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I bambini perdono sangue dal naso: è normale. Qualche volta, nonostante i genitori cerchino di insegnare loro a usare il fazzoletto, ci infilano le ditina dentro e combinano un disastro. Altre volte è colpa dell’aria secca o degli sforzi fatti giocando o di una caduta.

Quando Deepika inizia a perdere sangue dal naso, quindi, nessuno si preoccupa più di tanto: ha 4 anni e a quella età è normale. Tantissime storie iniziano così e finiscono con i fenomeni di epistassi che si interrompono da soli, verso i 7-8 anni. Storie noiose da raccontare, ma che qualsiasi genitore si augura per i propri figli.

Ovviamente, non è il caso di Deepika.

Oltre che perdere sangue dal naso, la bambina mostra gengive sempre irritate e sanguinanti, qualcosa di molto più strano per un bambino. Inoltre, le epistassi sono un po’ troppo frequenti per essere qualcosa di “normale”.

La madre porta la figlia dal pediatra, come chiunque di noi farebbe, sperando sotto sotto che il medico si faccia una sana risata e le risponda che non è niente. Purtroppo, il medico non ride: la situazione è preoccupante e servono altri test.

Trombocitopenia amegacariocitica congenita o CAMT, è questa la risposta. Una risposta che ricevono pochissime persone al mondo, essendo una malattia genetica rara; i casi conosciuti sono 100, praticamente niente.

Ora, quante possibilità ci sono che esista una cura per qualcosa di cui soffrono solo 100 persone al mondo, per lo più bambini? Pochissime e, infatti, pare che non ci sia niente da fare. L’unica possibilità sarebbe resettare l’intero midollo osseo di Deepika, sostituendolo con uno nuovo di zecca.

Sulla carta, si potrebbe fare: se Deepika avesse a disposizione il sangue cordonale di un fratello, si potrebbe usare quello. Di fatto, la bambina non ha nulla del genere a disposizione; anche i donatori di midollo scarseggiano. Non resta che tentare qualcosa di estremamente rischioso: usare le cellule staminali della madre.

I genitori sono pessimi donatori di midollo osseo, dato che sono compatibili solo per il 50%. Deepika non ha altre possibilità, però. Meglio rischiare il rigetto, piuttosto che lasciare la situazione così com’è.

I medici manipolano le staminali della madre e le infondono dentro Deepika. Non va bene, per niente: le sue condizioni peggiorano. Forse non ha funzionato.

Per 5 mesi, i medici e i genitori di Deepika fanno il possibile e l’impossibile per tenerla in vita, mentre quelle staminali estranee si fanno largo all’interno del suo corpicino e ricostruiscono quel dannato midollo osseo.

Pian piano, la bambina inizia a migliorare. La sua salute si stabilizza, servono sempre meno medicine. Alla fine, Deepika esce dalla porta sulle sue piccole gambe, accompagnata dalle persone che le vogliono bene.

Sua madre è riuscita a darle la vita una seconda volta e, proprio come la prima volta, sono serviti sangue e dolore. Ne è valsa la pena.

Fonte: mediabrief.com

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