Paul è un ingegnere di 51 anni ed è di recente convolato a nozze con la compagna Laura. Una storia come tante, non fosse che ha scelto come testimone di nozze Brett Dingwall, l’uomo cui ha salvato la vita. Nel 2007 gli ha infatti donato le proprie cellule staminali, creando un legame indissolubile.

Nel 2006 Brett aveva 56 anni e gli acciacchi tipici dell’età. Un giorno ha però cominciato ad avere dei problemi insoliti. Soffriva di una piccola fastidiosa influenza, i cui sintomi non ne volevano proprio sapere di passare. Aveva un perenne sapore metallico in bocca e il fianco gli faceva male. Dopo qualche settimana è arrivata la diagnosi: leucemia mieloide acuta.

Dopo lo shock iniziale, Brett si è sottoposto a un trattamento chemioterapico molto pesante. A febbraio 2007 non c’era già più traccia di cellule tumorali nell’organismo, ma il sistema immunitario era ormai distrutto. Sarebbe bastato un raffreddore per uccidere l’uomo, una condizione sostenibile solo per poche settimane. L’unica speranza era trovare un donatore di midollo osseo.

Essendo Brett figlio unico e non avendo potuto conservare il cordone ombelicale, doveva per forza rivolgersi a un estraneo. L’uomo si è quindi messo in contatto con un ente benefico che si occupa di cercare possibili donatori di cellule staminali. La ricerca è andata a buon fine e Brett è guarito.

A due anni dal trapianto, l’associazione ha dato a donatore e ricevente la possibilità di incontrarsi. È così che Brett ha conosciuto Paul, l’uomo che gli aveva salvato la vita con le proprie cellule staminali. I due uomini hanno scoperto di vivere entrambi nel Hertfordshire, a 25 minuti di macchina di distanza.

Ad 8 anni dal loro primo incontro, Paul ha scelto Brett come testimone di nozze. Non c’era altra persona più adatta per quel ruolo, se non l’uomo cui aveva restituito la vita. Certi legami sono per sempre.

Fonte: dailymail.co.uk