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Nuovo trattamento a base di cellule staminali contro la sclerodermia

I ricercatori dell’Hospital for Special Surgery di New York hanno scoperto che le cellule staminali già presenti nel grasso possono ridurre le fibrosi della pelle, una delle conseguenze della sclerodermia. Per il momento hanno testato il trattamento solo su modelli animali, ma in futuro potrebbero testarlo anche su pazienti umani. La procedura si basa inoltre su studi precedenti, che prevedevano l’iniezione di cellule staminali. Il nuovo metodo pare però garantire una migliore sopravvivenza delle cellule staminali.

La sclerodermia provoca l’insorgere di un gran numero di fibrosi della pelle, cha affiancano la progressiva distruzione dei tessuti grassi. All’interno di questi sono presenti delle cellule staminali dette cellule stromali del tessuto adiposo, che dopo la distruzione dell’adipe vanno perse. In passato i ricercatori avevano provato a iniettare nuove cellule nei tessuti danneggiati, ma il tasso di sopravvivenza di queste era comunque molto scarso. La ricerca in questione ha però rivelato che le poche cellule staminali che sopravvivono alla sclerodermia lo fanno grazie ad un altro tipo di cellule.

I tessuti grassi contengono delle cellule che producono un fattore chiamato linfotossina B. La linfotossina B emette un segnale che stimola la sopravvivenza delle cellule staminali del tessuto adiposo, riducendone la perdita. I ricercatori hanno quindi iniettato nelle cavie le cellule staminali e degli anticorpi che stimolassero i recettori della linfotossina. La procedura ha non solo aumentato il numero di cellule staminali, ma anche ridotto le fibrosi.

I primi risultati sul modello animale sono stati soddisfacenti. Il prossimo passo sarà l’uso di cellule staminali umane. Se confermata, la scoperta potrebbe aiutare non solo chi soffre di sclerodermia, ma anche quanti hanno problemi reumatologici o autoimmuni.

Fonte: sclerodermanews.com

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