Un laboratorio di ricerca di Dresden, in Germania, ha sviluppato un modo per creare mini retine a partire da cellule staminali pluripotenti. La tecnica è un grosso passo in avanti per la ricerca sulle malattie della retina.
I ricercatori di Dresden hanno indotto alcune cellule staminali a formare delle mini retine, così da studiare lo sviluppo di patologie della retina legate all’età, ad anomalie genetiche o a traumi. Nel caso di mini retine di topi, il processo prende tra i 20 e i 30 giorni. Nel caso di mini retine umane, sono necessari quasi sei mesi. Per ottenere gli organoidi, si uniscono le cellule staminali pluripotenti a fattori di crescita specifici, che spingono le cellule staminali a svilupparsi in una certa direzione. Nel caso specifico, in quella di minuscole retine.
Negli ultimi anni la comunità scientifica si è concentrata sulla creazione in laboratorio di organoidi, ovvero organi allo stato embrionale ottenuti con cellule staminali pluripotenti. Gli organoidi sono una risorsa enorme per studiare come certi organi si sviluppano e sulle cause della loro degenerazione. Il loro ruolo è a monte di qualsiasi idea di trapianto o di trattamento condotto sul paziente. Sono prima di tutto una fonte di conoscenza.
Lo scopo dei ricercatori è ottenere organoidi sempre più precisi e sempre più flessibili, che permettano di studiare lo sviluppo e la degenerazione dell’organo in diverse condizioni. Le mini retine permettono di osservare l’emergere di patologie che nell’essere umano si manifestano dopo mesi, quando ormai è troppo tardi e l’occhio è perso. Permettono di verificare come e perché si sviluppano e l’intero processo dall’inizio alla fine, così da sviluppare un trattamento efficace e magari prevenire la malattia stessa.
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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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