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Cambiare la risposta delle cellule staminali all’infiammazione può invertire il destino della paradontite
Una unità di sangue cordonale non è solo un sacchetto di cellule staminali
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Progressi nel campo della Medicina Rigenerativa

La sinergia tra la biologia e la bioingegneria è fondamentale per la sviluppo di nuove terapie in medicina traslazionale. Questo è quanto è emerso dall’VIII simposio di Medicina Rigenerativa e riabilitativa che viene riportato da Nature la scorsa settimana.

Quindi è di importanza strategica la condivisione tra discipline diverse e i clinici, ricercatori, ingegneri, fisici devono poter apprendere i limiti e i vantaggi delle proprie ricerche in associazione con ciò che le altre scienze insegnano.

Ad esempio, al simposio è emerso che il timing con cui si associa un biomateriale a determinati fattori di crescita e alle cellule staminali è determinante nella riuscita sperimentale e clinica del protocollo.

Anthony Atala del Wake Forest Institute for Regenerative Medicine, mentore da oramai trenta anni in ambito di Medicina Rigenerativa ha sollevato due aspetti per lui discriminanti:

  • Il valore del metodo scientifico: la genesi di un progetto di ricerca parte dalla biologia cellulare e lo studio delle scienze dei materiali per poi essere applicata alle prove in vivo su animali di piccola, media e grande taglia. Infine sui pazienti con dei follow-up a lungo termine.
  • I team multidisciplinari, includenti i biologi cellulari e molecolari, i biochimici, gli ingegneri e i fisici devono lavorare insieme per fare avanzare la tecnologia dal laboratorio alla clinica.

Anthony Atala ha effettuato trapianti di organo quali la vescica, il rene e gli organi riproduttivi e ora ha maturato un interesse specifico per le cellule neonatali come quelle prelevate da sangue cordonale, da placenta enfatizzando il valore della facilità del prelievo, delle proprietà simili alle cellule embrionali, della disponibilità immediata e della mancanza di induzione del rigetto

Robert Guldberg dell’Università dell’Oregon ha sottolineato la potenza dell’effetto temporale durante la mineralizzazione e la crescita vascolare in vivo, uno degli aspetti più delicati del trapianto d’organo.

La sessione dedicata alla riabilitazione cellulare ha visto l’intervento di Adam Engler dell’Università della California su biomateriali e matrice extracellulare nello sviluppo dei cardiomiociti, le cellule del cuore e Robert Grange ha invece presentato i dati sulla terapia genica in combinazione con l’esercizio fisico nella sindrome di Duchenne.

Questi solo alcuni degli interventi, a testimonianza di un lavoro incredibile per ciò che rappresenterà la scienza del futuro.

 

Fonte: Nature

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