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Mamme tra lavoro e famiglia: la situazione in Italia

A cura di: Redazione

Le donne italiane, ancora di più le mamme italiane, hanno bisogno di diritti. La discriminazione nei confronti di queste donne, che devono dividersi tra il lavoro e la famiglia, è purtroppo una triste realtà.

Secondo i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, infatti sono state licenziate oltre 25mila neomamme, per la difficoltà nel riuscire a dividersi tra il lavoro e la cura dei figli.

Gli stipendi sono troppo bassi, mentre le rette degli asili nidi troppo alte, e tenendo conto che molti nonni sono giovani e che l’età della pensione si è spostata, molti neogenitori non hanno la possibilità di lasciare i propri figli nelle loro mani.

Save The Children, con il dossier “Le Equilibriste, la maternità in Italia”, ha fotografato la situazione del nostro Paese, con una classifica delle regioni e delle città dove è più semplice avere dei figli. Bolzano e Trento sono nelle prime posizioni, mentre la Campania è alle ultime.

Non ci sono, quindi, stati passi avanti negli ultimi anni, ma addirittura in alcune regioni ci sono state delle regressioni.
Problemi a coinciliare lavoro e famiglia con l’arrivo del tuo bebè? Ecco i consigli dell’esperta del benessere sul lavoro Elena Tramontini.


Al primo e secondo posto ci sono Bolzano e Trento, seguite dalla Valle D’Aosta, dall’Emilia Romagna, dal Friuli Venezia Giulia e dal Piemonte.

Bolzano e Trento hanno avuto dei miglioramenti, mentre l’Emilia, che nel 2008 era prima in classifica, ha subito un calo. La Campania ha perso due posizioni, preceduta da Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata.

Il numero dei nuovi nati in Italia è in calo e, come sottolineato da Raffaella Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, è inammissibile che si riservi così poca attenzione alla maternità e alle mamme, che si ritrovano sole a dover affrontare tanti ostacoli per conciliare la vita familiare e professionale.

Esiste un forte divario tra Nord e Sud nelle aree prese in esame, che sono la cura dei figli, il lavoro e i servizi per l’infanzia.

L’area della cura mostra miglioramenti in tutte le regioni. Trento e Bolzano sono in testa, seguite da Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. La Basilicata è la peggiore, precedut da Puglia, Abruzzo e Sardegna. Sicilia e Campania hanno guadagnato qualche posizione in questo ambito.

L’area del lavoro conferma le prime posizione di Trento e Bolzno, seguite da Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. La Sicilia è la peggiore, preceduta da Campania, Calabria, Puglia e Basilicata. Un terzo delle donne non ha mai lavorato e neanche tentato di lavorare per via degli impegni familiari.

L’area dei servizi vede sempre al primo posto Trento, seguito da Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche. La regione peggiore in questo ambito è il Lazio, seguita da Sicilia, Calabria, Campania e Basilicata.
Per i bambini sotto i tre anni i servizi comunali o finanziati dai Comuni variano dal 18,3% del Centro al 4,1% del Sud, con enormi disparità. I posti nelle strutture pubbliche e private coprono il 30% dei bambini sotto i 3 nani al Nord-Est e al Centro, il 27% al Nord-Ovest mentre al Sud e nelle Isole si hanno 10 e 14 posti per cento bambini residenti.

Mancano miglioramenti strutturali, in particolar modo al Sud, e per questo ci vuole un Piano Nazionale di sostegno alla genitorialità con misure di sostegno del percorso nascita e dei primi mille giorni del bambino, per tutelare le donne lavoratrici e garantire i servizi educativi per la prima infanzia.

"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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