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Il risveglio delle cellule staminali
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La storia di Cole Baranowski dimostra ancora una volta che basta pochissimo per rovinare una vita. E altrettanto poco per salvarla.

Siamo nel 2021 e il piccolo Cole ha appena 2 mesi; è in quella fase in cui i neonati iniziano a distribuire sorrisi e ad alzare la testa da soli, nel tentativo di scoprire il mondo. Durante un controllo di routine, però, il pediatra nota che la milza di Cole è molto più grande di quanto dovrebbe.

Il piccolo finisce al pronto soccorso, dove viene sottoposto ad ulteriori analisi. Tempo 5 giorni e arriva la risposta: leucemia linfoblastica acuta. Si tratta di una forma rara di leucemia che colpisce i linfociti ed evolve rapidamente, maligna come solo un tumore pediatrico può essere.

Non è ancora tutto perduto: in casi del genere, il trapianto di midollo osseo dà ottimi risultati. Prima di procedere, però, bisogna trovare un donatore e far regredire il tumore. Mentre parte la ricerca di un donatore compatibile e la famiglia cerca di vivere nel modo più normale possibile, il piccolo Cole inizia il suo primo ciclo di chemioterapia. Non basta: si passa alla terapia CAR-T, per insegnare al sistema immunitario di Cole come attaccare le cellule tumorali.

Quando Cole compie 6 mesi, è tutto pronto: il tumore sta regredendo e c’è un donatore compatibile. Sembra che questa brutta storia stia arrivando alla fine, insieme a un 2021 da dimenticare sotto tanti aspetti. Il 2022 inizia con due scherzi crudeli del destino, però.

Dopo la chemioterapia e la terapia CAR-T e l’isolamento di un mese, per prepararsi al trapianto, Cole mostra nuovamente segni di leucemia. C’è di più: il donatore non è più disponibile. Non sappiamo cosa sia successo, probabilmente problemi di salute che hanno bloccato la donazione all’ultimo momento. Quel che è certo che, dopo aver assaggiato un pizzico di speranza, i genitori di Cole sono tornati nel vortice della disperazione.

C’è un’alternativa: il sangue cordonale. Non è stata tirata fuori prima perché, come oltre il 90% delle persone, anche i genitori e i parenti di Cole hanno buttato il cordone ombelicale tra i rifiuti speciali. Le staminali del cordone sono ancora più efficaci e compatibili di quelle del midollo, ma sono anche terribilmente rare: possibile che Cole riesca a trovare un altro donatore?

Le ricerche riprendono e, di nuovo, il destino pare benigno: tra le banche del cordone, c’è un campione compatibile. Questa volta, non ci sono rischi che il donatore si ammali o si tiri indietro: il cordone è lì, in attesa. Non resta che far regredire nuovamente quel dannato tumore.

Ricomincia un calvario fatto di chemioterapia e di terapia CAR-T e di isolamento. In un anno di vita, Cole ha vissuto più in ospedale che a casa, ma forse è finita. Le staminali ottenute dal cordone non sono tantissime, ma dovrebbero essere sufficienti per il trapianto su un bimbo così piccolo.

Quelle poche cellule donate da un bambino sconosciuto entrano nel corpo di Cole e iniziano a riprodursi, sempre di più, soverchiando le cellule malate. A fine marzo, il piccolo comincia a stare meglio, riprende a giocare. Ad aprile 2022, non ci sono più cellule tumorali dentro Cole.

È guarito.

Fonte: caringbridge.org

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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