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La variante Omicron ha 32 mutazioni sulla proteina Spike rispetto a SARS-CoV-2 originale

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La variante Omicron ha 32 mutazioni sulla proteina Spike rispetto a SARS-CoV-2 originale

Un lavoro appena pubblicato su Nature mostra che gli studi epidemiologici indicano una trasmissibilità molto più elevata di Omicron rispetto a Delta. Alla base di questa aumentata capacità di trasmissione vi sono 32 mutazioni sulla proteina Spike rispetto al primo virus SARS-CoV-2. Pertanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ha definita variante inquietante il 26 novembre 2021.

In Sud Africa, la variante Omicron ha sostituito gli altri virus in poche settimane e è responsabile del forte aumento dei casi diagnosticati.

Le analisi nei differenti paese indicano che il tempo di raddoppiamento dei casi
è tra 2 e 4 giorni. La variante Omicron ora è presente in decine di Paesi.

Un nuovo studio pubblicato dall’Unione Europea in collaborazione con l’Istituto Pasteur  e l’Università di Leuven, il Centro di Ricerca di Orleans, l’ospedale Pompidou et l’Inserm  h studiato la sensibilità di Omicron agli anticorpi neutralizzanti prodotti da due vaccinazioni rispetto alla variante Delta. L’obiettivo  chiaramente capire se le persone già infettate da Delta o vaccinate siano rispondenti a questa nuova variante.

Dopo aver isolato il virus da un campione prelevato da una donna di 32 anni rientrata in Francia dall’Egitto, i ricercatori dell’Istituto Pasteur hanno potuto analizzare la rispondenza degli anticorpi monoclonali delle persone precedentemente esposte al virus o vaccinate con due dosi per verificare la sensibilità.

Su 9 anticorpi testati, 6 perdono completamente la loro attività antivirale e i tre rimanenti risultano essere meno efficaci rispetto a Delta. La combinazione anticorpale Tixagevimab/Cilgavimad di AstraZeneca resiste ma è 80 volte meno efficace su Omicron rispetto a Delta.

Gli scienziati hanno osservato che la vaccinazione della doppia dose di Pfizer o AstraZeneca non è sufficiente perché non è in grado di neutralizzare Omicron. Questo accade anche nei soggetti già infettati da 12 mesi.

I sieri invece dei soggetti che hanno ricevuto una terza dose di richiamo Pfizer dopo un mese risultano efficaci per la neutralizzazione contro Omicron. E’ tuttavia necessario avere da 5 a 31 volte più di anticorpi per neutralizzare Omicron rispetto a Delta  nei test di coltura cellulare.

Questi test dimostrano come la vaccinazione booster protegge contro le forme sintomatologiche più gravi.

E’ ora necessario studiare per quanto tempo la terza dose sia in grado di proteggere precisa , co-autore dello studio.

E’ una rincorsa per dare la giusta copertura anticorpale in tempo utile alla formazione di nuove varianti e la collaborazione degli Istituti di ricerca è fondamentale.

Fonte: Institut Pasteur

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