • Gestosi moderata. La pressione sistolica è compresa tra 140 e 159 mmHg, mentre la pressione diastolica oscilla tra 90 e 109 mmHg. La quantità di proteine presenti nelle urine supera di poco il limite massimo di 0,3 g/24 ore. Non sono presenti altri sintomi evidenti.
  • Gestosi grave. La pressione sistolica supera i 160 mmHg e la pressione diastolica è oltre 110 mmHg. La quantità di proteine nelle urine è superiore a 0,5 g/24 ore e sono evidenti i sintomi che vedremo nei prossimi paragrafi.

Classificazione per tempo di esordio

Si possono suddividere le diverse tipologie di preeclampsia anche in base a quando si manifesta.

  • Gestosi precoce. Si sviluppa nei primi 3 mesi di gestazione ed è raro che venga diagnosticata. I sintomi sono infatti vomito e nausee frequenti, che sono anche sintomi di una gravidanza fisiologica.
  • Gestosi tardiva. È il tipo di gestosi più comune, quella che si manifesta durante il terzo trimestre.
  • Gestosi fulminante. Manifestazione improvvisa della gestosi, senza apparente preavviso. Si verifica a partire dalla 20a settimana di gestazione e provoca un aumento improvviso della pressione, accompagnato da gonfiore generalizzato e vomito.
  • Gestosi post-partum. Nel 25% dei casi, la preeclampsia si manifesta fino a 6 settimane dopo il parto.

Preeclampsia sovrapposta a ipertensione cronica

Soffrire di ipertensione prima di rimanere incinta è una possibile causa di preeclampsia. Si parla di preeclampsia sovrapposta a ipertensione cronica quando, oltre alla pressione alta, si manifesta anche la proteinuria.

Gestosi epatica

A volte la preeclampsia si manifesta in forme rare e gravi, come la gestosi epatica. Quest’ultima si manifesta non solo con pressione alta e proteine nelle urine, ma anche con epatite colestatica e fegato grasso.

I sintomi di questo disturbo

La diagnosi della malattia passa dalla misurazione della pressione e dalle analisi del sangue. Prima di questo, però, si possono individuare alcuni sintomi tipici della preeclampsia. Alcuni di questi sono in realtà presenti anche nelle gravidanze fisiologiche, il che rende più difficile fare una diagnosi precoce.

Gambe e caviglie gonfie

La ritenzione di liquidi è una conseguenza tipica della preeclampsia, che si manifesta soprattutto con gambe e caviglie gonfie. Un minimo di gonfiore è in realtà normale, nel corso della gravidanza:  di solito, bastano una moderata attività fisica e una dieta sana per alleviare il disturbo.

Quando si parla di preeclampsia, però, il gonfiore va molto oltre quello tipico della gravidanza. Spesso l’interessata ha una sola gamba o un solo piede gonfio, grande il doppio dell’altro e rosso. In casi del genere, è importante misurare subito la pressione e contattare il proprio medico.

Edemi

Il gonfiore interessa soprattutto gambe e caviglie, dato che i liquidi tendono ad accumularsi nelle estremità. In caso di gestosi, gli edemi interessano tutto il corpo, compreso viso e mani. Nei casi più gravi, si possono gonfiare addirittura le palpebre.

Petecchie e lividi inspiegabili

I gonfiori accentuati e la pressione alta rompono i capillari, provocando la comparsi di petecchie e perfino di lividi. Se capita ripetutamente, è un chiaro sintomo di preeclampsia.

Aumento di peso eccessivo

In gravidanza, bisognerebbe ingrassare massimo 12 kg, se normopeso. Alcune donne seguono una dieta sregolata che le porta a prendere più peso del necessario. Altre volte, però, l’aumento di peso non corrisponde allo stile di vita.

Se si prendono più di 12 kg nonostante la dieta sana e l’attività fisica, è un possibile sintomo di gestosi in gravidanza. I chili di troppo potrebbero essere causati infatti dai liquidi in eccesso, tipici di questa condizione. In casi del genere, bisogna quindi parlarne subito con il ginecologo.

Nausea e vomito

Nausea e vomito sono sintomi tipici nel primo trimestre di gestazione. Se però la nausea e il vomito si manifestano dopo la 20a settimana, è possibile che siano sintomo di preeclampsia.

