Uno studio statunitense ha rivelato che i maiali sono modelli migliori nei test di laboratorio. Sono preziosi specie per lo sviluppo di farmaci contro malattie causate dall’alimentazione, come cancro al colon e diabete di tipo 2. Maiali ed esseri umani hanno infatti una flora batterica e un sistema immunitario simili. Entrambi presentano inoltre due tipi distinti di cellule staminali, le ASCL-2 e le BMI-1.

I topi sono i modelli animali più usati negli studi di laboratorio, ma sono privi delle cellule staminali BMI-1. Le BMI-1 si occupano della permeabilità delle pareti intestinali: il loro malfunzionamento è tra le cause del tumore al colon. Ne consegue che i topi rappresentano il sistema intestinale umano in maniera molto parziale. Ciò provoca a volte degli errori, che sfociano in valutazioni sbagliate su come trattare certe patologie.

Secondo il dottor Jairam K.P. Vanamala, i maiali sono il futuro della ricerca nell’ambito delle malattie del tratto intestinale. Il suo team ha usato una tecnica di visualizzazione per identificare le cellule staminali presenti nel colon dei maiali. Hanno così identificato le stesse colonie rintracciabili in un colon umano. Anche i batteri sono gli stessi e il comportamento in caso di alimentazione troppo ricca di grassi.

I ricercatori hanno scoperto che un’alimentazione troppo ricca rende più difficile riparare i danni dell’intestino. Le cellule staminali si allontanano dalle zone che dovrebbero proteggere e rigenerare, facilitando l’insorgere di patologie. Sia negli esseri umani che nei maiali, le staminali più esposte sono le BMI-1, che invece mancano nei topi.

Usare i maiali invece dei topi consentirebbe di elaborare una strategia di prevenzione basata sull’alimentazione. Sarebbe un modo accessibile per affrontare certi problemi sul nascere, con beneficio sia dei singoli sia dei sistemi sanitari. Ecco perché il team di Vanamala sta analizzando gli effetti di diverse diete su un gruppo di maiali. La speranza è trovare una strada percorribile anche dagli esseri umani.

Fonte: futurity.org