La domanda classica di qualsiasi neo-genitore: quante poppate deve fare un neonato al giorno? C’è un numero di poppate consigliato o dipende tutto dalle esigenze del bimbo?
La risposta sta nel mezzo. Ciascun neonato ha esigenze specifiche, ma esiste un numero standard di poppate che di solito servono a un bambino. Se il piccolo ne chiede di più o di meno, non è detto che ci sia un problema, ma è un’ottima ragione per fare qualche indagine.
In questo articolo, vedremo quali fattori influenzano il numero di poppate di un neonato e come (e se) affrontarli.
Il numero di poppate necessarie per un neonato varia a seconda di:
In generale, tutti i neonati hanno bisogno di essere nutriti frequentemente, specie nelle prime settimane di vita. Crescere richiede un’infinità di energia, energia che proviene dal latte della mamma. Inoltre, i bambini appena nati hanno uno stomaco minuscolo, che riesce a contenere quantità minime di cibo.
Per queste ragioni, i neonati prematuri hanno bisogno di mangiare più spesso dei neonati nati a termine: devono recuperare lo sviluppo che non è avvenuto nell’utero; in più, il loro stomaco è ancora più piccolo di quello di un neonato del tutto sviluppato.
Man mano che il neonato cresce, il ritmo dello sviluppo rallenta un pochino e il suo stomaco si sviluppa, così l’intervallo tra le poppate si allunga.
Anche la quantità di latte prodotta dalla mamma influenza il numero di poppate giornaliere. Se la mamma produce poco latte alla volta, il piccolo avrà bisogno di essere nutrito più spesso. Se invece produce molto latte o si usa il latte in formula, è probabile che servano meno poppate.
Se vuoi avere un’idea precisa su quanto latte beve un neonato, ti rimando all’articolo linkato. Qui ci concentriamo sul numero di poppate che, in media, un neonato fa mese per mese.
Fino al compimento dei 2 mesi di vita, un neonato può stare massimo 4 ore senza mangiare. In media, però, un bambino di poche settimane mangia ogni 3 ore sia di giorno dia di notte.
Tra i 2 e i 3 mesi di età, il 50% dei neonati riesce a rimanere fino a 6 ore senza mangiare, quanto meno di notte. Secondo uno studio condotto in Finlandia, la percentuale sale al 62% entro i 6 mesi. Entro l’anno di età, più del 70% dei bambini riesce a dormire per 6 ore consecutive senza svegliarsi per mangiare.
Nelle primissime settimane di vita, è importante che il neonato mangi quanto meno ogni 4 ore durante la notte: deve recuperare il peso perso subito dopo la nascita e ha bisogno di cibo. Passata questa fase, la situazione diventa più rilassata.
Se il neonato cresce regolarmente, non è necessario svegliarlo per la poppata; lo si può lasciar dormire anche per 5 o 6 ore senza problemi. Diverso se il bambino rimane piccolino e mangia poco anche durante la giornata. In quel caso, meglio parlarne con il pediatra e, eventualmente, svegliarlo per mangiare.
È una fortuna avere un neonato che sta bene e non sente il bisogno di mangiare spesso di notte: la poppata è infatti qualcosa di molto bello, sì, ma anche di lungo in tanti casi.
A seconda del bambino e della montata lattea, una poppata può durare tra i 20 e i 50 minuti; di solito, il neonato rimane attaccato 10-20 minuti per seno. Alcuni bambini si attaccano subito e succhiano velocemente; altri esitano un po’ di più, succhiano il latte pian piano, si addormentano a metà poppata, ecc.
Purtroppo, il genitore non può permettersi di dormire mentre allatta il bambino, anche se è normale averne la tentazione. Oltre all’ovvia mancanza di sonno, bisogna considerare la calma indotta dall’ossitocina. Allattare provoca il rilascio di questo ormone, che provoca un profondo senso di relax e stimola il sonno.
Potendo, è meglio avere accanto un’altra persona sveglia per tutti i 20 o 50 minuti della poppata.
Quale che sia la durata, la poppata finisce solo quando il neonato è sazio, ovvero quando mostra i seguenti segnali:
Fino allo svezzamento, è molto difficile eliminare del tutto le poppate notturne. Nei casi più fortunati, il piccolo dorme per 6 ore consecutive, mangia e dorme per altre 6 ore; ciò significa tenere in conto almeno una poppata notturna. Dopo la svezzamento, le cose si semplificano.
La prima cosa da fare è parlarne con il pediatra, per capire quant’è fattibile in base allo stato di salute del bambino. In base a quello che dirà, ecco come aiutare il bambino ad eliminare la poppata notturna:
Soprattutto tra le 2 e le 9 settimane di vita, alcuni bambini si svegliano in continuazione di notte per mangiare; qualche volta, si svegliano addirittura una volta all’ora. Il fenomeno si chiama “cluster feeding” o “poppate a grappolo”, per dirla all’italiana; è un comportamento del tutto normale, quando limitato nel tempo.
Le ragioni dietro il cluster feeding possono essere tante. Secondo alcuni ricercatori, questo comportamento potrebbe essere stato selezionato per stimolare la produzione di latte materno: più spesso il neonato si attacca al seno, più latte viene prodotto. Inoltre, le poppate a grappolo si verificano quasi sempre durante i picchi di crescita, che richiedono ovviamente molte più energie del solito.
In aggiunta a tutto questo, considera che la poppata è un momento rilassante per il neonato. Molti bambini cercano il seno materno non solo quando hanno fame, ma anche quando sono irrequieti e ansiosi. Se è un periodo concitato, magari ricco di stimoli, è normale che alcuni piccoli sentano il bisogno di qualche coccola in più.
Dopo la poppata, è bene tenere il neonato in posizione verticale per 15 minuti circa; se ha mangiato velocemente è ancora più importante, dato che potrebbe aver ingoiato molta aria durante la suzione.
Questa piccola accortezza riduce il rischio di rigurgiti, disagio, dolori al pancino. Dà infatti il tempo al latte di stabilizzarsi nello stomaco e permette di eliminare l’aria ingoiata mangiando. Una volta che ha fatto il ruttino e si è rilassato, puoi coricare il neonato in posizione supina.
In qualche raro caso, i 15 minuti di attesa dopo la poppata non bastano: nonostante tutte le precauzioni, il bimbo ha diarrea, gonfiore, coliche continue. Come se non bastasse, cresce poco o niente.
È molto raro, ma alcuni bambini nascono senza lattasi, l’enzima per sintetizzare il lattosio. In casi del genere, bisogna usare degli appositi latti in formula. Come individuare il problema, però?
Sorgente propone uno screening neonatale pensato proprio per individuare problemi del genere. Lo si può effettuare dal 14° giorno di vita è individua l’eventuale rischio di intolleranza al lattosio, intolleranza al glutine e molte altre cose. Contattaci per saperne di più.
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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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