Cefalea e disturbi della vista

La pressione troppo alta ha conseguenze negative su tutti gli organi molto vascolarizzati, tra cui il cervello. Per questa ragione, la gestosi gravidica si può manifestare attraverso mal di testa improvvisi e disturbi della vista.

Le conseguenze della gestosi per la madre

Come intuibile dalla sintomatologia stessa, la gestosi può avere conseguenze devastanti sia per la madre sia per il feto. I danni provocati dalla pressione alta possono infatti interessare l’intero organismo e, nei casi più gravi, portare alla morte.

Emorragie cerebrali

Quando la pressione supera i limiti di sicurezza, aumentano le probabilità che i vasi sanguigni si danneggino e si rompano. Per questa ragione, le donne che soffrono di preeclampsia sono più soggette ad emorragie cerebrali e ad ictus.

Insufficienza renale

Chi ha sofferto di preeclampsia in gravidanza ha un rischio di malattia renale 5 volte superiore al normale. Il rischio riguarda non solo il periodo della gravidanza in sé, ma interessa la madre anche negli anni a venire. Secondo uno studio finanziato dalla Danish Council for Independent Research, pare che i rischi maggiori si abbiano infatti nei 5 anni che seguono la gravidanza.

In realtà, il rapporto tra preeclampsia e problemi renali va in due direzioni:

  • problemi renali preesistenti provocano variazioni nel sistema renina-angiotensina, responsabile della vasocostrizione e dell’aumento del volume di sangue;
  • l’ipertensione tipica della preeclampsia danneggia i vasi sanguigni che irrorano i reni, aumentando il rischio di malattie renali.

In entrambi i casi, chi ha sofferto di preeclampsia durante la gestazione dovrebbe tenere i propri reni monitorati.

Disfunzioni polmonari

Gli edemi tipici della gestosi possono formarsi anche all’interno dei polmoni, minandone la funzionalità. In più, la tensione alta aumenta il rischio di emorragie interne e embolie polmonari. Per queste ragioni, le donne che soffrono di gestosi sono a rischio di insufficienza respiratoria.

Sindrome HELLP

Tra le possibili conseguenze della gestosi, la sindrome HELLP è una delle più rare ma anche una delle più pericolose. Si tratta infatti di una malattia emorragica rara, probabilmente causata da un aumento improvviso di fattori della coagulazione.

Il legame tra emorragie interne incontrollate e aumento della coagulazione può essere contro-intuitivo, ad occhi non esperti. L’aumento eccessivo di fattori della coagulazione provoca però la formazione di microtrombi, specie all’interno degli organi più vascolarizzati. Ciò danneggia il fegato e causa inoltre un consumo eccessivo di piastrine.

Sintomi tipici della sindrome HELLP sono:

  • dolore addominale;
  • nausea;
  • vomito;
  • edema diffuso;
  • aumento di peso;
  • dolore alla spalla destra;
  • mal di schiena;
  • cefalea.

L’unico modo per intervenire è far partorire subito la madre. Se non si agisce per tempo, la sindrome può portare alla rottura del fegato e causare emorragie interne in tutto l’organismo.

Eclampsia

Insieme alla sindrome HELLP, l’eclampsia è la conseguenza più grave della gestosi e risulta tutt’oggi mortale per madre e bambino. Ciò che la rende più pericolosa è la sua natura multisistemica: si tratta di una sindrome che colpisce tutto l’organismo e che, se non affrontata subito, porta al coma e alla morte.

Il sintomo principale dell’eclampsia sono le convulsioni: se una gestante affetta da preeclampsia inizia a manifestare confusione mentale, cefalea e convulsioni, è probabile che la gestosi sia degenerata in eclampsia. Ciononostante, la diagnosi si basa anche su analisi di laboratorio per valutare le funzionalità epatica e renale e per controllare i componenti del sangue.

Se non si interviene quanto prima, l’eclampsia può causare:

  • malattie renali ed epatiche;
  • cecità, solo a volte reversibile;
  • trombi in tutto l’organismo;
  • emorragie;
  • complicanze neurologiche.

In caso di eclampsia, si procede subito con l’induzione al parto e con trattamenti volti ad abbassare la pressione e a fermare le convulsioni.

