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Trapianti migliori dando la scossa alle cellule staminali

Bastano piccole scosse elettriche per aumentare le probabilità di successo dei trapianti di cellule staminali. La scoperta della UC San Francisco potrebbe rivoluzionare l’approccio a questo genere di trattamenti. La tecnica migliora infatti l’ambiente per le cellule staminali trapiantate, allungandone la vita e facilitando la rigenerazione dei tessuti. Agevola la rigenerazione di fegato, cuore e polmoni, anche se per ora è stata sperimentata solo sui topi.

Nei trattamenti con le cellule staminali il successo dipende molto dal loro tasso di sopravvivenza e di proliferazione. È inoltre importante che le cellule si tengano il più possibile nei pressi delle zone interessate. Creare una popolazione attiva di cellule staminali proprio dove serve, però, è difficile. Le cellule infatti si spostano e spesso faticano a trovare l’ambiente giusto nel nuovo organismo.

Spesso le cellule staminali trapiantate fanno fatica a ritagliarsi dello spazio fisico. Questo rende più difficile per loro impiantarsi e moltiplicarsi nell’organo, dato che manca loro un posto dove farlo. I ricercatori hanno quindi sviluppato una procedura per eliminare le cellule dell’organismo ospite, in particolare nel fegato. In questo modo hanno fatto spazio alle cellule staminali trapiantate e ne hanno facilitato l’attecchimento.

Per creare le nicchie dove introdurre le cellule staminali, gli scienziati hanno usato delle piccole scosse elettriche. L’elettricità ha ucciso una sezione del fegato, senza toccare le strutture vitali dell’organo presenti tra le cellule, le matrici extracellulari. La presenza delle matrici ha dato alle cellule staminali un ulteriore supporto per sopravvivere. La procedura ha inoltre provocato solo infiammazioni minime e piccole cicatrici.

Nei topi trattati con le scosse elettriche, le cellule staminali trapiantate erano ancora vive dopo due settimane. Con le opportune migliorie, la tecnica potrebbe ottimizzare i trapianti di cellule staminali, con benefici per la medicina rigenerativa.

Fonte: medicalxpress.com

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