Yuji Shiba dell’Università di Shinshu e il suo gruppo hanno creato un trattamento a base di cellule staminali, volto a riparare le lesioni da attacco cardiaco. Per il momento i ricercatori hanno condotto test su cavie e primati. I risultati sono positivi e in futuro si potrà pensare a un’applicazione sull’uomo.

Un attacco cardiaco lascia sempre delle cicatrici sul muscolo, anche quando preso per tempo. I danni subiti dal tessuto rendono difficoltoso il corretto funzionamento del muscolo, aumentando il rischio di nuovi attacchi cardiaci. Secondo diversi studi in corso, l’iniezione in tempi brevi di cellule cardiache sane dovrebbe ridurre il rischio di complicazioni. Le ferite ancora fresche, infatti, incorporano le cellule in tempi brevi e aiutano la ripresa del muscolo.

Altre ricerche usano cellule del paziente stesso per ottenere le cellule staminali, da convertire poi in cellule cardiache. Gli scienziati giapponesi, invece, hanno usato le cellule staminali di un donatore in combinazione con farmaci antirigetto. Ciò ha permesso di agire in maniera più tempestiva e di aumentare le possibilità di successo. Le cellule cardiache così ottenute e iniettate nel cuore hanno sostituito il 16% del tessuto danneggiato. Si sono collegate alle cellule sane preesistenti e nel giro di 12 settimane hanno rinforzato il muscolo. Il trattamento ha provocato però una forma di aritmia, di cui gli scienziati non hanno ancora compreso la causa.

L’aritmia è un problema già rilevato in studi precedenti, ma mai rivelatosi fatale. Le ricerche mostrano inoltre un affievolirsi del problema con il passare del tempo.

Fonte: theguardian.com