Conseguenze per il feto

Ci siamo concentrati sulla salute della madre, ma la preeclampsia può avere gravi conseguenze anche sul feto. In questo paragrafo ci concentreremo sui rischi più immediati. Bisogna però precisare che sono in corso diversi studi riguardanti le conseguenze a lungo termine, non ancora del tutto chiare.

Ritardo nella crescita

Quando la pressione materna è troppo alta, il feto riceve meno ossigeno e meno nutrienti di quanto avrebbe bisogno. Ciò provoca un ritardo dello sviluppo, una delle ragioni per cui i bambini nati da madri affette da preeclampsia sono più piccoli della media.

Distacco della placenta

I danni ai vasi sanguigni e lo stress dato dalla pressione troppo alta possono provocare il distacco della placenta, con conseguenti emorragie nell’utero

Quando succede in modo improvviso, il feto rimane quasi del tutto privo di ossigeno e bisogna procedere subito con il taglio cesareo. Se invece il distacco è graduale, la placenta inizia a perdere liquido amniotico e il feto riceve sempre meno ossigeno e nutrienti.

Il tipo di intervento cambia in base alla gravità del distacco. Nei casi migliori, basta che la futura mamma tenga sotto controllo la pressione e stia a riposo. Altre volte, è necessario il ricovero immediato e serve eseguire un parto cesareo.

Parto pretermine

La preeclampsia è la principale causa di parto prematuro. A seconda dell’epoca gestazionale in cui avviene, cambiano anche le possibili conseguenze per il feto.

Danni neurologici

L’assenza di ossigeno causata dal distacco della placenta, un parto difficile, un parto troppo prematuro sono tutte possibili cause di danni neurologici nel neonato. La Duke University studia da anni come ripristinare i tessuti cerebrali usando le cellule staminali; un’ottima ragione per conservare il cordone ombelicale, fonte inestimabile di queste cellule.

Preeclampsia: le linee guida

Il modo migliore per affrontare la preeclampsia è prevenirla: evitare lo stress, mangiare bene, fare esercizio fisico sono tutti modi per ridurre il rischio. Ci sono però donne che sono geneticamente predisposte o che soffrono di ipertensione da prima di restare incinte. In questi casi, la prevenzione diventa molto meno efficace.

Nel caso una donna incinta si ammalasse di preeclampsia, quali sono le linee guida?

Come curare la gestosi in gravidanza

Non esiste una cura per la gestosi, una volta insorta: i medici possono solo intervenire sui sintomi ed evitare le complicazioni. Così facendo, il disturbo si risolve da solo entro poche settimane dal parto. Se invece non si interviene, la gestosi può degenerare nei modi visti sopra.

Se la preeclampsia si manifesta alla fine del terzo trimestre, è possibile intervenire anticipando il parto. Altrimenti, le linee guida per il trattamento della preeclampsia prevedono:

  • riposo assoluto. È uno dei pochi casi nei quali il sesso in gravidanza è sconsigliato;
  • controllo della pressione mediante farmaci anti-ipertensivi;
  • solfato di magnesio in piccole dosi, per abbassare la pressione arteriosi e fermare eventuali convulsioni;
  • aspirina in piccole dosi, per fluidificare il sangue e ridurre il rischio di trombosi;
  • dieta povera di sale e sodio.

Dieta per gestosi in gravidanza

La dieta non basta per curare la gestosi, ma aiuta a contenerne le conseguenze. La regola zero è ridurre il più possibile l’apporto di sodio, che contribuisce ad alzare la pressione e a peggiorare il problema. Evitare sale e salsa di soia potrebbe non essere sufficiente, però.

Le donne che soffrono di gestosi dovrebbero mangiare:

  • cibi integrali, che prevengono i picchi glicemici;
  • frutta e verdura fresche, purché ben lavate;
  • cibi con una scarsa densità calorica, ovvero che contengono poche calorie in rapporto al volume;
  • pesce grasso e frutta secca, ricchi di omega-3 preziosi per lo sviluppo del bambino.

Insomma, la classica dieta mediterranea, che aiuta a tenere il peso sotto controllo e riduce il rischio di diabete gestazionale. Inoltre, uno studio su gestosi e alimentazione mostra come la dieta mediterranea sia ottima anche per prevenire la preeclampsia.

Se mantenere in salute te stessa e il tuo bambino, mangia bene e tieni sotto controllo la pressione: come vedi, ne vale la pena.

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