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Grato di essere vivo

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Il 19 luglio 2021, Galvez tocca il fondo. È quello che potremmo definire un “brav’uomo”: sposato e padre di due figli, operatore sanitario in terapia intensiva, una vita ordinaria. La pandemia lo sta schiacciando con lunghe ore di turno, infinite, in mezzo alla sofferenza di decine di persone sconosciute. Quando torna a casa, lo aspettano una figlia poco più che neonata e un figlio autistico di 6 anni, da poco guarito dalla leucemia dopo anni di lotte senza respiro.

Non c’è un attimo di pausa per Galvez: nemmeno a casa può scappare dalla sofferenza nella quale si immerge ogni giorno. Gli rimane attaccata ai vestiti, una melma che gli si aggrappa addosso e lo soffoca pian piano.

Non ce la può fare. È troppo, troppo.

Galvez è stanco, vuole riposare. Ha bisogno di staccare da tutto, davvero. Ecco perché prende la pistola del fratello e se la punta al cuore: non cerca la morte, cerca una tregua.

Probabilmente la vita ha altro in mente per lui, perché Galvez non muore. Sono i suoi stessi colleghi a salvargli la vita e, pian piano, ad accompagnarlo in un percorso di rinascita. L’uomo si fa aiutare e ritrova la serenità, almeno fino a dicembre 2021.

L’anno finisce con un nuovo colpo al cuore, questa volta solo metaforico: suo figlio Levi è di nuovo malato. Il tumore è tornato ed è resistente alle terapie.

In casi del genere, non ci sono molte possibilità sul piatto. L’unica strada percorribile è il trapianto, con tutti i rischi che ne conseguono. La soluzione ideale sarebbe avere a disposizione il sangue cordonale del bambino stesso, conservato proprio in vista di casi del genere. Inutile dire che Levi non ha questa risorsa dalla sua parte. La seconda soluzione migliore sarebbe usare le cellule staminali di un fratello; la sorella di Levi non è compatibile.

Niente da fare, quindi.

I genitori sono pessimi donatori, di solito, in quanto sono compatibili solo al 50%. Per una volta, il fato sembra sorridere alla famiglia e Galvez scopre di essere un donatore compatibile per il figlio. Non se lo fa ripetere due volte: il 1 marzo 2022, dona il proprio midollo osseo al figlio. Dopodiché, non rimane che attendere.

Gavez e Levi stanno ancora aspettando, ma il peggio sembra essere passato. Per entrambi.

Fonte: eu.usatoday.com

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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